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Spesso gli smartphone vengono demonizzati e considerati fautori di mali incurabili. La verità è che ancora non ci sono dati certi ai quali appellarsi per quanto riguarda la correlazione tra smartphone e cancro e l’unica cosa certa è che le nuove tecnologie sono molto meno dannose rispetto a quelle vecchie.
L’utilizzo degli smartphone e il cancro
Data la vicinanza dei dispositivi al cervello, nel corso di lunghe telefonate, essi sono spesso collegati a casi di tumore al cervello. In realtà dall’avvento dei telefoni cellulari ad oggi non si è registrato alcun aumento di casi di tumore al cervello.
Questo non vuol dire per forza che il rischio non sussiste. Devono passare molti anni di esposizione, talvolta interi decenni, a sostanze dannose prima che queste sfocino in gravi patologie. I telefoni cellulari si sono diffusi solamente negli ultimi due decenni, prima di allora, se c’erano, erano estremamente rari e poco diffusi. Ma i tumori cerebrali hanno lunghissimi periodi di latenza, fino a 30 anni. Per venire a conoscenza di un effettivo aumento dei casi o meno dovremo quindi attendere ancora qualche anno.
Ma in tre decenni le cose cambiano così velocemente che probabilmente non saremo mai in grado di sapere se i casi siano aumentati davvero o meno. Potremo vedere un aumento dei casi di tumori legati a chi ha abusato dei primissimi device e poi assistere a un ulteriore calo dal momento in cui sono subentrati modelli nuovi e meno dannosi.
Le emissioni elettromagnetiche
Tutti i cellulari e tutti i più moderni smartphone emettono radiazioni, ma queste portano davvero al cancro? Innanzitutto le radiofrequenze non arrivano solamente dai cellulari ma da tutte le sorgenti di radiofrequenze: antenne, stazioni radio, Wi-Fi e telefoni cellulari.
Per valutare il livello di esposizione dovremmo prendere in considerazione il luogo dove ci troviamo e che maggiormente frequentiamo: il posto di lavoro e la nostra abitazione.
“Gli impianti per telecomunicazione sono aumentati nel tempo, ma l’intensità dei segnali trasmessi è diminuita con il passaggio dai sistemi analogici a quelli digitali. La distanza da sorgenti fisse ambientali non è un buon indicatore del livello di radiofrequenze all’interno di un’abitazione perché molte antenne sono direzionali e le radiofrequenze sono schermate dalla struttura degli edifici e da altri ostacoli naturali”.
Per quanto riguarda le reti Wi-Fi, esse hanno basse frequenze e cicli intermittenti, tali da non risultare un rischio per le strutture nelle quali sono presenti.
Le emissioni elettromagnetiche degli smartphone
Tirando le somme la maggior parte delle emissioni elettromagnetiche che assorbiamo provengono dagli smartphone. Ma la loro quantità è tale da destare preoccupazione?
Per capire il livello di radiazioni che il corpo è in grado di assorbire senza rischi di malattie quali il cancro si tiene in considerazione il livello di SAR (Specific Absorption Rate), il quale si misura in watt per chilogrammo. Il livello massimo stabilito per legge è di 2 W/Kg. Affinché questi limiti vengano mantenuti ogni smartphone messo sul mercato viene testato, ipotizzando gli scenari di utilizzo peggiori.
Uno dei fattori che influenzano notevolmente tali scenari è la vicinanza alla stazione radio. Tanto migliore è la copertura tanto minori sono le emissioni.
Detto ciò i risultati di tutti gli ultimi modelli di smartphone presenti sul mercato sono rassicuranti, perché nessuno di essi si avvicina neanche lontanamente al SAR imposto per legge.
Tutt’altra storia era in passato, quando i telefoni cellulari non erano così controllati e le emissioni erano notevolmente più elevate, il tutto accentuato dalla scarsa efficienza delle poche stazioni radio.
Le precauzioni per annullare i rischi di cancro dovuti all’utilizzo degli smartphone
Se ancora non ci sentiamo sicuri a riguardo ci sono delle precauzioni che possiamo adoperare per ridurre ulteriormente i rischi di cancro al cervello. Innanzitutto i rischi aumentano con le chiamate, mentre durante le altre funzioni e nei momenti di stand-by, il telefonino emette segnali di brevissima durata.
Per chi passa molto tempo al telefono, per lavoro o piacere, la cosa migliore che possa fare è utilizzare l’auricolare. Sebbene non esistono dati certi è bene comunque limitare l’uso di smartphone e tablet nei più piccoli. I bambini, infatti, sono più vulnerabili alle emissioni elettromagnetiche, perché il loro sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo e perché la circonferenza del cranio è più piccola e quindi è più facile penetrarla in profondità.
Infine, come dicevamo le nuove tecnologie sono sempre più sicure e con emissioni sempre più basse. Per quanto riguarda, ad esempio, il 5G, il rapporto Istisan rassicura: “Per quanto riguarda le future reti 5G al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di radiofrequenze associati allo sviluppo dell’Internet of Things; le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti”.
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