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La rivoluzione tecnologica è stata la causa maggiore dello smog e dei rifiuti. Dalle fabbriche a carbone, ai motori a combustione, fino alla produzione di massa di oggetti in plastica, verrebbe da pensare che le scoperte tecnologiche non siano state certo d’aiuto. Ad oggi è perfino considerato normale che di notte ci sia luce, situazione che provoca alterazioni nei cicli vegetali e animali. Ma la recente inversione di rotta del pensiero comune e le nuove ricerche sono decise a far ammettere che sì, la tecnologia può salvare il pianeta.
Perché a ben pensarci, forse, è stato l’abuso di essa a fare danni. Negli ultimi dieci anni si sono fatti, però, passi da gigante: sono diminuiti in maniera significativa i costi delle tecnologie eoliche e solari, così come sono stati resi più efficienti i sistemi di illuminazione. Ma bisogna ancora migliorare per ridurre (o azzerare) le emissioni di gas-serra.
Come la tecnologia può salvare il pianeta diventando di tutti
Ad oggi sembra che si voglia offrire la possibilità di essere ecologici e sostenibili solo a chi è più facoltoso. Se ci pensate le bioplastiche, le auto ibride, i pannelli solari, o il poter acquistare vestiti o oggetti sostenibili non è per tutti.
È qui che può intervenire la tecnologia, che si deve mettere a favore della società e di un vantaggio comune, deve diventare di massa e creare finalmente una controtendenza nella produzione delle emissioni. Sono le aziende che, per prime, devono affrontare il cambiamento per ridurre le emissioni. Ma i parametri individuati per evitare catastrofi ambientali sono decisamente in contraddizione con lo status quo.
La ricerca per fortuna non si ferma e ci sono sempre nuove scoperte che, se messe in opera, possono essere di beneficio per tutti. Vediamo alcuni esempi.
Rendere più efficienti le case
Un problema forse sottovalutato è sicuramente il riscaldamento delle case, da quando è stata introdotta la certificazione energetica poco si è fatto se non realizzare che la propria abitazione non ha un buon punteggio. La tecnologia può salvare il pianeta anche partendo dal migliorare le dispersioni del riscaldamento casalingo. Brain è stato messo a punto dalla Tree Solutions, un impresa che fa parte del PoliHub (l’incubatore del Politecnico di Milano) ed è in grado di far risparmiare tra il 20% e il 40% dei consumi.
Brain raccoglie i dati dell’edificio calcolando la temperatura, la dispersione di calore, le tempistiche di riscaldamento e raffreddamento. Grazie ad un sistema di AI, con questi dati è in grado di calcolare quali sono i miglioramenti da attuare. Poi, con una gestione automatizzata dell’impianto di riscaldamento è in grado di regolare la temperatura nella maniera più efficiente.
I sistemi che lo hanno installato sono riusciti a ridurre i consumi di gas, gasolio e gpl per un totale di 270 tonnellate di petrolio, questo solo nel 2018. In questo modo si evitano emissioni per ben 648 mila chili di anidride carbonica fossile e 1337 chili di ossidi di azoto.
In Italia il mercato comprenderebbe circa 800 mila edifici con impianto di condizionamento centralizzato. Renderli più efficienti sarebbe così possibile senza dover rifare l’impianto da zero con un considerevole risparmio di soldi.
Una soluzione per l’asfalto
La tecnologia può salvare il pianeta migliorando la realizzazione di un elemento che tutti noi usiamo quotidianamente, l’asfalto. Questo materiale, infatti, trattiene il calore diurno rilasciandolo la sera, invece di assorbire la luce come farebbero il terreno e le piante (che la utilizzano per il loro metabolismo). Inoltre è idrorepellente, e crea di fatto quello che è il rischio idrogeologico in caso di forti piogge.
Il Worcester Polytechnic Institute del Massachussetts sta lavorando per rendere il manto stradale una risorsa energetica. Il loro progetto prevede di inserire una rete di condutture di acqua sotto l’asfalto, in modo che possa scaldarsi e riscaldare le case limitrofe e addirittura, tramite dei generatori termoelettrici, produrre elettricità.
Con sole 4 ore di illuminazione giornaliera ogni pannello potrebbe fornire così 7,6 kWh di energia. I costi sono di circa 4 volte la normale asfaltatura, ma un sistema a led integrato potrebbe far risparmiare sulla cartellonistica stradale. Su questi pannelli infatti sarebbe possibile comporre scritte e indicazioni, a seconda della necessità, direttamente sul manto stradale.
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