Le rotte della plastica: così si muove e si accumula nell’oceano

La plastica si sposta nell'oceano, accumulandosi in grandi isole

La plastica, grande scoperta del ventesimo secolo e acerrimo nemico del ventunesimo. Sapete quanta plastica finisce nei nostri mari e nei nostri oceani? Circa l’80% di tutta quella che viene prodotta e messa in circolazione. È tantissima. Una volta in acqua si muove, raggiunge posti, un tempo, incontaminati, si accumula formando enormi isole di rifiuti galleggianti, si adagia sul fondo e distrugge ecosistemi interi. I rifiuti plastici sono un problema e tutto il mondo deve prendere provvedimenti. Nel frattempo un team di ricercatori ha studiato come questi rifiuti si muovono e si accumulano nell’oceano. Scopriamo insieme le rotte della plastica.

Lo studio sulle rotte della plastica nei nostri oceani

Come si muove la plastica negli oceani? Da dove arriva? Dove va? In che modo si accumula in enormi e mostruose isole di rifiuti? Quali correnti e vortici seguono questi rifiuti plastici?

L’80% della plastica finisca nei mari e negli oceani

Queste sono le domande alle quali il team di ricercatori dell’Istituto Americano di Fisica, insieme a un gruppo di scienziato tedeschi, cercano di dare una risposta.

Lo studio è stato pubblicato su AIP Publishing – Chaos ed è firmato da diversi ricercatori e scienziati, tra i quali Philippe Miron, Francisco Beron-Vera, Luzie Helfmann e Peter Koltai.

Perché moltissimi rifiuti si accumulano in un’area specifica dell’oceano. Come sono arrivati lì? Gli scienziati hanno creato dei modelli che cercano di simulare le rotte della plastica, così da capirne meglio i movimenti.

Questo studio è molto importante perché potrebbe aiutarci a tenere sotto controllo e monitorare il fenomeno e, magari, cercare di trovare un modo per arginarlo, seguendo le rotte della plastica.

La plastica non è un problema da poco

Quanta plastica produciamo? Quanta ne consumiamo? E quanta riusciamo a riciclarne? Attualmente la produzione annua di plastica è di 396 milioni di tonnellate di plastica. Ma di questi solamente il 20% viene riciclato. Il restante finisce nel circolo dei rifiuti. Si accumula nelle discariche, ma quasi tutta, alla fine, finisce nei corsi d’acqua.

L’inquinamento da plastica distrugge interi ecosistemi marini

I fiumi sono pieni di rifiuti plastici che si riversano nei mari e nei fiumi, creando danni incalcolabili alle creature marine e agli ecosistemi oceanici. Ma non solo. L’essere umano, come sempre, è causa del suo stesso male, e anche lui risente dell’inquinamento degli oceani.

Tuttavia, sembra che ci siamo dimenticati del problema della plastica. Mentre tutto il mondo è concentrato sull’attuale crisi sanitaria ed economica e mentre, qualcun altro, continua a preoccuparsi per la crisi climatica, nessuno si ricorda più della plastica. Ma essa continua la sua corsa inarrestabile verso il mare, senza il minimo segno di rallentamento.

Le rotte della plastica

Quasi nessuno, in realtà. Per qualche sporadico gruppo di scienziati e ambientalisti continua a investigare sul fenomeno. E la ricerca sulle rotte della plastica sembra essere un buon punto di partenza per cercare di trovare una soluzione.

In questo lavoro, ci concentriamo sui percorsi dalla costa ai vortici subtropicali, da un vortice all’altro e dai vortici alla costa. Abbiamo identificato un canale di transizione ad alta probabilità che collega il Great Pacific Garbage Patch con le coste dell’Asia orientale, il che suggerisce un’importante fonte di inquinamento da plastica proveniente dall’Asia.

La Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica grande quanto la penisola iberica

Inoltre, la debolezza del Vortice dell’Oceano Indiano come trappola per detriti di plastica è coerente con i percorsi di transizione che non convergono all’interno del vortice”, spiega Miron, uno dei ricercatori del team sulle rotte della plastica.

Gli scienziati stanno studiando come i vortici subtropicali influenzano le rotte della plastica. Ma la Great Pacific Garbage Patch, la famosissima isola di plastica nel sud dell’Oceano pacifico, che ha ormai raggiunto dimensioni impressionanti (è grande quanto tutta la penisola iberica), non è l’unica.

Sono state, infatti, identificate sei isole di plastica di dimensioni considerevoli: due nell’Oceano Pacifico, due nell’Oceano Atlantico, una nell’Oceano Indiano e una nell’Artico.

Non solo Great Pacific Garbage Patch

Il team di scienziati non si è concentrato solamente sulla rotta asiatica della Great Pacific Garbage Patch. All’interno dello studio, infatti, ci sono anche il vortice subtropicale del Nord del Pacifico e il vortice del Pacifico Meridionale.

Secondo i ricercatori il loro studio ha portato alla scoperta delle rotte della plastica, il che fornisce “obiettivi per sforzi di pulizia e gestione dei rifiuti”.

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