Le fotocamere smartphone sono sempre più accessoriate. Frontali, grandangolari, a scomparsa, con risoluzioni avanzate e in grado di catturare immagini panoramiche. In molti casi, poi, questi dispositivi rivestono un’importanza addirittura fondamentale. Le smart cam infatti potrebbero aiutare le persone con deficit legati alla vista nelle operazioni quotidiane.
Può sembrare parossistico che una persona ipovedente possa interagire con le fotocamere smartphone. Ma come scopriremo, l’idea di una smart cam per non vedenti non è una novità. I primi esempi di questa tecnologia risalgono infatti al 2017, con OrCam MyEye, una fotocamera wearable che si attaccava agli occhiali.
Ma la vera rivoluzione delle smartcam per disabili arriva da Mountain View. Ancora una volta Google si prepara a sbaragliare la concorrenza. Ridefinendo al tempo stesso il ruolo che la tecnologia avrà nel nostro futuro.
LookOut, la nuova app di Google per fotocamere smartphone
Ma come funziona la nuova app che consente anche agli ipovedenti di utilizzare le fotocamere smartphone? Scopriamo insieme le potenzialità di LookOut!
Questa applicazione trasforma le fotocamere smartphone in un vero e proprio terzo occhio. Che può aiutare gli utenti con deficit visivi a orientarsi in un’infinità di ambiti. Come, banalmente, la deambulazione in aree urbane. Ma anche in altri aspetti della vita quotidiana, come la spesa o le incombenze domestiche.
Le fotocamere smartphone sono in grado di catturare la realtà con una ricchezza di dettagli spesso superiore alla percezione dell’occhio umano. Le sole immagini, però, non bastano certamente a orientarsi.
Esistevano già applicazioni in grado di trasformare la fotocamera in una lente di ingrandimento. Ma, se il deficit visivo è abbastanza importante, anche questo potrebbe non bastare.
Da qui la scommessa di Google, che con LookOut apre le porte a una nuova sincronia di tecnologie avanzate.
Le fotocamere smartphone sono “l’occhio”….
Abbiamo visto che LookOut promette di rivoluzionare il concetto di fotocamere smartphone. Il potenziale di questi dispositivi è enorme. Chi soffre di deficit visivi potrà infatti catturare sul proprio smartphone immagini iper dettagliate e realistiche della realtà circostante.
Con l’ausilio di fotocamere smartphone sempre più avanzate, le immagini sono nitide e precise. Perfino nelle condizioni di luce più avverse, in interni o addirittura al buio.
Moltissimi smartphone, inoltre, offrono la possibilità di realizzare panoramiche. Spesso non occorre neanche una particolare cura nella scelta di inquadrature o messe a fuoco; penserà l’autoscatto a “regolarsi” da solo.
LookOut elabora quindi il materiale fotografico raccolto e lo analizza. L’obiettivo è quello di ottenere una descrizione testuale di tutti gli elementi presenti nelle foto. Ad esempio la distanza fra due oggetti, le indicazioni su un’etichetta o il colore di un semaforo.
Proprio così; con LookOut sarà possibile “leggere le foto”. Trasformando lo smartphone in uno strumento indispensabile per gli ipovedenti.
…e l’Intelligenza Artificiale è “la mente”
Una app che legge le foto, quindi. Ma come è possibile estrapolare dati da un insieme di pixel?
Per riuscirci, LookOut sfrutta tutta la potenza dell’Intelligenza Artificiale di Google. I laboratori Mountain View sono costantemente al lavoro sul perfezionamento della loro IA. Quest’ultima già da tempo è sincronizzata alle fotocamere smartphone di Big G; il primo caso si ebbe nel 2018, con Clips. Da allora i progressi sono stati innumerevoli e l’interazione fra fotocamere smartphone e Google IA è sempre più fluida.
Se le fotocamere smartphone sono gli occhi, l’Intelligenza Artificiale è la mente di LookOut. Al pari di un cervello umano, l’IA di Google elabora il contenuto delle immagini a video. Estrapolando non solo sagome e colori, ma anche le caratteristiche e la planimetria dei soggetti fotografati. Calcolando per esempio che l’armadietto dei medicinali è a sinistra o il fornelletto del gas a destra.
A questo punto entra in gioco il sintetizzatore vocale. LookOut traduce in parole l’output generato dall’Intelligenza Artificiale. Comunicando così, all’utente affetto da handicap visivi, come e dove muoversi. E aiutandolo a orientarsi tra le mille difficoltà della vita quotidiana.
L’app si può utilizzare in un’infinità di ambiti. Ad esempio in cucina, ma anche nel caso in cui sia necessario leggere dei testi stampati, come un bugiardino medico o una ricetta. E può perfino aiutare a riconoscere i tagli di monete e banconote per i pagamenti in contanti.
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