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Il coronavirus sta creando problemi non solo per l’epidemia dilagante sulla popolazione, ormai anche le aziende stanno subendo i primi effetti dell’emergenza. Ma non basta, la tensione creata dal virus dilaga su internet: tra fake news e virus informatici ormai c’è scompiglio anche in rete.
Facebook e le fake news
Una presa di posizione netta quella di Facebook, che dimostra come le normative che regolano i contenuti siano sempre in evoluzione. Anche se Zuckerberg sostiene a piena voce di non voler essere un editore che decide cosa può essere postato o no sul suo social, la tendenza del social sta sempre più avvicinandosi a quella del censore.
In questo caso però la decisione di agire è comunque condivisibile. A Menlo Park si è lavorato per rimuovere tutti i contenuti falsi o fuorvianti da Facebook e Instagram.
Solitamente la gestione delle fake news non è così: si procede prima ad una verifica della segnalazione data dagli utenti o di una news scovata dai Fact Checker esterni. Queste, una volta approvate, non vengono tolte, ma ben sì depotenziate nella loro esposizione.
Principalmente perché la differenza tra notizie false, satira e opinioni personali è molto sottile, così Facebook ne riduce la diffusione ma non censura.
In questo caso invece sono stati rimossi da Facebook, per esempio, i post che invitavano a bere candeggina per curare il coronavirus e eliminati gli hashtag pericolosi su Instagram.
Stephen King lascia Facebook
D’altronde se un uomo come Stephen King lascia Facebook proprio per colpa delle fake news, bisogna fare qualcosa. Stephen King, scrittore americano di successo, noto per aver realizzato più di cinquanta romanzi, molti dei quali sono diventati anche film famosi, certo non si fa problemi a dire quello che pensa.
Così ha annunciato in Tweet la sua decisione. Sottolineando come ormai le notizie false circolino senza controllo, auto alimentandosi, e di come gli utenti non abbiano nessun strumento per difendersi.
Stephen King sul social aveva più di 5,6 milioni di seguaci ed esordisce su Twitter così:
Abbandono Facebook, non mi sento a mio agio con il flusso di informazioni false che sono consentite nella propaganda politica, e non mi fido della capacità di Facebook di proteggere la privacy degli utenti. Seguitemi su Twitter (me, e Molly, la Perfida), se volete.
Per chi non lo sapesse “Molly, la Perfida” è il suo cane. In questo particolare caso King si riferiva alla presa di posizione di Facebook relativa ai post a pagamento dei politici. Mark Zuckerberg infatti qualche giorno prima aveva annunciato che avrebbe continuato a non effettuare fact-checking sulle dichiarazioni dei rappresentanti della politica. Su Twitter invece questo genere di post sono del tutto banditi.
Altra nota che ha allarmato King, era stata poi l’affermazione di Zuckerberg riguardo il microtargeting: pratica per cui gli annunci a pagamento vengono mostrati ad un utente piuttosto che ad un altro basandosi sulle informazioni personali salvate sul proprio profilo.
Il virus informatico “coronavirus”
Ma tornando al coronavirus persi tra le fake news ci si ritrova a cercare informazioni su internet. Ma quando c’è una grande mole di ricerche tutte sullo stesso argomento, spesso c’è anche qualcuno che se ne approfitta e nascono così virus informatici per i mondiali di calcio, Games of Thrones e Trump.
I virus sono camuffati da normalissimi file PDF, MP4 o docx, che l’utente scarica nella speranza di avere informazioni aggiuntive riguardo un determinato argomentato. Così facendo però scarica un trojan o un worm.
Kaspersky fin’ora ne ha trovati “solo” 10 sul coronavirus, ma potrebbero aumentare, visto che l’epidemia è ancora in atto. Attenti quindi a ciò che scaricate mentre cercate di smascherare una fake news.
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