Il racconto delle creazione del super computer quantistico di Honeywell potrebbe entrare nella storia della tecnologia come quella di una Cenerentola moderna.
Honeywell, un’azienda statunitense fondata nell’Indiana agli inizi del secolo scorso, si è fatta le ossa producendo termostati ed è arrivata nel 2020 a sfondare con la creazione di un supercomputer quantistico che fa invidia a quello di Google e di IBM.
Chi fa da sé fa per tre
Come dichiarato a grandi lettere sul loro sito:
Perché aspettare il futuro, quando puoi crearlo?
Questo devono essersi detti i dirigenti di Honeywell 10 anni fa, quando il progetto del super computer quantistico è stato lanciato.
Partendo dall’essere esperti nella produzione di termostati, Honeywell ha ampliato le sue aree di competenza nel settore nucleare, aerospaziale e della difesa, passando per le tecnologie della costruzione e senza tralasciare neanche l’industria automobilistica.
Insomma, negli anni Honeywell ha dimostrato di non avere paura e di poter essere un’azienda competente in settori tecnologici di svariata natura.
Il super computer quantistico, un sogno nel cassetto
Ma non bastava! A coronare i successi di questa piccola azienda è arrivato nel 2020 il super computer quantistico.
Honeywell ha formato un team di esperti esponenti dei vari settori coperti dal suo business e ha messo in opera la creazione del suo supercomputer.
La chiave del successo, risiede però proprio nel suo prodotto originario più famoso: i termostati.
Ragionare a mente fredda
I computer quantistici possono infatti elaborare dati ad una frazione della velocità dei normali computer, consentendo loro di testare più soluzioni ad un problema in una sola volta.
Questa capacità deve essere però sostenuta proprio cercando di evitare il surriscaldamento del supercomputer e quindi, di conseguenza, facendo affidamento a dei sistemi criogenici efficienti e dei termostati capaci di mantenere le condizioni di temperatura ideali per il funzionamento del supercomputer.
Google e IBM, sorellastre gelose?
La competizione per la “quantum supremacy”, cioè la supremazia nel campo della tecnologia quantistica, è feroce.
L’anno scorso, Google ha suscitato entusiasmo e polemiche proclamando la propria “supremazia quantistica” con una computer che, a suo dire, poteva risolvere un calcolo in pochi secondi che avrebbe richiesto migliaia di anni ad un computer tradizionale.
IBM ha respinto la dichiarazione di Google, che non ha condiviso la misurazione dei parametri quantistici relativi al suo computer, e ha inoltre recentemente riaperto la diatriba con l’affermazione che il uno dei suoi supercomputer avrebbe raggiunto un volume quantico di 32.
A titolo di confronto, il computer di Honeywell avrà un volume quantico di 64 che l’azienda si aspetta di poter decuplicare ogni anno.
Cervellone in affitto
Oltre ovviamente a attirare l’attenzione su di sé, il progetto del super computer quantistico di Honeywell ha aperto la porta a moltissime potenziali collaborazioni.
Sebbene inizialmente Honeywell avesse messo in opera il progetto del super computer quantistico per potenziare e velocizzare i propri progetti, la possibilità di usufruire del supercomputer è risultata interessante per molte altre aziende.
Honeywell prevede infatti la possibilità di affittare la potenza di calcolo del suo supercomputer ad altre aziende, consentendo ai clienti di inviare i calcoli da eseguire tramite la piattaforma Azure cloud di Microsoft (MSFT).
#futureshaper, il futuro non aspetta
Dalla finanza allo sviluppo di nuovi prodotti farmaceutici, le possibili applicazioni coperte dalle capacità del super computer quantistico sono davvero varie ed interessanti. Con il suo hashtag #futureshaper, creatori di futuro, Honeywell sembra non voler lasciare dubbi: Cenerentola vi farà le scarpe!
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