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È ormai un po’ di tempo che si sente parlare del progetto Nightingale, indetto da Google, e del coinvolgimento di Ascension, il secondo più grande network di ospedali americano. Un’idea nobile, quella di raccogliere le informazioni mediche di tutti gli americani, affinché esse risultino di facile accesso. Peccato che l’iniziativa è già stata avviata, senza che i pazienti ne fossero a conoscenza.
L’idea di Nightingale
Florence Nightingale, nata nel 1820 e morta nel 1910, fu la fondatrice dell’infermieristica moderna. È in suo onore che è nato il progetto Nightingale.
Google iniziò a pensare al progetto nel 2014, quando Larry Page, uno dei fondatori della società, rilasciò una dichiarazione nel corso di un intervento a Vancouver, in Canada. “Sarebbe straordinario se tutti i dati sanitari dei pazienti fossero rilasciati e archiviati in un unico database per contribuire alla ricerca medica”.
A quanto pare quella non è rimasta solamente un’idea, ma negli anni Google ha continuato a lavorare a quel progetto, fino a quando, non molto tempo fa, Nightingale tornò a far parlare di sé. Il Wall Street Journal ha, infatti, pubblicato un articolo sostenendo che Google ha davvero iniziato a raccogliere i dati dei pazienti di Ascension. Sono oltre 50 milioni i cittadini americani coinvolti nel progetto, il problema è che nessuno di loro era consapevole del fatto che la società stava raccogliendo e archiviando i propri dati.
Ascension e Google
Ascension, come dicevamo è il secondo maggior network di ospedali americano e conta 158.000 dipendenti, suddivisi in strutture ospedaliere, centri di cura e laboratori analisi, arrivando a fatturare oltre 23 miliardi di dollari.
Dall’annuncio rilasciato nel 2014 da Larry Page sono passati 5 anni, ma sembrerebbe che è già più di un anno che Google e Ascension hanno iniziato a collaborare nel progetto.
Ascension ha, infatti, iniziato a condividere i propri dati con Big G: cartelle cliniche, risultati degli esami, diagnosi, ricoveri, interventi e prescrizioni di farmaci. I dati riguardano oltre 50 milioni di persone di 21 stati degli Stati Uniti.
Dopo che la notizia è trapelata in molti hanno iniziato a dubitare del progetto, ritenendo che esso violasse la privacy dei pazienti e chiedendosi cosa mai ci voglia fare Google con quelle informazioni.
A cosa serve il progetto Nightingale
“L’obiettivo è quello di aiutare chiunque a vivere una vita più sana”. Così è intervento David Fainberg, capo della divisione Health di Google, sul blog ufficiale, dopo le accuse rivolte contro il progetto e la compagnia.
Ha, inoltre, aggiunto che l’azienda non ha mai negato l’esistenza del progetto Nightingale, tutt’altro, ne ha sempre parlato pubblicamente. C’è da dire, infine, che il progetto è compatibile con l’Health Insurance Portability and Accountability Act, la legge che definisce le modalità di trattamento dati dei pazienti.
Ma anche se non ci sono violazioni nell’ambito della privacy, resta ancora la domanda a cosa serve il progetto Nightingale?
Ascension ha da sempre sostenuto che uno dei suoi obiettivi principali sia proprio quello di trovare il modo per fornire un’adeguata assistenza sanitaria alle classi più povere e disagiate. Per fare ciò ha trovato un valido alleato nel mondo tecnologico: Google.
Un database migliorato può essere molto utile per scoprire in quale settore Ascension debba migliorare. Inoltre, tutte le informazioni raccolte in unico, immenso, database risulterebbero di facile accesso per un’intelligenza artificiale. Il cui scopo sarebbe quello di aiutare i medici e i ricercatori in diagnosi precoci e nella realizzazione di nuovi farmaci e cure.
Infine, Google non è nuova nel mondo del Healthcare. Nonostante i dubbi e le perplessità di molti, questo è un settore in cui il colosso informatico sta investendo molto. Nel 2020, infatti, completerà l’acquisto di FitBit, mentre è già dal 2017 che ha acquistato Senosis Health.
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