Net-Zero, ovvero emissioni zero. Uno studio rivela come investimenti mirati possano accelerare i cicli d’innovazione per contribuire ad affrontare il cambiamento climatico. Questo creerebbe anche milioni di posti di lavoro, generando utili per quasi 800 miliardi di euro. Scopriamo come.
Lo Studio Capgemini Invent
Il brand del Gruppo Capgemini si dedica da anni all’innovazione, alla consulenza e alla trasformazione digitale. Lo scorso anno ha pubblicato il Capgemini Invent, un nuovo report che evidenzia una serie di progetti tecnologici che possono accelerare la ripresa economica. Come? Contribuendo a garantire il raggiungimento da parte dell’Europa degli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di gas serra fissati per i prossimi anni.
Lo studio presenta una serie di linee guida rivolte a decisori politici e investitori, illustrando loro progetti realizzabili attraverso l’utilizzo di tecnologie Net-Zero.
Cosa faranno ora gli Stati Europei?
Diciamo pure cosa hanno già fatto. Dopo l’uscita dello studio ad ottobre dello scorso anno, gli Stati membri dell’UE hanno iniziato a presentare i propri programmi nazionali di ripresa e resilienza. Nonostante ciò le domande a cui rispondere sono tante.
Intanto il report “Fit for Net-Zero” ha studiato e analizzato le tecnologie presenti e future in 5 settori economici interconnessi. Stiamo parlando di energia, edilizia e costruzioni, industria, trasporti, alimentare e uso del suolo.
I rilevamenti dello studio verso la Net-Zero
La cosa fondamentale che questo studio ha rilevato è che il rafforzamento delle politiche dell’UE può accelerare il ciclo dell’innovazione e la diffusione di tecnologie pulite.
Questo sarà possibile grazie all’impiego d’investimenti senza soluzione di continuità nel ciclo dell’innovazione.
Tali investimenti sono volti ad aiutare le imprese tradizionali ad aumentare drasticamente l’implementazione e la commercializzazione di tecnologie Net-Zero.
Tecnologie a basse o zero emissioni di carbonio, che andranno a coadiuvare gli altri finanziamenti già esistenti per le fasi seed e early-stage.
Tutto questo dovrebbe accompagnare una spinta per garantire che le innovazioni a basse emissioni di carbonio possano accedere al mercato, intensificando anche le attività di ricerca e sviluppo.
Impatto zero del carbonio
Abbiamo visto come in tutto il mondo si sta lavorando per cercare una soluzione al problema ambientale per migliorare le nostre condizioni di vita.
Il punto dei progetti legati alle tecnologie Net-Zero è raggiungere la neutralità del carbonio per arrivare a ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica.
Lo stato di carbonio neutro può essere raggiunto principalmente in due modi. Il primo è bilanciare le emissioni di anidride carbonica con le compensazioni di carbonio. Questo processo di compensazione di carbonio prevede la riduzione o prevenzione delle emissioni di gas serra.
Non solo, si sta cercando un modo per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera terrestre compensandone le emissioni altrove.
In pratica se si riuscisse a trovare il sistema di portare il totale dei gas serra emessi uguale alla quantità totale di anidride carbonica evitata o rimossa dall’atmosfera, i due fattori si annullerebbero a vicenda portando le emissioni allo stato neutro.
Modifica delle fonti energetiche
Il secondo sistema per raggiungere lo stato neutro del carbonio sarebbe quello di cambiare le fonti energetiche ed i processi industriali.
Il passaggio ad energie rinnovabili, come quella idroelettrica, eolica o solare, ridurrebbe le emissioni dei gas serra.
Sebbene sia l’energia rinnovabile che quella non rinnovabile producano entrambe emissioni di carbonio in qualche forma, quelle rinnovabili hanno resa minore o uguale a zero.
Questo vuol dire iniziare a pensare a consumare anche meno energia e risparmiarla per ciò che serve realmente alla vita, producendo emissioni di carbonio inferiori rispetto a quelle dei combustibili fossili.
La cosa più difficile è e sarà apportare modifiche agli attuali processi industriali e agricoli. Soprattutto in quest’ultimo campo, l’idea sarebbe quella di arrivare al Net-Zero cambiando la dieta del bestiame per ridurre la produzione di metano del 40%.
Alcune aziende stanno già lavorando in questo senso e stanno apportando modifiche importanti ai loro processi produttivi. Purtroppo però siamo ancora indietro rispetto all’aumento di proposte per l’utilizzo delle energie rinnovabili.
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