© 2000-2023 - Enkey Magazine - Tutti i diritti riservati
ENKEY SNC - P.IVA IT03202450924 / Cod. REA CA253701 - Tel. 078162719
Avete mai ricevuto sul vostro computer, tablet o smartphone immagini pornografiche non richieste? Solo nel Regno Unito più del 40% della popolazione tra i 25 e i 35 anni (principalmente donne) è rimasta vittima di cyber flashing, un nuovo tipo di molestia che vede il porno come strumento di molestia.
Significato di cyber flashing
Letteralmente la parola “cyber” indica il non-luogo in cui avvengono queste molestie, ovvero il web. La parola “flashing” invece significa “lampeggiante” ed è la metafora delle immagini che vengono condivise, molto spesso in forma subliminale, ovvero come dei flash sullo schermo dei dispositivi attaccati.
Con le nuove tecnologie i metodi per commettere questi abusi sono in aumento. In particolare il cyber flashing consiste nell’invio di immagini oscena a persone sconosciute attraverso servizi di messaggistica che usano bluetooth o AirDrop. Quest’ultimo è uno strumento Apple attraverso il quale si può condividere contenuti all’istante con altri dispositivi della stessa famiglia che stanno nelle vicinanze.
Perché si usano questi strumenti?
AirDrop in particolare, attraverso le sue impostazioni di default, permette di inviare a chiunque in qualunque momento immagini in forma anonima. Chi le riceve è costretto a visualizzarle in anteprima, prima di decidere se accettarle o meno. Da qui il motivo per cui è il sistema più utilizzato dai criminali del cyber flashing.
Con il bluetooth, anche se negli ultimi anni è un sistema che sta cadendo in disuso, è la stessa cosa e questo ha generato una serie di abusi in strada, sui mezzi pubblici, etc. La cosa inquietante è che il molestatore non solo è uno sconosciuto perché agisce in forma anonima, ma si trova nelle vicinanze della vittima.
La legge non aiuta
Essendo un tipo di molestia e di crimine appena nato, le leggi non riescono a tenere il passo con l’innovazione tecnologica e non tutelano chi rimane vittima di questi abusi.
Molto spesso questi episodi di esibizionismo nudo e crudo vengono minimizzati e le vittime cadono in loop depressivi o iniziano con terapie di sostegno senza poter dar un volto al loro mitomane.
Come difendersi dal cyber flashing
Difendersi da questi abusi non è semplice: i fanatici del web o i molestatori con capacità nerd trovano sempre la strada per insinuarsi nei dispositivi di chi vogliono. Ci sono però piccoli accorgimenti che possiamo utilizzare per tenere le distanze da queste molestie e difenderci dai cyber mitomani.
Anzitutto limitate il vostro AirDrop oppure tenete spento il bluetooth quando non vi serve. Per AirDrop vi basterà andare nelle impostazioni del vostro iPhone e selezionare la voce “Generali”. A quel punto selezionate “AirDrop” e scegliete tra le opzioni “Ricezione non attiva” o “Solo contatti”. In questo modo avrete modo di limitare le condivisioni al vostro telefono da parte di sconosciuti.
Altri abusi basati sul web
Il cyber flashing è solo l’ultimo arrivato della famiglia dei crimini basati sulla tecnologia con tema principale la molestia sessuale. La lista è piuttosto lunga: dalla pornografia Deepfake al revenge porn fino ad arrivare all’upskirting. Fino al 2017 non esisteva una legge che li indicasse come reati e pertanto chi ne faceva uso contro terzi non era perseguibile.
E’ stata l’Australia la prima a porsi il problema e ad istituire un emendamento sui crimini in cui venisse citato che “costituisce reato registrare o distribuire intenzionalmente, o minacciare di registrare o distribuire, un’immagine intima di una persona senza il suo consenso”.
Quanto ancora dovremo aspettare prima che anche il cyber flashing venga giustamente condannato e si trovi un sistema per citare in giudizio le persone reali che si nascondono dietro alla tastiera che invia queste immagini indecenti? Purtroppo forse quando arriverà la legge che vieta questi abusi, nascerà un nuovo tipo di molestia online.
This post is also available in: English