We Are Müesli è uno studio italiano che si sta affermando per il suo stile particolare, nello specifico utilizza molto le tecniche narrative del videogioco. Crea un mix particolare che loro stessi definiscono un linguaggio videoludico espressionista o memorialista.
We Are Müesli
Niente badge, classifiche, check-in, stelline, il motivo per cui si rimane incollati allo schermo è la storia. Matteo Pozzi lo definisce un’artigianato videoludico. Un’artigianato con solide fondamenta nella letteratura, come nel caso dell’escape room Wer Ist Wer, allestita a Torino che si ispira alla letteratura di Kafka, mescolando elementi Pop della serie televisiva The Prisoner del 1967. Oppure in Venti mesi, un docu-game sulla resistenza al nazifascismo, dove troviamo riferimenti a Fenoglio e, sul piano visivo, ad Enrico Baj.
We Are Müesli cerca di andare oltre al semplice concetto di videogioco e creare nuove realtà di intrattenimento. Per fare questo lo studio trae sempre di più ispirazione da film, libri, canzoni, opere d’arte per fondere insieme arte, cultura ed esperienza di gioco. Sempre secondo Matteo uno dei media più a rischio di essere autoreferenziale è infatti proprio il videogame.
Nascono così anche giochi da tavolo come Colpo di Stato, un escape game in cui il giocatore deve investigare sul golpe Borghese. Secondo Matteo tutto ciò che si fa ha un impatto: rafforzare o rompere degli schemi mentali, scardinare o avvallare stereotipi e preconcetti è anche una responsabilità creativa, oltre che etica. Il fatto che la politica normalmente sia tenuta lontana da momenti di gioco e svago è essa stessa una forte scelta politica, per questo motivo We Are Müesli decide di integrarla.
Wheels of Aurelia
Un altro titolo molto particolare è Wheels of Aurelia. La via Aurelia è quella che corre lungo tutta la costa tirrenica collegando Ventimiglia con Roma. Col tempo poi si è espansa arrivando fino in Francia ed è ancora oggi una dei collegamenti fondamentali d’Italia.
La protagonista del gioco, oltre che la strada sopra citata è Lella, una ragazza cresciuta nella Roma bene degli anni 60. Ha visto con i suoi occhi le turbolenze socio politiche si questo particolare periodo storico. Una sera, in discoteca, incontra Olga e decide con lei di scappare a Nizza.
Ci si trova così nel pieno del gioco a guidare un’auto, anche se non è questo lo scopo principale, se non proprio un semplice mezzo. Infatti quello a cui bisogna stare attenti sono i dialoghi, scegliendo accuratamente quelli pronunciati da Lella, tra le opzioni disponibili.
E le storie che si andranno a scoprire non sono solo quelle di Olga, ma anche di altri passeggeri, incontreremo un ex-pilota, un prete, qualche autostoppista e via dicendo. I temi affrontati sono sopratutto inerenti ai conflitti e ai temi legati all’Italia intorno alla fine degli anni settanta, temi che sembrano lontani ma sono invece ancora molto attuali.
Si parla infatti della legge sull’aborto, del rapimento di Aldo Moro, ma anche di Andreotti e del terrorismo politico. Ma non si tratta solo di questioni complesse, a volte si incontrano passanti che parlano di calcio o di UFO, le scelte giuste o sbagliate dipendono molto da quanto si conoscere Lella, la protagonista.
La grafica 3D low-poly è accattivante, ma non crea confusione con troppi particolari, riprende appieno lo stile utilizzato dai fumetti in quegli anni. Mentre la colonna sonora è molto particolare: in Wheels of Aurelia ascolterete brani moderni che ripercorrono sonorità note degli anni 70 fondendosi con i rumori della strada. Questo videogioco quindi è una vera e propria esperienza narrativa tutta vivere e scoprire, ben diversa dai soliti videogiochi.