TikTok è ancora una volta al centro delle polemiche negli Stati Uniti. Dove la diatriba digitale fra il presidente Donald Trump e i programmatori cinesi non sembra destinata a placarsi.
L’offensiva del presidente USA contro la Cina del resto non è certo una novità. Ne è stato un esempio il veto a Huawei. Nonostante i pesanti dazi imposti da Google, i consumatori però continuano a prediligere i telefonini cinesi. Al punto che Huawei, pur soffrendo di un drastico calo nelle vendite, ha comunque stabilito un nuovo record nel mercato degli smartphone. Oltrepassando anche gli storici avversari di lunga data, come Apple e Samsung. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
Ma l’aspra battaglia fra gli USA e Huawei non è che la punta dell’iceberg. Nell’occhio del ciclone adesso c’è TikTok. La celebre piattaforma di video sharing non è amata dagli Stati Uniti. Nel mirino degli USA ci sarebbe anche il programma WeChat; reo, secondo gli USA, di carpire informazioni personali dei cittadini statunitensi.
Insomma un’autentica lotta all’ultimo sangue che sembra uscita dalle atmosfere di Game of Thrones. Perché anche al gioco del ban o si perde o si muore.
TikTok gate, i dubbi sulla sicurezza e le accuse di Donald Trump
Il TikTok gate nasce da molti fattori concomitanti. Non ultima la sfiducia degli Stati Uniti per quanto riguarda la sicurezza della piattaforma.
TikTok è un’applicazione per condividere brevi video (di durata non superiore a pochi minuti) con un accompagnamento musicale selezionato dall’utente. Un po’ content sharing, un po’ messaggistica, l’app è diventata amatissima in tutto il mondo. In particolare sono i più giovani, bambini e teenager, a impazzire per TikTok. Ma anche alcuni influencer si sono “convertiti” alla nuova piattaforma.
Secondo gli USA, però, il rischio principale è proprio per la sicurezza. L’applicazione cinese non fornirebbe sufficienti garanzie per il mercato USA. Che ha accusato l’azienda produttrice di raccogliere illegalmente dati personali. Spesso di soggetti minorenni, talvolta perfino bambini.
Anche in Italia si discute molto sulla sicurezza del materiale presente in TikTok. Ma non solo. Infatti sembra che la stessa Intelligence stia monitorando la piattaforma cinese. TikTok potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale statunitense. E il presidente Donald Trump non ha dubbi; l’applicazione deve passare obbligatoriamente sotto il controllo statunitense… oppure chiudere.
Nella prima ipotesi, a gestire l’applicazione e le sue banche dati non sarà più ByteDance, l’azienda che ha “fondato” TikTok. Ma piuttosto un competitor statunitense, fra i molti che vogliono impadronirsi dell’applicazione di successo. Diverso il caso in cui Trump decida effettivamente di bannare TikTok. In tal caso non sarà più possibile, per gli utenti USA, condividere i propri video o installare l’app sui dispositivi acquistati negli States.
Inoltre, ogni tentativo di aggirare il ban (magari, banalmente, servendosi di VPN) potrebbe rappresentare una seria infrazione alle leggi federali.
Il ban di Donald Trump e la revoca temporanea che arriva da Washington
Trump ha espresso il suo ultimatum in termini molto chiari. O la Cina accetta di vendere TikTok a un acquirente statunitense, o la piattaforma non sarà più disponibile in territorio USA.
Sempre secondo il Presidente degli Stati Uniti, il 15 Settembre si sarebbe deciso del futuro della piattaforma. E dagli Stati Uniti non mancavano i segni di interesse. Fra le aziende che hanno occhieggiato TikTok ci sono anche Facebook e la stessa Microsoft.
La Cina però è insorta con decisione contro il diktat di Trump. Rivendicando, da un lato, il diritto di diffusione dei propri programmi e applicazioni. E, dall’altro, contestando l’autentica guerra fredda degli States contro le tecnologie Cinesi. Prima Huawei, poi TikTok e WeChat; il conflitto si riaccende in ambito digitale. E la tensione, fra le due superpotenze, è ormai alle stelle.
Poi, all’improvviso, da Washington è arrivato un colpo di coda. Che ha sbalordito tutti, perfino lo stesso Trump. Un giudice federale ha infatti sospeso, a titolo temporaneo, il blocco imposto dal presidente USA all’app cinese. Che è ancora legalmente di proprietà dell’azienda ByteDance.
E proprio ByteDance annuncia di voler contrattaccare, impugnando il ban di Donald Trump. “Non siamo affatto un rischio per la sicurezza nazionale”, affermano i portavoce della società. “TikTok, come i nostri altri applicativi, è assolutamente sicuro.“ E contestano la mancanza, da parte degli USA, di un regolare processo.
A tutt’oggi, l’esito dello scontro è tutt’altro che scontato. La Cina riuscirà a mantenere il controllo sulla sua creatura, quotatissima in borsa? O sarà lo strapotere degli USA ad avere l’ultima parola?