Sbarca su Netflix una serie TV tutta italiana che ha fatto molto parlare di sé: è Curon, scopriamo di cosa si tratta.
Curon, la nuova serie Netflix
Si tratta della quinta serie italiana originale realizzata da Netflix, prodotta da Indiana Productions. Si rivolge ad un pubblico giovane, come anche altre serie precedenti, ma la storia a differenza delle altre ha note spettrali e thriller.
Sarà capitato a molti italiani di sentire leggende legate ai laghi. C’è chi sostiene che ci sia una città sommersa (anche se non c’è), chi pensa appaiano mostri fantastici e come in questo caso, che il campanile sia stregato.
Attinge infatti dal folclore locale della zona in cui è realizzata, la nuova serie Netflix, un paesino del Trenino-Alto Adige, precisamente a Curon Venosta. Girato da Fabio Mollo e Lydia Patitucci, la storia è invece scritta da Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, capitanati dall’head Writer Ezio Abbate che hanno costruito una trama dai toni fantasy.
La trama
Anna Raina è una donna milanese con due figli gemelli: Mauro e Daria, entrambi adolescenti. Per problemi personali, decide di far ritorno (dopo quasi 17 anni) nel suo paese natale: Curon, una località montana che si affaccia su un lago circondato da un’ambiente ancora selvaggio. Anna era scappata dal paese dopo la morte violenta della madre.
Il nonno Thomas saputa la notizia cerca di dissuadere in qualsiasi modo Anna, in paese infatti dopo la morte della nonna nessuno li vuole rivedere, ma niente sembra convincere Anna che si trasferisce lo stesso. Così la famiglia raggiunge Curon e si stabilisce nello strano e sinistro albergo del nonno. I ragazzi una volta arrivati partono subito in esplorazioni, mentre Anna in breve tempo sparisce in circostanze misteriose.
I due ragazzi si mettono così alla ricerca della madre scomparsa, ma il loro girovagare nel paese non fa che far emergere nuovi misteri sepolti. Scoprono così man mano di dover gestire un’importante eredità familiare.
La storia vera
La serie Curon porta il fascino di Curon Venosta, in Trentino, precisamente nella provincia autonoma di Bolzano che si affaccia su uno specchio d’acqua. Il lago si chiama Resia ed è artificiale: fu realizzato infatti per produrre energia elettrica. Risalgono al 1950 i lavori per realizzare una grande diga per unificare tre laghi naturali vicini fra loro: il lago di Resia, il lago di Curon e il lago di San Valentino alla Muta.
Ma l’operazione sommerge letteralmente 163 case e 523 ettari di campi coltivati. Il bacino del nuovo lago copre 6 chilometri di larghezza e uno nel punto di maggiore profondità.
Delle 163 case, molte furono ricostruite più a monte, ma dal lago è sempre emerso il campanile della vecchia Curon. Nonostante gli anni passati, gli abitanti della zona sostengono che ancora oggi, quando spira il vento, è possibile udire le campane suonare.
La critica alla serie Curon
Nonostante sia un prodotto Netflix e l’ambientazione meriti una nota a parte per il fatto stesso di essere una città fantasma sotto un lago, la serie non convince del tutto.
Sicuramente si è fatto un passo avanti rispetto a la precedente serie Luna Nera (sempre su Netflix) ma molto ha da spartire con prodotti come Les Revenats (a cui molti aspirano). Nonostante questo, forse perché sono davvero fratelli gemelli o forse solo per fortuna, i due attori principali riescono a reggere la trama non estremamente convincente portando a conclusione la prima serie.
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