Il Covid-19 ha completamente sconvolto la vita e le abitudini di tutto il mondo. In seguito ai vari lockdown nazionali, in pochi mesi abbiamo visto la nostra quotidianità cambiare completamente. L’ambiente però sembra averne risentito in maniera meno negativa di noi umani.
La rivoluzione del lockdown sull’ambiente
In questo anno abbiamo vissuto l’aumento vertiginoso dello smart working, il crollo dell’uso dell’automobile e l’obbligo di rimanere in casa e di indossare la mascherina.
Anche se per pochi mesi, questa rivoluzione nelle abitudini ha avuto un interessante impatto sull’ambiente e il Pianeta.
L’European Enviroment Agency ha redatto un report in cui ha analizzato le principali conseguenze ambientali della pandemia globale.
L’analisi è interessante perché ha identificato alcune conseguenze positive a breve termine, oltre che alcune criticità a cui dobbiamo trovare velocemente una soluzione.
Si sono individuati infatti possibili comportamenti virtuosi, volti a ripartire fin da subito, in modo più sostenibile, senza tornare a commettere gli errori del passato.
Analizzando le conseguenze positive sull’ambiente nel breve termine, è possibile programmare delle decisioni a lungo termine, in modo da diminuire il nostro impatto sull’ambiente.
L’idea è quella di scongiurare altre epidemie future e incrementare gli effetti positivi che, lungi dall’essere solo temporanei, potrebbero diventare duraturi.
Lockdown ed Emissioni di gas serra: un segnale positivo
Uno degli effetti più positivi del lockdown è stata la diminuzione dei gas serra. Infatti, un dato a breve termine dimostra che c’è stata una straordinaria riduzione di questi gas nocivi a livello globale.
Solo nel 2020, per quanto riguarda l’Europa, è stata registrata una riduzione delle emissioni di gas serra pari al 7,6%.
Le ragioni sono direttamente collegate a un grande cambiamento delle abitudini lavorative e di vita. Con lo smart working e la riduzione dei viaggi l’intera industria dei trasporti ha visto un calo nell’uso. Di conseguenza c’è stato un crollo nelle emissioni.
È un segnale incoraggiante nel breve termine, che dovrebbe portare all’aumento e alla crescita dell’uso di energie rinnovabili.
Anche la politica globale dovrebbe garantire una transizione ad un’energia più pulita e sostenibile per il mondo intero, in modo da ripartire con un approccio sostenibile.
Riduzione dell’inquinamento atmosferico: aria più pulita
Un altro aspetto positivo a livello ambientale è stato il miglioramento della qualità dell’aria. Il crollo dei trasporti ha fatto calare infatti le concentrazioni di NO2 e PM10, i più dannosi elementi che peggiorano la purezza dell’aria.
Nelle città più inquinate, come Milano e Madrid, questa riduzione è arrivata addirittura al 70%.
Questo ha migliorato la qualità dell’aria ed ha avuto un importante effetto sulla salute umana. Non solo, questo mutamento potrebbe avere un legame proprio con la diffusione del Covid.
Una prolungata esposizione all’aria inquinata aumenta i fattori di rischio e la vulnerabilità a un virus che colpisce le vie respiratorie.
Recenti studi evidenziando non solo la connessione tra l’inquinamento dell’aria e diffusione del Covid, ma anche la capacità del SARS-CoV-2 di rimanere legato alle particelle di PM10.
Sebbene siano studi ancora da approfondire, possiamo individuare un altro insegnamento: le nostre azioni, influenzando l’ambiente e gli ecosistemi naturali, hanno una ricaduta diretta sulla nostra salute.
Effetti negativi del Lockdown
Non è tutto però rose e fiori. Infatti, tra gli effetti negativi del lockdown notiamo un aumento dei rifiuti di plastica monouso.
Questo aumento è determinato fondamentalmente da motivazioni di ordine sanitario. Mascherine, guanti in lattice, contenitori di plastica per igienizzanti e tanti altri dispositivi di sicurezza necessari per il contenimento del virus hanno infatti fatto crescere esponenzialmente questa tipologia di rifiuti.
Secondo la World Health Organization (WHO) la richiesta mensile globale di mascherine è di circa 89 milioni pezzi, mentre quella di guanti è di circa 76 milioni.
Sempre per ragioni sanitarie, sono aumentati anche gli imballaggi di plastica per gli ordini di merci online, ma anche l’uso dei prodotti di plastica usa e getta nel take away, aumentato anch’esso a dismisura.
In questo caso ci troviamo di fronte ad una soluzione adeguata sul breve termine perché dettata da necessità sanitarie. Sul lungo termine però le conseguenze potrebbero essere disastrose. Considerando che gli ordini online e il take away andranno sempre più a crescere, dovremmo aumentare l’uso di prodotti sostenibili che già esistono, ma non sono ancora diffusi.
Covid-19 e biodiversità
La lezione più importante che dovremmo imparare da questa pandemia è legata proprio al nostro stile di vita e a come proprio questo ha un’importanza fondamentale nel destino di tutti noi.
Come è stato ampiamente dimostrato, il Coronavirus è una zoonosi, cioè una malattia diffusa in alcune specie animali che ha fatto il salto di specie, arrivando a contagiare gli esseri umani.
Questo fenomeno è strettamente legato alla distruzione dell’ambiente e la conseguente perdita di biodiversità, causata dall’urbanizzazione, dall’inquinamento e dai moderni metodi di allevamento industriale degli animali, le cui condizioni aumentano il rischio di infezioni e virus.
La crescente impronta che l’essere umano sta avendo sull’ambiente porterà alla crescita esponenziale di queste zoonosi: circa il 60% delle nuove malattie che si svilupperanno saranno infatti di origine animale.
Con i vari lockdown si è lasciato respirare gli ecosistemi, ma nell’ottica della ripartenza è importante imparare a ricostruire un migliore equilibrio con l’ambiente, privilegiando uno stile di vita sostenibile e rispettoso delle specie vegetali e animali che abitano il nostro pianeta.
In particolare, è importante riqualificare gli ambienti urbani, aumentando parchi e spazi verdi per favorire una migliore coesistenza tra le diverse specie.
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