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È dal 1966, ormai, che le Soyuz solcano i cieli portando astronauti di ogni parte del mondo. Una età più che veneranda per una capsula spaziale. Certo, nel corso degli anni essa ha subito continui aggiornamenti, ma forse è giunta l’ora di andare in pensione. È così che entra in gioco Orel, la capsula russa che sostituirà le Soyuz.
Orel, un progetto lungo 20 anni
Sono più di 20 anni, a dir la verità, che la Russia cerca una sostituta per le care vecchie Soyuz, che ultimamente, come abbiamo visto, non se la passano molto bene. Eppure nessun progetto è mai riuscito ad andare oltre il modello in scala.
Partiamo dai primi anni 2000, quando la NASA scelse la Capsula Orion per tornare sulla Luna con il progetto Constellation. Ciò spronò la Russia ha cercare, anch’essa soluzioni alternative. Iniziò lo studio di un veicolo che potesse portare i cosmonauti fuori dall’orbita bassa terrestre.
Il primo modello presentato fu Kliper, realizzato dalla società RKK Energia. Si trattava di un piccolo spazioplano, riutilizzabile, con una capienza di 6 astronauti e 500 kg di cargo utile. Ma il progetto era forse troppo dispendioso e la Russia chiesa l’appoggio dell’Europa.
Il progetto Kliper fu quindi accantonato, per lasciare il posto ad una nuova capsula, chiamata CSTS (Cre Space Transportation System) o ACTS (Advanced Crew Transportation System).
Ma l’Europa lascio il progetto nel 2008, lasciando che la Russia lo portasse avanti da sola. Secondo alcune voci i motivi della rottura sono legati al fatto che la Russia non volesse cambiare il suo vecchio design e avesse deciso di lanciare le navicelle non più dal famoso sito in Kazakistan, ma da Vostochny, al confine estremo est del paese.
La capsula PPTS, PTK NP o Federatsiya
Rimasta sola la Russia ribattezzò il progetto con il nome di PPTS, Perspektivnaya Pilotiruemaya Transportnaya Sistema (Sistema avanzato di trasporto con equipaggio).
Il progetto era davvero ambizioso. La nuova capsula era riutilizzabile fino a 10 volte, adattabile sia per il volo orbitale che lunare. Anche il razzo scelto per lanciare la capsula era molto all’avanguardia. Si trattava del Rus-M, un nuovissimo razzo realizzato dalla TsSKB Progress di Samara e dalla KB Mashinostroenia.
Ma il progetto del Rus-M venne chiuso definitivamente nel 2011. Ma anche la PPTS, nel frattempo, aveva subito sostanziali modifiche. Intanto non si chiamava più PPTS, ma PTK NP (Nuova Nave Pilotata da Trasporto). Questa nuova nave poteva portare dai 4 ai 6 cosmonauti, volare per 14 giorni, rimanere attaccata alla ISS per 365 giorni e orbitare attorno alla luna per ulteriori 200 giorni.
Nel 2016 in Russia venne indetto un concorso per dare un nuovo nome alla capsula PTK NP. Il nome vincitore fu Federatsiya (Federazione).
Ma le cose, anche questa volta, non andarono come sperato. I costi si sono rivelati eccessivi e a pagarne le conseguenze è stato il sistema di atterraggio. Inoltre anche i tempi si sono notevolmente allungati.
La capsula OREL
La capsula PPTS, PTK NP o Federatsiya cambia il nome per la quarta volta nel settembre del 2019, quando divenne OREL, in russo aquila.
Questa volta, però, sembra essere la volta buona!
I problemi economici forse sono stati risolti e il sistema di atterraggio è tornato a far parte del progetto della nuova capsula russa. Ora la OREL ha le zampe per l’atterraggio, anche se continuerà ad avvalersi dell’ausilio del paracadute. Sarà però possibile guidare la navicella nelle ultime fasi dell’atterraggio, rendendola riutilizzabile.
La capsula OREL ha già una fitta tabella di marcia. Per la fine del 2020 sono previsti i primi test di atterraggio del modulo di discesa. Mentre i primi test di volo senza equipaggio sono previsti per il 2023. Per il primo volo con equipaggio umano dovremo attendere fino al 2025. Mentre per il primo viaggio lunare della capsula OREL la Russia promette che questo avverrà per il 2029.
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