Il Nuovo Coronavirus continua a far parlare di sé. E non solo per l’aumento dei contagi in tutto il mondo. Se all’inizio della pandemia si conosceva ben poco di questa minaccia virale, oggi la ricerca fa passi da gigante. Perché per sconfiggere il Covid è fondamentale conoscerlo. Sapere dove colpisce, individuarne sintomi e conseguenze. E, si spera, anche ottenere in tempi brevi un vaccino e cure più mirate ed efficaci.
L’ultima scoperta degli scienziati, però, getta luce su una nuova minaccia. Il Coronavirus infatti potrebbe non colpire solo l’apparato respiratorio e vascolare. Sono emerse nuove, inquietanti rivelazioni su come il virus sia in grado di danneggiare pesantemente anche il cervello.
I bersagli del Coronavirus
Ma quali sono gli organi maggiormente intaccati dal Nuovo Coronavirus? Al primo posto, come abbiamo imparato in questo frenetico 2020, ci sono i polmoni. Il virus si traduce in un’autentica forma di polmonite interstiziale. Che spesso lascia strascichi anche molto duraturi, e difficili da arginare.
I polmoni non sono però l’unica vittima del virus. Fra gli organi colpiti figurano anche il cuore e l’apparato cardiovascolare. Di qui la necessità di ricorrere ad anticoagulanti che impediscano l’insorgenza di trombosi spesso dall’esito letale. Responsabili, peraltro, di molti decessi della “prima ondata”, quando il comportamento del virus era ancora poco conosciuto.
Anche l’intestino può risentire di un’infezione da Covid-19, e nel caso degli uomini, quasi il 20% dei pazienti ha riscontrato problematiche successive che coinvolgono la prostata.
Ora, però, arriva una nuova minaccia; infatti il Coronavirus potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sul sistema nervoso. Con danni gravi, addirittura al livello di ictus ed episodi epilettici.
I virus che attaccano il sistema nervoso
Il Covid-19 non è del resto il primo virus a coinvolgere anche il sistema nervoso; tanto quello centrale che quello periferico.
Analoghe manifestazioni si sono verificate anche con la Sars del 2003, che appartiene alla stessa famiglia da cui ha origine il Coronavirus. I pazienti affetti da Sars, in seguito ai problemi respiratori, avevano in numerosi casi manifestato delle encefaliti anche di natura molto grave.
Anche la fantomatica “febbre Spagnola“ non fa eccezione. Questa terribile influenza nei primi decenni del 1900 provocò oltre cinquantamila milioni di vittime. Fra queste, molte manifestarono forme di encefalite molto simili al Parkinson.
Proprio dallo studio degli strascichi della Sars sull’encefalo si è potuti risalire alla scoperta che il Coronavirus attacca anche il cervello. E presenta rischi finora inaspettati.
Il Coronavirus e l’encefalite
Ma quali sono i modi in cui il Coronavirus attacca il cervello? La risposta è molteplice e arriva dall’Università di Goteborg, in Svezia.
Secondo un’analisi condotta su 47 pazienti ospedalizzati, sarebbero a rischio sia pazienti con sintomi gravi che medi. Ovviamente peggiore è il quadro clinico e più facile sarà che il virus intacchi anche il sistema nervoso. In generale, però, anche soggetti senza necessità di ossigenoterapia hanno riscontrato problemi di natura cerebrale.
Non bisogna però confondere i sintomi di infezione da Coronavirus con i disturbi psichici causati dallo stesso. Fra minacce batteriologiche e il rischio di nuovi lockdown, la pressione psicologica è enorme. Ne emerge un quadro clinico psichiatrico fortemente compromesso. Il quale però non ha ripercussioni fisiche sul cervello.
Al contrario, nei pazienti svedesi gli scienziati hanno riscontrato sintomi fisici e clinici. Fra questi, l’incremento di due biomarker. Il primo, il gfap, è una proteina che sfocia nel sangue quando le cellule cerebrali e i neuroni sono danneggiati. Il secondo è il Nfl, e anche in questo caso se ne riscontrano residui all’interno del sangue nel momento in cui la cellula originaria è danneggiata o morente.
L’aumento di queste proteine è stato esponenziale nei casi che hanno necessitato di ventilazione assistita. Insomma, il Coronavirus danneggia gravemente anche il cervello. Con sintomi che comprendono ictus, ischemie e perfino il malfunzionamento del midollo spinale.