La nuova serie Netflix a tema fantascientifico è Another Life e racconta della comandante Niko e del suo equipaggio mentre si avventurano nello spazio con l’astronave Salvare, a caccia di alieni. Questa serie dai buoni propositi ha fatto però molto parlare si sé sopratutto in maniera negativa.
Another Life
Tutto ha inizio quando un misterioso manufatto cristallino viene scoperto sulla Terra, un team di astronauti viene quindi spedito nello spazio in direzione della costellazione del Cane Maggiore. La missione si pone l’obiettivo di cercare risposte sulle attività delle civiltà extraterrestri che hanno realizzato il manufatto.
A mettere a rischio la missione sembrano sopratutto le numerose faide interne all’equipaggio, in più la comandante Niko si trova ad essere la sostituta di Ian, il fidato capitano precedente dell’astronave. Sul manufatto poi indaga sulla Terra anche il marito di Niko, Justin Chatwin.
Il tema principale è quindi il primo contatto con una possibile vita aliena. Ricordando un po’ altre serie recenti come Arrival, Epoch e Nightflyers (anche quest’ultima sempre prodotta da Netflix).
La protagonista di Another Life è una burbera comandante, apparentemente poco interessata a portare a termine la missione per salvare la terra da un potenziale attacco alieno. Katee Sackhoff interpreta Niko Breckinridge, l’attrice è stata anche l’eroina della storica serie Battlestar Galactica. Sackhoff vestiva i panni di Kara “Starbuck” Thrace, una dei personaggi femminili di una serie che sicuramente ha lasciato il segno.
Le critiche alla serie
Fin qui le premesse sono buone, abbiamo tutti gli elementi per una serie shi-fi coi fiocchi. Se non fosse che invece il risultato non riesce a sostenere le aspettative a partire dalla trama troppo concitata. Per esempio nel racconto iniziale della storia sembra che si abbia molta fretta di arrivare sull’astronave. Ci si chiede quindi se non fosse stato meglio partire da lì e poi utilizzare la tecnica del flashback per esplicare meglio alcuni passaggi.
Altra pecca sono i personaggi, che sono tanti e tutti potenzialmente importanti, ma mai approfonditi, risulta quindi difficile appassionarsi ad essi perché non conosciamo la loro storia e il loro carattere. Il personaggio che lascia più perplessi è William: l’intelligenza artificiale che guida la nave. Fin qui niente di nuovo penserete, ma William a differenza dei suoi predecessori nasce con sentimenti e desideri. Viene da chiedersi perché, quale sarebbe il plus di avere un AI emotiva e desiderosa su un’astronave? Non è dato saperlo, ci si trova quindi di fatto solo con un personaggio in più da gestire che crea scompiglio nella quiete spaziale.
Guardando con attenzione gli effetti speciali si può evincere facilmente che il budget di questo progetto fosse molto ridotto. Non mancano poi anche i momenti in cui la scenografia un po’ scarna non riesce a sostenere il peso della tematica fantascientifica. Non basta infatti citare qualche termine tipico del genere fantascientifico (come il sonno criogenico, o l’intelligenza artificiale) per far sì che lo spettatore si senta catapultato in quel mondo.
Il punto di forza
Another Life, però, riesce incredibilmente a tenere gli spettatori aggrappati allo schermo. Questo grazie a dei sapienti cliffhanger posizionati al termine di ogni episodio. Il cliffhanger è un espediente narrativo in cui viene introdotto un avvenimento sorprendente, che lascia in sospeso la trama, per invogliare a vedere la puntata successiva. Quasi ogni serie li ha, per Netflix invece è una novità. Infatti solitamente non ne fa uso perché la sfrutta il binge watching. Cioè l’abitudine dello spettatore di guardare una serie una puntata dopo l’altra, per questo sulla piattaforma vengono rilasciati contemporaneamente tutti gli episodi.
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