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I virus mutageni purtroppo sono una realtà più diffusa di quanto si pensi. Lo stesso Nuovo Coronavirus, denominato SARS-CoV-2, la cui malattia è stata chiamata Covid-19, ha suscitato allarme proprio per le sue capacità di mutare. Ma non è certo l’unico virus in circolazione con questa caratteristica; la stessa influenza è un agente patogeno mutageno, che può sviluppare nuovi ceppi di diversa aggressività.
Capire come funziona la natura mutagena dei virus è anche la chiave per riuscire a sconfiggerli. In questo campo la ricerca scientifica non conosce orari, e non si ferma mai. Infatti la battaglia contro virus di questo tipo è un’autentica lotta contro il tempo.
I virus mutageni spaventano proprio per la difficoltà di fondo nel trovare cure e vaccini efficaci. La scienza però insegna che anche queste terribili patologie possono essere sconfitte. O, quanto meno, contrastate.
Ma come fanno i virus a mutare la loro struttura, vanificando l’efficacia delle cure? Scopriamo insieme una delle minacce più subdole e diffuse con cui l’umanità deve confrontarsi ogni giorno, in ogni angolo del globo.
Cosa sono i virus e come si trasmettono
I virus, mutageni o meno, sono dei parassiti acellulari di dimensioni microscopiche. Per poter sopravvivere, hanno bisogno di un corpo ospite da “vampirizzare”.
Quando identificano una cellula che possa fungere da ospite, i virus si attaccano alla membrana esterna e penetrano all’interno. A questo punto iniziano a replicare centinaia di altre cellule-virus, riproducendosi all’infinito.
I nuovi microrganismi, a loro volta, cercheranno altre cellule da “infettare”. Nel frattempo il virus termina le funzioni vitali della prima cellula ospite, causandone la morte. Dopodiché passa a sua volta a infettare altre cellule sane.
Quando parliamo di “trasmissione” dei virus (mutageni e semplici) ci riferiamo al modo in cui questi microrganismi passano dalle cellule di un corpo ospite a un altro. Il modo più temuto, perché più difficile da arginare, è quello aereo.
I microrganismi cioè rimangono attivi nell’aria e sulle superfici per un periodo di tempo determinato. E, se entrano a contatto con un corpo ospite compatibile, possono procedere a infettarlo.
I virus mutageni
Una minaccia ulteriore è rappresentata dai virus mutageni o trasformanti. Questi ultimi sono conosciuti scientificamente con il nome di retrovirus o virus a RNA.
La loro pericolosità è dovuta alla maniera in cui il retrovirus si “adatta” a un DNA diverso da quello che era in origine il suo target d’elezione. Se i virus normali sono molto selettivi nella scelta delle cellule ospite e possono affliggere solo cellule con un determinato nucleo, per i retrovirus questo non vale.
Infatti il virus è in grado di trasferirsi anche a cellule ospiti che in precedenza non erano compatibili con il suo DNA. Ciò permette, ad esempio, che una malattia di origine animale possa contagiare anche l’uomo.
Il SARS-CoV-2 o Nuovo Coronavirus rientra in questa categoria di patogeni. Ma non è certo l’unico; la scienza già in passato ha dovuto confrontarsi con i virus mutageni.
Un altro aspetto allarmante quando si parla di virus a RNA è la loro strabiliante velocità di adattamento. Spesso la mutazione avviene in tempi così brevi che non solo è difficile arginarla, ma perfino predirla. La ricombinazione genica, infatti, ha un preavviso brevissimo.
Il più emblematico di questi casi, prima dell’esplosione mediatica del Nuovo Coronavirus, era stato il virus H5N1. Originariamente sviluppatosi soltanto fra gli uccelli, si era modificato in brevissimo tempo per adattarsi a corpi ospiti mammiferi. E infettando, quindi, anche l’uomo.
Si possono sconfiggere i virus mutageni?
Da quanto detto finora emergono grosse difficoltà nell’arginare e contrastare i virus mutageni. Gli organismi ospiti, infatti, spesso non dispongono di anticorpi in grado di debellare la malattia.
Inoltre, i virus stessi possono sviluppare nuovi ceppi più aggressivi o più celeri, in grado di resistere a eventuali cure farmacologiche.
Non pensate, però, di trovarvi intrappolati in un film sugli zombie dove non c’è modo di arginare le epidemie. La scienza, infatti, in moltissimi casi è riuscita a contrastare l’azione dei virus a RNA, controllandone gli effetti e limitandone la portata.
I virus mutageni, infatti, solitamente causano infezioni dal lungo decorso, consentendo a medici e scienziati di testare varie terapie antivirali per tenere sotto controllo il fenomeno.
Un farmaco antivirale, per essere efficiente, deve avere un ampio spettro d’azione e poter agire anche su eventuali mutazioni del ceppo originario. Inoltre è fondamentale evitare un qualsiasi contrasto con il sistema immunitario dell’organismo ospite, che potrebbe causare crisi di rigetto.
Il caso più emblematico è stato forse quello dell’HIV. A tutt’oggi, gli unici pazienti completamente guariti dal virus sono soltanto due. L’ultimo risale a qualche giorno fa, in Inghilterra.
Ma il virus, oggi, è contrastato da farmaci antivirali che ne attenuano la ferocia. Impedendogli di replicarsi e dando migliori prospettive di vita a chi ne soffre.
Anche il Nuovo Coronavirus rappresenterà una sfida a lungo termine per gli scienziati? Da quanto sembra, no; infatti sarebbe già stata sintetizzata una prima fiala di vaccino contro il Covid-19. Che, tuttavia, sarà disponibile per l’acquisto solamente fra un anno.
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