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Un team di designer del suono ha pensato ad una tool anti pregiudizi per sradicare i pregiudizi di genere incarnati da molte Ai del settore tecnologico come Siri e Alexa.
La prima tool anti pregiudizi si chiama Q
In molte lingue, oltre al genere femminile e maschile esiste anche un genere neutro. Da qualche tempo anche il mondo degli assistenti vocali sta cercando di adeguarsi a questa necessità. Si sta cercando una voce né maschile, né femminile per le Intelligenze artificiali che popolano case e uffici.
Da poco è nata infatti Q. L’ha creata un team di esperti di Virtue, l’agenzia creativa di Vice, in collaborazione con gli organizzatori del Copenhagen Pride, il festival delle persone Lgbtq+.
Questa voce no gender ha un che di robotico, ma è al tempo stesso morbida e coinvolgente. Ascoltandola alcuni la sentono maschile, altri femminile.
Questa confusione d’orecchio la rende unica nel suo genere e perfetta per sradicare i pregiudizi di genere che sempre di più si stanno annidando anche nel settore tecnologico.
Q è solo un prototipo
Per ora Q esiste solo in una versione prototipo. Non è ancora stata integrata in alcun sistema che sfrutta l’intelligenza artificiale.
Ma perché mai le compagnie dovrebbero utilizzarla? Prima di tutto, perché ci sono persone che non si identificano né come uomini né come donne.
La voce genderless può aiutare le persone a sentirsi più rappresentate e, di conseguenza, meno discriminate. Inoltre, le voci di assistenza attribuite ai prodotti tecnologici riflettono spesso un pregiudizio sessista.
Un esempio? Alexa e Siri sono nate per aiutare, dunque perché non dar loro una voce da donna?
Altro esempio? Le macchine adoperate nelle fabbriche spesso utilizzano un tono maschile, visto come sinonimo di autorità.
Se tutte le voci fossero genderless tutti verremmo meno influenzati da queste associazioni mentali, quindi anche il campo delle tool anti pregiudizi aumenterebbe il suo campo d’azione.
Com’è nasce questa tool anti pregiudizi?
Tutto è iniziato come un test. L’idea di creare una voce neutra nasce per andare incontro alle richieste del mercato che si sta sempre di più spostando verso la creazione di prodotti adatti a tutti al di là del genere.
Un tool anti pregiudizi che aumenti le vendite di assistenti vocali come Siri e Alexa anche tra coloro che ancora si sentono discriminati per il loro orientamento sessuale o di genere.
Il designer del suono Nis Nørgaard, che ha preso parte al progetto, ha spiegato che il team ha chiesto ad una ventina di persone – uomini, donne e trans – di leggere la stessa identica frase.
Inizialmente gli esperti pensavano di sovrapporre semplicemente le voci. Questa strada, però, è stata presto abbandonata per alcune difficoltà tecniche.
Alcune persone leggevano più in fretta, altre più lentamente. Alcune scandivano le parole, altre no. C’era poi chi parlava forte e chi piano. Insomma, era difficile creare un’unica linea vocale da più voci.
Ecco che gli esperti hanno pensato di lavorare sul timbro di ogni singola voce. Hanno lavorato su quella caratteristica che spesso ci porta ad associare a una persona un genere sessuale.
In particolare, Nørgaard e gli altri designer del suono hanno cercato di alzare e abbassare il timbro fino a portarlo a un valore compreso tra i 145 e i 175 Herz, un range che fa apparire la voce più neutra.
Dopo aver modificato tutti i timbri, le voci sono state di mescolate e sovrapposte fino a ottenere quattro nuove varianti.
La voce di Q è stata scelta da un campione di 4500 ascoltatori in tutta Europa. Queste persone, non riuscendo a capire il genere della voce ascoltata, l’hanno nominata genderless.
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