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Qualcomm prospetta un futuro nuovo per i documenti d’identità. Infatti patente, carta d’identità e passaporto potranno essere digitali. Vietato quindi farsi trovare impreparati o con il cellulare scarico: i documenti digitali sono stati annunciati da Qualcomm durante il Snapdragon Tech Summit, tenutosi a Maui nell’isola delle Hawaai.
Un’addio al portafogli, considerando che già la carta di credito è stata sostituita da un app su smartphone. L’azienda di San Diego (in California) insieme a a quella di Cupertino sostengono che il nuovo servizio sarà disponibile già dal rilascio di Android R.
Il nuovo sistema operativo, che probabilmente sarà chiamato semplicemente Android 11, di Google, sarà annunciato il prossimo maggio. Questo avverrà durante l’evento annuale I/O, ma sarà effettivamente disponibile sugli smartphone nell’autunno del 2020.
Una grande novità tra le caratteristiche del nuovo chip mobile Snapdragon 865, creato da Qualcomm per i telefoni Android (di fatto quindi per quasi tutti i telefoni sul mercato eccezion fatta per Apple e Huawei). Ma questa opzione inizialmente sarà riservata solamente ai telefoni top di gamma, che sfruttano appunto la nuova piattaforma progettata da Qualcomm.
Questa nuova realtà si fonda principalmente sul prossimo avvento del 5G. Il manager brasiliano presidente di Qualcomm spiega che le previsioni sono di almeno 2 milioni di sottoscrizioni ai piani tariffari dedicati al 5G entro l’anno 2025. I nuovi smartphone potranno però connettersi anche al 4G e le due tecnologie coesisteranno almeno all’inizio.
Identity Credential il servizio per i documenti digitali
Affinché si possa utilizzare il nuovo servizio di Identity Credential (così si chiama la possibilità di digitalizzare i propri documenti), i produttori di smartphone che utilizzano il chip Qualcomm dovranno attivarlo, perché l’operatività non non avviene in automatico.
Certo è un ottimo attraente per gli utenti, se si tratta di acquistare un cellulare, meglio un’opzione in più che una in meno. Probabile quindi che molti produttori optino per questo nuovo servizio.
Ma c’è un grosso scoglio da superare. E si tratta della scelta in materia del singolo stato se avviare o meno la possibilità di digitalizzare i documenti di identità come patente, carta d’identità e passaporto.
Google e Qualcomm assicurano che hanno sviluppato un sistema di sicurezza (sia hardware che software) in grado di essere inattaccabile dall’esterno. Si dicono sicuri quindi di proteggere i dati sensibili dei nostri documenti.
Secondo Jesse Seed, senior director di Qualcomm e responsabile per la sicurezza, la decisione spetta ai singoli legislatori. E, se in America si stanno già muovendo a riguardo, in Europa il processo potrà essere più lento e tortuoso. Seed però si vede ottimista e sostiene anche che presto i documenti d’identità saranno legati strettamente ai dati biometrici (come impronte digitali e rilevazione del volto) registrati sul telefono.
Ma se il telefono si scarica, dovremmo davvero girare con una power bank di riserva sempre in tasca? Non è detto, infatti potrebbe essere installata una batteria tampone che permetterà di mostrare i propri documenti digitali in caso di necessità sempre anche in caso di a batteria scarica.
Secondo Qualcomm infatti il 2020 sarà l’anno che darà vita ai Super-smartphone, in cui l’intelligenza artificiale e la potenza di calcolo la faranno da padrona. Per questi nuovi smartphone si parla di sensori da 200 MP, video in 8K, traduzioni simultanee di telefonate. Ma anche lo sblocco del telefono con due impronte in contemporanea per aumentare la sicurezza dei dati contenuti. Sempre secondo Qualcomm si passerà dall’essere la generazione mobile firts alla generazione mobile only.
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