I robot pittori non pongono freni alla loro versatilità. E, dopo aver riprodotto le fattezze della Gioconda di Leonardo, ora si cimentano anche nel gioco di squadra. Perché l’unione fa la forza, anche nell’arte.
Parole che fanno sorridere e possono sembrare uscite da un racconto di fantascienza. Invece no, è tutto vero. La notizia arriva dalla Georgia, dove pochi mesi fa un team di ricercatori ha messo “all’opera” dodici artisti robotici.
La squadra di robot pittori ha subito dato prova delle sue capacità di teamwork. Realizzando velocemente opere astratte ma altamente suggestive. E in questo caso non si parla di schizzi o scarabocchi, ma autentici dipinti a ventiquattro mani.
L’arte e la robotica, un connubio che funziona
Non è del resto la prima volta che vediamo all’opera i robot pittori. La contrapposizione di robotica e arte è una delle nuove frontiere della tecnologia. Un ambito sperimentale, certo, ma dalla risonanza molto più ampia di quanto non si creda.
Infatti la manualità necessaria a dipingere è alla base di moltissime evoluzioni della robotica moderna. Dai primi goffi movimenti di robot come I-Cub, molte cose sono cambiate. Gli arti dei robot pittori sono sempre più fluidi e le loro movenze sciolte si avvicinano molto a quelle degli esseri umani. Una naturalezza che si traduce in nuovi traguardi anche per quanto riguarda le protesi mediche di nuova generazione.
Ma non solo. La straordinaria mobilità necessaria a creare lavori artistici è fondamentale anche per quanto riguarda i progressi della robotica in tutti gli ambiti. Nella medicina, ovviamente, ma anche nell’industria, nelle infrastrutture e nelle più diverse filiere produttive.
L’arte diventa quindi una palestra per i robot pittori che imparano a destreggiarsi e acquisiscono nuove abilità. Tuttavia, come vedremo, l’esperimento della Georgia si è rivelato estremamente importante anche per un altro aspetto.
I robot pittori che dipingono in gruppo
Lo studio sul gruppo di robot pittori è comparso inizialmente su “Frontiers in Robotics and AI”. I dodici robottini, compatti e di piccole dimensioni, erano programmati per muoversi a sciame su una tela. L’obiettivo dell’esperimento era di incrementare la loro coordinazione, senza limitarne però l’autonomia.
In soldoni, ciascun robot doveva dare il proprio contributo a un’opera d’arte collettiva. Astratta, ovviamente. Ma con un’unità di fondo, una visione comune a fare da trait d’union.
E così è stato. Il risultato dell’esperimento del team coordinato dalla ricercatrice Maria Santos ha suscitato grande interesse e curiosità sulla scena internazionale. I robot pittori infatti hanno mostrato subito di lavorare in estrema sintonia. Realizzando diverse opere d’arte astratta in sequenza.
Osservate più attentamente, le tele dei robot pittori rivelano dettagli sorprendenti. Per quanto i soggetti siano sempre astratti, nel risultato non c’è nulla di impersonale. E anzi le combinazioni di colore sono bilanciate in maniera estremamente fluida e naturale. Non dissimile dal risultato che potrebbero ottenere degli artisti in carne e ossa.
I robot pittori nel mondo
I robot pittori della Georgia non sono però gli unici automi a cimentarsi con il mondo dell’arte. In questo articolo, ad esempio, vi avevamo parlato di Amico, un rivoluzionario robot che è stato in grado di replicare le fattezze della Gioconda.
Anche nel caso di Amico, però, l’arte non è un hobby quanto una “missione”. L’obiettivo del robot era quello di enfatizzare il genio visionario di Leonardo Da Vinci, sia come artista che come inventore. Sottolineando ancora una volta l’eredità dei suoi studi nell’elettronica moderna
Fra i robot artisti del mondo c’è perfino… una pittrice. Il suo nome è Ai-Da e la sua arte non si limita ai soli quadri. Ai-Da infatti dipinge, scolpisce, realizza perfino dei video d’autore.
Questo avanzatissimo robot dalle fattezze umanoidi dispone di un’Intelligenza Artificiale di ultima generazione. Ed è protagonista indiscussa dell’installazione Do Robots Dream of Electric Bees? presso l’Annka Kultys Gallery di Londra.
Secondo il suo ideatore, Aidan Meller, Ai-Da stessa è un’opera d’arte (elettronica). Ma è, anche, la prima intelligenza artificiale a disporre di una sua galleria personale. Galleria in cui peraltro l’artista positronica denuncia l’era del capitalismo sfrenato, gli abusi di potere, il degrado sociale avanzante. E perfino l’ecologia, dalla biodiversità ai cambiamenti climatici e i loro effetti sulle creature a rischio di estinzione, come le api.
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