Ultimamente si parla molto di monopoli informatici, soprattutto nell’ambito dei social network. Dfinity è il progetto di Dominic Williams, che si propone di sfidare i social network, e non solo, con una piattaforma libera e senza padroni.
Monopoli digitali
Abbiamo studiato e appreso dagli errori del passato (e del presente) quanto deleterio possa essere il monopolio per l’economia.
Eppure oggi stiamo assistendo ad uno tra i più grandi monopoli mai esisti: quello digitale.
Non ce ne accorgiamo, passa inosservato e silenzio, ma il World Wide Web è un grandissimo monopolio. Si tratta di un luogo dove è difficile innovare senza arricchire chi è già ai vertici di Internet. Un esempio su tutti, chi mai monetizzerebbe la propria attività online su un motore di ricerca diverso da quello di Google?
“Così come non accettiamo il potere assoluto di un re, allo stesso modo non dovremmo accettare che sia un re a trasportare, produrre e vendere tutto ciò che ci è necessario per vivere”. – Sherman Act, durante la causa contro il monopolio della Standard Oil Company di J.D. Rockefeller, 1911.
Non abbiamo cambiato il nostro modo di pensarla sui monopoli, ma essi continuano ad esistere, si muovono furtivi tra il mondo reale e quello digitale, ma c’è chi sogna di cambiare tutto ciò.
Che cos’è Dfinity
Dfinity è un’organizzazione no-profit, con sede a Zurigo e con uffici collocati nella Silicon Valley, a Palo Alto e a San Francisco. Fu fondata nel 2016 da Dominic Williams, con lo scopo di sostituire il World Wide Web.
Dominic Williams puntava a togliere i monopoli creatosi all’interno di internet, spodestando i re indiscussi del web, come Google, Amazon, Microsoft, Facebook. Secondo Williams questi si sarebbe impossessati di internet rendendolo ad oggi un luogo inaccessibile per i più piccoli.
Dfinity nasce come l’acerrimo nemico di Internet. Una piattaforma ancora vergine, priva di monopoli, decentralizzata. Un sogno come lo era Internet degli anni ’90, quando ancora non era stato impossessato dalle grandi multinazionali, quando ancora c’erano basse barriere d’ingresso e gli innovatori che volevano affacciarsi a questo nuovo mondo non dovevano sottostare alle regole dettate da un monopolio nascosto sotto mentite spoglie.
L’obiettivo principale di Dfinity è quello di eliminare il “platform risk”, ovvero il rischio derivante dal costruire una propria tecnologia su una piattaforma altrui.
Come funziona Dfinity
Dfinity dovrebbe funzionare proprio così, come il World Wide Web, ma libero, decentralizzato, senza padroni. È come riuscire a fare una rivoluziona tecnologica all’infuori di Amazon, per esempio.
Williams, con la sua piattaforma, vuole quindi sostituire l’IP (Protocollo Internet) con l’“Internet Computer Protocol”. All’interno di questo nuovo protocollo i software possono operare in modo libero.
In Dfinity non esisterebbero servizi di cloud computing, server centralizzati, Dns, niente di tutto ciò che ci tiene costantemente legati alle grandi multinazionali. Ma si potrebbe utilizzare internet direttamente come un’immensa piattaforma, scrivendo direttamente su di esso.
Dfinity sembra un sogno bellissimo, ma il problema di una piattaforma così libera e aperta sarebbe quello legato alla sicurezza. E il problema della sicurezza, ad oggi, sono proprio quelle multinazionali che Dominic Williams voleva sconfiggere a gestire.
I progetti di Dfinity
Qualcosa, però, Dfinity l’ha già fatto. Un paio di progetti per soppiantare alcuni tra i social network più importanti (e monopolizzatori) del web.
A inizio anno è stato presentato LinkedUp, il LinkedIn senza padroni. La potenza di calcolo di LinkedUp non proviene da Amazon AWS, da Google Cloud o da Microsoft Azure. Questa piattaforma si basa, invece, sull’architettura stessa di Dfinity.
All’inizio dell’estate, invece, è stato presentato il sostituto di Tik Tok: Can Can. Si tratta di un’applicazione in tutto e per tutto molto simile al famosissimo Tik Tok, ma che verrà eseguita su una piattaforma che non è di nessuno.
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