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La rivincita dei videogiochi è arrivata grazie all’iniziativa Play Apart Together, indetta dall’Oms per incentivare le persone a stare a casa e, al tempo stesso, a non isolarsi. Scopriamo esattamente di cosa si tratta esattamente.
Play Apart Together, giocare per accorciare le distanze
L’Organizzazione mondiale della sanità ha avviato questa campagna di sensibilizzazione chiamata #PlayApartTogether. Che è un invito a ridurre il più possibile le uscite, attuando il distanziamento sociale, rimanendo cioè a casa. Al tempo stesso, serve a preservare i legami interpersonali anche grazie alla collaborazione tipica che si deve mettere in atto in alcuni giochi online.
Per questo motivo saranno creati eventi dedicati, sessioni esclusive di gioco, ricompense in-game e alcuni titoli di videogiochi saranno distribuiti gratuitamente.
L’iniziativa è stata ufficializzata ed è ha il supporto di diverse realtà del settore videoludico, tra le quali: Activision Blizzard, Kabam, Snap Games, Amazon Appstore, Maysalward, Twitch, Big Fish Games, Playtika, Unity, Dirtybit, Pocket Gems, Wooga, Glu Mobile, Riot Games, YouTube Gaming, Jam City, SciPlay e Zynga.
Tra le aziende che hanno deciso di sostenere Play Apart Together spiccano Twitch, la nota piattaforma di live streaming, Activision Blizzard, Riot Games (creatrice di League of Legends) e YouTube Gaming. Mentre mancano all’appello Nintendo, EA e Ubisoft.
L’Oms spera che questa iniziativa raggiunga più persone possibile. Per aiutare così a prevenire da un lato la diffusione del virus e, dall’altro, a non lasciare troppo isolate le persone.
Infatti, ai tempi del multiplayer, si sa quanto sia coinvolgente il rapporto che si instaura tra i giocatori. Sodalizi che a volte vanno ben oltre l’attività di gaming.
Ray Chambers, ambasciatore dell’Oms per la strategia globale, ha anche esortato i produttori e gli sviluppatori di videogiochi a incoraggiare al rispetto delle norme di igiene e del physical distancing.
Un messaggio contraddittorio?
Ci si chiede se però questo messaggio non sia troppo contrastante rispetto a quello che solitamente viene detto. Sopratutto pensando a certi atteggiamenti di quei videogamer che invece finiscono per alienarsi nel mondo virtuale, tanto da far diventare questo eccesso una vera e propria patologia.
Infatti, proprio questo 22 gennaio, l’Oms, aveva inserito il gaming disorder nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems.
Il motivo era stato spiegato come la necessità di identificare e prevedere le dipendenze videoludiche. Sopratutto per gli operatori sanitari che devono scoprirle in tempo e pianificare gli interventi di trattamento più consoni.
Ma, in questo particolare momento, è evidente come il claim Play Apart Together significa utilizzare gli aspetti più utili dei videogiochi multiplayer. Dei momenti per comunicare, condividendo le emozioni delle partite giocate insieme, e come il tutto sia un ambiente privilegiato per la socializzazione.
E se con i videogiochi si potesse fare anche altro?
Ma perché oltre a videogiocare non passare il tempo imparando il coding?
Questa è l’idea di Microsoft che ha pensato di sfruttare le potenzialità educative dei videogiochi aprendo le porte al videogioco sandobox Minecraft, rilasciando contenuti educativi gratuiti. Sarà così possibile visitare la Stazione Spaziale Internazionale o apprendere le basi della programmazione.
Quindi oltre a partecipare all’iniziativa Play Apart Together, potete programmare o realizzare anche dei videogiochi tutti vostri.
Unity, per esempio, ha messo a disposizione una serie di lezioni gratuite di coding sulla sua piattaforma, per tre mesi, per imparare a sviluppare proprio i videogiochi.
Infine anche Riot Games ha messo a disposizione del materiale per la progettazione online di videogiochi, pensato espressamente per ragazzi delle scuole medie e superiori. Il programma era stato studiato per lo svolgimento in classe, ma Riot Games, in un Tweet, sostiene che sarà fantastico anche a casa.
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