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Twitter ha avvertito una battuta di arresto e, dopo aver cercato di smuovere le acque rimuovendo gli utenti poco attivi per valorizzare invece chi è più presente sul social, prevede altri cambiamenti sulla sua piattaforma. Twitter infatti attualmente sta finanziando un gruppo di esperti per sviluppare uno standard per i social media. Di fatto vuole decentralizzare il social, ma cosa significa esattamente?
Twitter vuole espandere il concetto di social network
Facciamo un esempio pratico. Chiunque ha una mail: chi l’ha fatta con GMail, chi con Yahoo, chi utilizza quella aziendale, chi quella del proprio sito. Tutte queste mail possono interagire fra di loro senza barriere o limiti. Mentre quando si scrive in un social network si interagisce solo al suo interno, anche servizi di messaggistica come Messenger non permettono di uscire fuori dalla cornice di Facebook.
Twitter vuole invece scardinare queste regole e creare un client che permetta di far uscire Twitter dalla forma del social. Il team diretto da Jack Dorsey, denominato Blue Sky, sta cercando quindi di rendere Twitter più simile ad un servizio di posta elettronica e meno ad un tradizionale social network.
In pratica un ritorno alle origini, come ricorda Casey Newton su The Interface. Erano infatti nate così le API di Tweetbot ma anche moltissime altre, però nel 2010 fu il momento di Dick Costolo (ex dirigente di Google) che fino al 2015 prese il posto di Jack Dorsey come CEO dell’azienda.
Costolo aveva un’idea di Twitter più pratica e rivolta alla monetizzazione, fu così che fu introdotta la pubblicità targettizzata. La stessa che aveva fatto crescere esponenzialmente Google e Facebook. Per utilizzare la pubblicità targettizzata però è necessario che gli utenti siano dentro una piattaforma, per questo le API furono messe da parte e non fu più possibile sviluppare nuove caratteristiche da terze parti.
Come mai questo ritorno alle origini?
Sicuramente Dorsey ha uno stile controtendenza e si era già notato da alcuni particolari come per esempio l’assenza di censura sulla sua piattaforma. Ma non è solo questo il punto, più si centralizza una piattaforma più il peso dell’aggiornamento e della modernizzazione del social, del controllo degli hate speech e della creazione di linee guida ricade sulle spalle sul social stesso.
Dorsey sa che queste operazioni sono molto costose, sia in termini di tempo che di denaro. Se Twitter si trasforma in un client i tweet sono proprietari solo di chi li scrive e quindi non si dovrà più effettuare alcuna moderazione: quindi si risparmiano tempo e denaro.
Dorsey sostiene che il valore aggiunto di Twitter rimarrà quello di indirizzare gli utenti verso i contenuti più interessanti, immaginando però un futuro dominato dalla blockchain. Questo fa pensare che il suo fine ultimo sia quello di far utilizzare criptovalute all’interno del social e da qui i futuri guadagni di Twitter. Ma perché tutto questo avvenga manca ancora molto.
In verità un social decentralizzato esiste già e si chiama Mastodon: chiunque sia collegato ad un server può decidere di seguire gli altri utenti, i proprietari di ogni server decidono indipendentemente le proprie regole e comportamenti. Ma perché è rimasto un prodotto di nicchia? Probabilmente siamo ancora così permeati dall’attuale tipologia di social che non concepiamo un nuovo stile o magari non sentiamo ancora l’esigenza di una piattaforma così differente. Magari sarà proprio il nuovo Twitter a farci cambiare idea.