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WhatsApp smette di funzionare ed è subito caos, non solo in Italia ma anche nel mondo.
E’ successo di nuovo il 19 Gennaio, quando gli utenti della popolarissima app si sono ritrovati bloccati. Non è la prima volta che WhatsApp smette di funzionare, magari per un glitch o un malfunzionamento.
E, come previsto, le reazioni sono state immediate e veementi. Perché WhatsApp è ormai così calato nelle nostre esistenze che non possiamo neppure pensare di farne a meno.
Ma cos’è successo esattamente stavolta e cosa ha causato questo ennesimo malfunzionamento? Scopriamolo insieme.
Blackout di WhatsApp, i precedenti
Come abbiamo visto, WhatsApp è già incorso in simili problemi, in passato.
Il caso più eclatante è stato il 31 Marzo dello scorso anno, quando a non funzionare erano stati tutti i principali Social del Web.
Non solo WhatsApp, dunque, ma anche Facebook e Instagram, che erano stati i primi a dare forfeit.
Anche in quell’occasione non erano mancate le reazioni di panico. C’era chi parlava di un attacco informatico su scala internazionale, chi non sapeva più come mettersi in contatto con amici e conoscenti...
Insomma, questi occasionali blackout dimostrano il livello di importanza che i Social e le applicazioni hanno raggiunto nelle nostre vite.
Le dinamiche del blackout
Vediamo quindi cos’è successo esattamente il 19 Gennaio, quando in tutto il mondo WhatsApp ha improvvisamente smesso di funzionare.
Intorno alla tarda mattinata, gli utenti italiani si sono resi conto che qualcosa non andava. Foto, gif animate, vocali e perfino stickers non riuscivano più a essere inviati.
La messaggistica di base funzionava, anche se “a singhiozzo” e in più di un’occasione è stato necessario inviare un messaggio diverse volte.
Sui Social ha cominciato subito a circolare la tag #whatsappdown. Gli utenti si riversavano su Facebook e altre piattaforme, cercando di capire cosa stesse succedendo e quali fossero le tempistiche di ripristino.
Foto, video e audio bloccati in tutto il mondo
La situazione è apparsa però fin da subito più drammatica del previsto.
Cercando informazioni sull’inspiegabile fenomeno che si stava verificando sugli account WhatsApp italiani, gli utenti hanno scoperto di non essere gli unici coinvolti.
Gli stessi malfunzionamenti venivano infatti segnalati in diverse altre parti del mondo. Con una frustrazione sempre crescente anche a causa della mancanza di risposte precise.
Il Brasile, ma anche l’India, il Pakistan e l’indonesia si erano sollevati al grido di #whatsappdown ed erano non meno sconcertati di quanto non lo fosse l’Italia.
Ovviamente, una delle prime ipotesi ventilata è stata quella del cyber terrorismo o di un attacco di hackers.
WhatsApp in tilt per sei ore
Se siete frequentatori abituali di Internet o dei Social Network, probabilmente conoscete bene il senso di impazienza che si prova quando non riusciamo a visualizzare un contenuto.
Così gli utenti che avevano scaricato e installato WhatsApp erano in fermento per i loro contenuti “bloccati”.
Nell’impossibilità di inviare video, suoni o immagini, molti sono ricorsi ad altre piattaforme di messaggistica, come Messanger o Telegram. Ricordiamo infatti che, nel blackout dello scorso anno, Telegram era stato il solo a funzionare ininterrottamente.
L’attesa spasmodica è durata sei ore; poi, finalmente, i sistemi di WhatsApp si sono decongestionati e per gli utenti tutto è tornato alla normalità.
Cos’è successo veramente?
Restano poco chiare le cause del guasto a WhatsApp che ha tenuto in scacco audio e video per mezza giornata.
Sul profilo Twitter @Wabetainfo, dove vengono generalmente postati gli aggiornamenti di stato della popolarissima app di messaging, si parlava solo di una generica “impossibilità di trasmettere i contenuti multimediali”. Estesa, pare, al 90% degli utenti di tutto il mondo.
Non è ancora chiaro quali siano state le cause del guasto, ma l’ipotesi più plausibile è quella di un momentaneo problema ai server di Mark Zuckerberg.
Infatti, anche Facebook e Instagram hanno presentato qualche rallentamento e problema di login in alcuni Paesi del mondo, anche se non in maniera così evidente o massiccia.
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