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Sono gli anni dell’esplorazione spaziale, presto viaggeremo così tanto e a lungo nello spazio che sorgeranno una miriade di problemi politici e legali a cui dobbiamo iniziare a pensare. La geopolitica dello spazio inizia a far parlare di sé ed ha bisogno di attenti e minuziosi studi.
Come il recente dibattito tra Usa e Cina per il “possesso” della luna. O la disputa legale tra due coniugi che ha visto compiere, da una parte, il primo reato spaziale per mano di un astronauta. Cosa succederà se in futuro nascerà il primo bambino nello spazio? Avrà tutte le cittadinanze o nessuna? Lo spazio deve essere considerato come acque internazionali? E i satelliti e i pianeti dove l’uomo (o chi per lui) mette piede?
La corsa alla Luna
La corsa alla Luna ha spinto, nel secolo scorso, Stati Uniti e Russia a mettere in campo tutte le loro conoscenze e competenze. Ma dietro alla romanzata ambizione di divenire il primo uomo a calpestare il suolo lunare era celato il conflitto militare che ancora intercorreva tra le due potenze.
Oggi tutti sappiamo che sul suolo lunare sventola bandiera americana. La cooperazione tra gli stati ha portato in tempi moderni a grandi conquiste spaziali. Come la realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale, dove ogni giorno collaborano astronauti e scienziati di ogni parte del mondo.
Molte delle sonde che vagliano il sistema solare, seppur battenti bandiera americana, sono il risultato di collaborazioni e nascondono in sé un pezzetto di ogni organizzazione spaziale.
La corsa alla Luna è finita, l’America ha mostrato al mondo la sua supremazia, ma i recenti dibattiti a riguardo hanno dimostrato che quella bandiera che sventola sul suolo lunare nulla vale nello scenario della geopolitica dello spazio. La luna non è americana. E mentre ci concentriamo a una nuova corsa spaziale, quella per Marte, le potenze mondiali ci assicurano che questa volta sarà diverso. Questa volta, infatti, la missione è all’insegna della collaborazione, tant’è che la bandiera che sventolerà sul polveroso suolo marziano sarà quella del pianeta Terra.
Abbiamo, quindi, infine compreso che la collaborazione porta a risultati maggiori o sarà ancora l’ambizione a spingere l’uomo a fare di meglio?
La nuova frontiera della guerra spaziale
Non esistono più le grandi guerre di un tempo, fortunatamente, eppure le grandi potenze mondiali sono ancora in conflitto, in un modo diverso. Probabilmente gli Stati Uniti d’America che da sempre hanno considerato lo spazio una loro proprietà, proprio non ci stanno a non considerarlo tale.
Qualche mese fa la Northrop Grumman, una società che collabora con il pentagono, ha lanciato un drone che per la prima volta è stato in grado di agganciare e rifornire un satellite che stava esaurendo il proprio propellente.
Dopo la buona riuscita della missione, il pentagono ha scelto proprio la Northrop Grumman per realizzare un’intera flotta di droni spaziali. Tutto ciò è stato visto come una mossa politica, per riconfermare la supremazia dell’America sullo spazio.
Proprio il satellite interessato dalla missione che ha coinvolto il primo drone della nuova flotta, infatti, era stato “spiato” anni fa da un satellite russo, che gli si era avvicinato e lì era rimasto per molte settimane, nonostante Washington avesse intimato Mosca di spostarlo.
Geopolitica dell’esplorazione spaziale
Tutto ciò che dovremo sapere riguardo alla geopolitica dello spazio, tutti i risvolti e le ipotesi fatte attualmente su come potrebbe essere il futuro dell’esplorazione spaziale dal punto di vista politico, sono raccolti nel libro di Marcello Spagnuolo: “Geopolitica dell’esplorazione spaziale”.
Con la prefazione di Luca Parmitano e la postfazione di Carlo Pelanda, il libro esplora la geopolitica dello spazio partendo dalla corsa alla luna fino alle minacce informatiche del Cyberspazio.
“Questo libro è uno strumento per orientarsi nel mondo della scienza e della politica dell’esplorazione spaziale. È un compasso per navigare con l’autore in un affascinante viaggio Spazio-Temporale verso uno degli obiettivi più immaginifici dell’umanità” – Luca Parmitano.
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