Citizen Science significa letteralmente la scienza dei cittadini e sta ad indicare l’insieme di attività svolte da semplici cittadini a favore di una determinata ricerca scientifica. Questo fa riferimento alla raccolta e condivisione di dati e osservazioni fatte da migliaia di persone utili ad approfondire un argomento, oppure anche per classificare immagini o nella traduzione corretta dei testi. Ma è anche possibile far rientrare in questa definizione azioni come la condivisione della potenza di calcolo dei propri dispositivi o ancora fruttare l’immaginazione o la creatività dei partecipanti attraverso dei giochi scientifici e la risoluzione di puzzle.
Fare Citizen Science con DreamLab
Un esempio di Citizen Science è l’app per iOS e Android DreamLab, realizzata dalla Fondazione Vodafone Italia, insieme alla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Quest’applicazione consente di aiutare il lavoro dei ricercatori dell’Istituto di Oncologia Molecolare grazie alla condivisione della potenza di calcolo dello smartphone quando è acceso. L’applicazione è totalmente invisibile all’utente e permette all’Istituto di elaborare dati riguardanti la genomica computazionale, cioè le analisi statistiche su sequenze di genoma.
L’applicazione svolge i suoi compiti utilizzando i tempi morti dello smartphone, si attiva quindi di notte. Mentre lo smartphone è in ricarica scarica automaticamente i dati dal database dell’Istituto di ricerca. Sfruttando così la potenza di calcolo inutilizzata perché il proprietario sta dormendo. Questo tipo di applicazioni sono già in uso da tempo in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.
Dreamlab è impostato affinché si attivi solo a smartphone inattivo, ma collegato alla corrente, così da non rischiare di trovarsi il cellulare scarico al mattino. Inoltre deve anche essere connesso ad una rete mobile o in wi-fi ad internet. In questo modo l’app inizia a dialogare con l’Istituto e invia e riceve dati riguardo al calcolo del Genoma in 3D, i ricercatori stanno infatti provando a comprendere le interazioni tra i geni. Vogliono infatti creare una mappa tridimensionale del DNA all’interno del nucleo di cellule. In particolare i ricreatori stanno focalizzandosi sulla realizzazione di cure personalizzate per combattere il tumore al seno.
Le app per l’ambiente
Un altro esempio di Citizen Science invece è il progetto dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS) che ha lanciato l’app avvistAPP. Disponibile per iOS e Android e permette di segnalare avvistamenti delle noci di mare. Le Mnemiopsis leidyi sono degli organismi gelatinosi molto simili alle meduse. Il loro habitat naturale è intorno alle coste atlantiche dell’America, tuttavia ormai si sono spinte molto a largo e stanno invadendo i nostri mari.
Le noci di mare sono estremamente invasive e sono una problematica notevole per l’ecosistema marino perché non hanno predatori. Si nutrono di uova e larve di pesce ed è sono state inserite tra le 100 specie invasive più dannose al mondo. L’applicazione permette quindi di inviare le immagini degli avvistamenti per permettere ai ricercatori di avere un più accurato quadro della situazione di salute dei nostri mari. Tramite l’app è poi possibile segnalare avvistamenti anche di altre specie come meduse, delfini e tartarughe.
Legambiente invece ha creato l’app Gaia Observer e anche lei utilizza la Citizen Science. Qui, sempre i cittadini, sono chiamati a inviare immagini per segnalare discariche abusive, incendi, o attività di bracconaggio direttamente agli enti competenti. Vuole poi anche essere un modo pratico per tutelare l’aria (segnalando zone particolarmente trafficate), l’acqua (monitorando rifiuti abbandonati), la biodiversità (monitorando specie aliene invasive), ma anche gli illeciti ambientali e la cura del patrimonio culturale.
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