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L’emergenza data dal Covid-19 non cessa e si sta cercando in tutti i modi di arginarla. Nascono così delle app specifiche come Alipay Health Code tra prevenzione e controllo della nazione.
L’applicazione è stata realizzata da un’azienda controllata dal colosso dell’e-commerce Alibaba e genera un codice QR per ogni utente: verde, giallo o rosso, ogni colore indica quanto l’utente può spostarsi in giro per la città.
Alipay Health Code cos’è e a cosa serve
Se il QR in tuo possesso è verde puoi accedere liberamente (una volta scansionato il tuo codice all’ingresso) a condomini, uffici, centri commerciali. Se il tuo codice è arancione invece ti spetteranno molte restrizioni, mentre se il tuo codice è rosso allora dovrai restare in quarantena preventiva per sette o addirittura quattordici giorni.
Un metodo per limitare la circolazione in modo personalizzato, consentendo ad alcuni più azioni e ad altri invece regimi preventivi di quarantena, senza penalizzare l’intera popolazione.
La vera domanda è però come quest’app generi il codice. Da dove prende i dati? Su che basi riesce ad attribuire un colore differente per ogni persona? Presumibilmente utilizza dati incrociati forniti dagli ospedali insieme a quelli dei social, per supporre una rete di persone frequentate. Ad ogni modo il calcolo rimane approssimativo, molti si lamentano infatti di non essere mai entrati in contatto con persone infette. Attualmente però girare in Cina senza quest’app è diventato pressoché impossibile.
Un articolo del New York Times parla di “esperimento per controllare i cittadini” e di un possibile collegamento con la polizia per quanto riguarda l’approvvigionamento dei dati.
Il sistema è stato lanciato l’11 febbraio ed è già utilizzato in 200 città e tre provincie. Quindi controlla attualmente gli spostamenti di 180 milioni di persone. E mentre anche Pechino sta pensando di utilizzarla, il NY Times si chiede se i dati condivisi nel codice sorgente alla voce “reportInfoAndLocationToPolice” non possano ledere eccessivamente il diritto alla privacy.
Sembrerebbe proprio che per la Cina il corona virus, grazie ad Alipay Health Code, sia diventato un’occasione per poter monitorare tutti i cittadini in maniera ancora più stringente.
Infatti l’app a detta proprio di chi l’ha realizzato, utilizza i big data e valuta il rischio d’infezione anche in base al questionario iniziale. Ma le molte persone a cui è stato segnato un codice rosso o arancione hanno iniziato ad intuire ci fosse dell’altro. Quindi si ipotizza il libero accesso a database governativi in cui è possibile trovare informazioni su voli aerei, biglietti ferroviari e per autobus.
Il modello della Corea del Sud
Sembra che la Cina, con il suo Alipay Health Code, non sia l’unico stato ad aver scelto un piano di controllo della popolazione. Infatti anche la Corea del Sud ha deciso di utilizzare questo approccio.
L’app in questo caso di chiama Corona 100m. Anche in questo caso l’uso dei dati incrociati di big data, posizione Gps e telecamere di sorveglianza ha fatto un po’ storcere il naso riguardo la privacy. Eppure, in Corea del Sud sostengono con orgoglio che è l’unico modo per sapere se si è stati in contatto con persone che hanno contratto la malattia.
Europa e Stai Uniti stanno osservando con attenzione il sistema, sottolineando i limiti di questo tipo di applicazione. Infatti nonostante l’utilizzo di quest’app i contagi non hanno un trend in discesa lineare. Diversi sono i picchi di ritorno che non sarebbero dovuti esserci. Tuttavia i risultati complessivi sono molto buoni, per cui queste app continuano ad essere sempre più utilizzate.
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