© 2000-2023 - Enkey Magazine - Tutti i diritti riservati
ENKEY SNC - P.IVA IT03202450924 / Cod. REA CA253701 - Tel. 078162719
Huawei come molte altre compagnie di telefonia nel mondo lavorava da tempo alla nuova connessione 5G. Ma come abbiamo appreso negli ultimi mesi si è vista tagliare fuori dal mercato occidentale a causa degli aspri conflitti che vede coinvolti il colosso cinese e il governo americano.
L’amministrazione di Donald Trump, infatti, accusa la compagnia cinese di spionaggio e ha messo al bando i suoi prodotti in tutti gli Stati Uniti. A seguito di ciò molti altri paesi occidentali si sono uniti al bando.
Recentemente Huawei ha presentato Kirin 990, il chip montato sui nuovi smartphone, come il Mate 30, che consentirà ai telefoni di supportare le reti 5G.
Il colosso cinese non sembra, quindi, essersi arreso di fronte al bando imposto dall’occidente. Ma la nuova tecnologia vedrà mai l’alba dei cieli americani? Sembra proprio che Ren Zhengfei, fondatore e amministratore delegato di Huawei, abbia trovato un modo per far approdare la propria tecnologia in occidente nonostante il veto. Vendendo a una rivale occidentale tutti gli accessi, i diritti, le licenze, i codici, i brevetti e i know-how del 5G made in Huawei.
Il 5G di Huawei
Innanzitutto capiamo cosa c’è in ballo. Cosa è il 5G di Huawei? Il colosso cinese guidato da Ren Zhengfei, come moltissime altre compagnie del mondo, si era gettato a capofitto nella corsa al 5G, la nuova tecnologia di connessione mobile ultraveloce.
Recentemente a Monaco Huawei ha presentato la nuova linea di smartphone Mate 30, dotati della nuova tecnologia 5G. Tuttavia questi nuovi smartphone non avranno le app Google pre-installate, così come nessun’altra applicazione americana, come diretta conseguenza degli scontri tra le due potenze mondiali.
Ecco quindi che Huawei vede drasticamente crollare le proprie vendite in occidente, non solo negli stati dove i prodotti cinesi sono stati messi al bando.
Eppure Zhengfei non sembra voler arrendersi così facilmente, e il suo nuovo chip 5G fa il suo grande debutto sul palco dell’Ifa di Berlino.
“Kirin 990 consente agli utenti di accedere ad una straordinaria e avanzata esperienza di connettività 5G, nel primo anno di implementazione della rete. Per offrire esperienze 5G avanzate, Kirin 990 è stato completamente aggiornato in termini di prestazioni ed efficienza energetica, AI computing e ISP, per portare l’esperienza di telefonia mobile ad un nuovo livello”.
La vendita dei diritti del 5G
Così a sorpresa un paio di settimane fa Ren Zhengfei, durante un’intervista rilasciata all’Economist, ha rivelato la sua intenzione di vendere codici, accessi e tutto ciò di cui dispone sul 5G a un rivale occidentale, per un importo una tantum.
“L’acquirente poi potrebbe modificare il codice sorgente e quindi né pechino né la stessa Huawei avrebbero poi il controllo delle infrastrutture di telecomunicazione costruite utilizzando apparecchiature prodotte dalla nuova compagnia” Ragion per cui la compagnia cinese era stata bandita dal territorio americano.
Inoltre, entrambe le compagnie (Huawei e il misterioso acquirente) potrebbero sviluppare le proprie tecnologie indipendentemente, come ritengono sia meglio fare.
“Una distribuzione equilibrata degli interessi favorirebbe la sopravvivenza di Huawei, permettendole di fare grandi passi avanti”, continua Ren nel corso dell’intervista.
Lo stesso amministratore delegato aveva, infatti, dichiarato, alcune settimane fa, che la compagnia si trovava tra la vita e la morte, messa in ginocchio proprio dalla battaglia contro il governo USA.
Realtà o fantasia
Tuttavia, la dichiarazione di Huawei è in realtà una proposta più che una realtà concreta. La compagnia, infatti, dovrà superare diversi ostacoli prima di poter concretamente realizzare il proprio piano.
Prima di tutto non ci sono ancora accordi concreti con nessuna azienda occidentale. Inoltre, prima di poter cedere i diritti del 5G dovrà, innanzitutto, ottenere il consenso da parte del governo cinese.
Anche superati questi ostacoli non è ancora detto che il governo americano lasci correre, facendo entrare la tecnologia cinese nel proprio territorio con questi sotterfugi. Alle basi del bando, infatti, c’è il timore da parte dell’amministrazione Trump che Huawei possa spiare, attraverso i suoi dispositivi, tutti i paesi del mondo, divenendo il cavallo di Troia di Pechino.
D’altro canto, c’è però da dire, che Huawei da sola detiene il 30% del mercato mondiale. Una battaglia combattuta a colpi di nuove tecnologie. Non ci resta che attendere per vedere chi l’avrà vinta.
This post is also available in: English