I monopattini elettrici sono l’ultima moda del momento. Apprezzati dai nostalgici dello skateboard, permettono di essere più veloci del camminare a piedi e più maneggevoli di una bici usata per brevi tratti. Ma vediamo quali sono i limiti di questo nuovo mezzo che invade le città.
Le caratteristiche dei monopattini elettrici
Iniziamo a parlare di come sono fatti: molto simili ai modelli senza motore, i monopattini elettrici sono dotati di due ruote, un freno, un cavalletto e una batteria ricaricabile. Sono leggeri, spesso anche richiudibili e alcuni modelli hanno perfino un sellino per potersi sedere. Quello che salta subito all’occhio è la mancanza di luci o segnalatori di qualunque tipo.
I prezzi sono molto variabili, esistono modelli dai 200 euro in su fino ad arrivare anche a mille euro.
Il monopattino elettrico può arrivare ad una velocità di 25 km/h e, se in discesa, può anche toccare punte di 30 km/h. Questo li pone esattamente a metà tra un mezzo ludico e un vero e proprio mezzo di trasporto.
Il loro successo è dovuto al fatto che permettono di spostarsi più velocemente e in maniera più comoda che su una bici: basta infatti rimanere in piedi e non si devono prendere accorgimenti particolari per non sporcarsi con la catena o con i raggi.
Inoltre il principale vantaggio rispetto ad una bici è dato certamente dalle sue ridotte dimensioni, facilmente trasportabile in treno, velocemente riponibile in ufficio.
Spazi e regole per i monopattini elettrici
Questa loro caratteristica di stare in mezzo fra due categorie, fa si che non ci esista un luogo ideale per farli sfrecciare. Infatti per un’area pedonale sono troppo veloci, oltre al fatto che sono incredibilmente silenziosi e difficilmente è facile accorgersi del loro arrivo.
Per la strada invece sono troppo piccoli e poco visibili, non hanno fari o luci di posizione, non hanno i segnalatori di svolta. La loro circolazione sulle strade è molto pericolosa perché l’utente non ha neanche protezioni sufficienti per un eventuale incidente.
Questo è successo, per esempio, recentemente (lo scorso 12 luglio) alla youtuber britannica Emily Hartridge che una mattina si è scontrata contro un tir con il suo monopattino elettrico, perdendo la vita.
Il “monosharing”
La popolarità dei monopattini elettrici sta dilagando a tal punto che ora, in varie parti del mondo, dopo il car sharing e il bike sharing, sono disponibili anche i monopattini elettrici a noleggio. Proprio come con il bike sharing: Bird, Lime , Grüv, Voi e Flash giusto per dirne alcuni, mettono a disposizione diversi mezzi sostenibili tramite il loro circuito.
Ma ci sono due particolari da non sottovalutare rispetto a questa novità.
Il primo è strettamente legato all’utilizzo del nuovo mezzo. Se in bici ci sappiamo tutti andare e se per la macchina abbiamo dovuto prendere una patente, sul monopattino elettrico è un’esperienza nuova.
Il fatto che chiunque possa noleggiarli, senza aver fatto pratica e senza aver preso dimestichezza con la sua guidabilità li rende potenzialmente molto pericolosi.
Secondo il dipartimento della salute americano, infatti, un terzo delle vittime di incidenti sui monopattini elettrici lo stava usando per la prima volta.
Il secondo fattore è legato alla vera sostenibilità del mezzo, la possibilità di prenderlo in sharing (come anche per le bici) sottopone lo strumento ad un usura molto maggiore. Un po’ perché l’uso è sicuramente più intenso, un po’ perché lasciati in balia delle intemperie, la vita media di un monopattino a noleggio è di soli 29 giorni. Decisamente poco se si parla di mobilità sostenibile.
Che fare quindi? Di sicuro bisognerà aspettare qualche normativa che dia maggior regole a chi li utilizza per rendere l’esperienza più sicura. Nel frattempo cerchiamo di fare più attenzione per primi noi.
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