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Sembra che l’Euro digitale potrebbe essere presto realtà. Una forma sperimentale dovrebbe partire già entro la fine del 2021. Ma scopriamo bene insieme che cos’è questa moneta digitale, come funzionerà e quali benefici potrebbe portare.
La moneta digitale nel mondo
L’Europa si appresta a presentare la sua personale moneta digitale, ma lo fa come risposta alla Cina, che è già un passo avanti in materia.
La Cina ha, infatti, già avviato un programma di sperimentazione in quattro differenti città. La moneta in questione è il renminbi digitale.
Come risposta sia l’Europa che gli Stati Uniti d’America hanno iniziato a lavorare sulle loro monete, cercando una digitalizzazione quanto più veloce possibile.
Le notizie che giungono dagli Stati Uniti ci fanno sapere che anche oltre oceano stanno cercando di iniziare le sperimentazioni entro la fine dell’anno. Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve, dice che “per il dollaro digitale potrebbe essere necessaria una qualche forma di autorizzazione da parte del congresso alla banca centrale prima di procedere con qualsiasi sviluppo e lancio di una versione digitale del biglietto verde”.
L’Euro digitale
Ma torniamo nel caro vecchio continente. Anche se dalla banca centrale arrivano promesse di una imminente sperimentazione, di fatto l’Euro digitale è ancora solamente un’idea. Ma cosa è questa moneta digitale? Come possiamo capire davvero di cosa si tratta?
A spiegarlo è Silvia Attanasio, responsabile dell’Ufficio Innovazione dell’Associazione Bancaria Italiana: “Le sue caratteristiche possono essere dedotte dal report che la Banca Centrale Europea ha pubblicato e posto in consultazione a ottobre dello scorso anno.
Sarà una moneta emessa dalla Bce, molto diversa dalle cosiddette criptovalute e si affiancherà al contante. A dicembre, come Abi, abbiamo avviato un progetto di sperimentazione sull’euro digitale. Le banche italiane hanno sviluppato negli anni una forte competenza, con un’infrastruttura tecnologica molto efficiente che vedeva, a ottobre 2020, circa cento banche impegnate nel progetto Spunta Banca Dlt (Distributed ledger technology).
La blockchain del mondo bancario, pienamente operativa, può essere messa a disposizione della Bce. Nello specifico, stiamo realizzando versioni semplificate di ambiti di applicazione di un eventuale euro digitale nelle forme più utili per cittadini e imprese. E i primi test potrebbero partire dalla prossima primavera”.
L’Euro digitale è diverso dalle criptovalute
L’Euro digitale non è una criptovaluta. È una moneta reale e, come tale, tiene conto dei canonici criteri che ne definiscono il valore e l’inflazione. Ma è anche sbagliato dire che essa sia una moneta reale, perché di fatto essa non esiste.
Non vi è nessun pezzo di carta stampato dalla Bce, niente da riporre nel portafoglio. Eppure è come se fosse reale.
Moneta digitale ma senza conto corrente
Quindi non è una moneta fisica reale, non è una criptovaluta, ma non si tratta nemmeno di fare un pagamento attraverso la carta di credito o di debito. Tant’è vero che per utilizzare l’euro digitale non servirà possedere un conto bancario.
Essa è una banconota in formato elettronico che funzionerà esattamente come il denaro contante.
“L’Euro digitale avrà esattamente le caratteristiche del contante. Sarà disponibile a tutti i cittadini, bancarizzati e non, e potrà essere utilizzato o da un’applicazione scaricabile sul telefono o attraverso un portafoglio elettronico della propria carta dei servizi.
Ci sono varie ipotesi allo studio, e una non esclude l’altra. La banca non sarà disintermediata del tutto. Si andrà verso una divisione dei compiti, con tutti i servizi di custodia e amministrazione che continueranno a essere svolti dagli istituti di credito privati”, spiega Luca Fantacci, condirettore dell’Unità di Ricerca di innovazione monetaria della Bocconi.
Molti vantaggi ma anche alcuni rischi
L’Euro digitale potrebbe portare notevoli vantaggi alle famiglie e alle imprese, soprattutto perché con esso si avrà un collegamento diretto con la Bce. Senza il bisogno di intermediari, ad esempio, i bonus e i sussidi erogati potrebbero arrivare direttamente nel portafoglio dei cittadini.
Dall’altro alto si rischia un uso eccessivo della moneta digitale, riducendo i depositi reali presso la Bce, la quale ne ha assoluto bisogno per erogare prestiti a famiglie e imprese.
Ma è ancora troppo presto per prevedere tali scenari. Staremo a vedere come andranno le sperimentazioni e poi, forse, potremmo avere un quadro più chiaro della situazione.
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