Oggi vi proponiamo una start up che ha deciso di mettere al centro della sua analisi la solitudine. Che cosa accadrebbe se rimanessimo improvvisamente da soli nel mondo? Scopriamolo con A Day Without Me.
A Day Without Me: software della solitudine
Partiamo dal presupposto che anche chi adora la solitudine e trova conforto in giornate trascorse a godersi il nulla, potrebbe rimanere scioccato dall’idea di essere solo al mondo.
Infatti, se vi trovaste improvvisamente ad essere gli unici esseri viventi sulla Terra, che cosa fareste? Sicuramente qualsiasi uomo o donna in pochissimo tempo bramerebbe la compagnia di un proprio simile.
La condizione che vi abbiamo appena descritto è il riassunto della sceneggiatura di A Day Without Me, titolo sviluppato dalla software house indonesiana Gamecom Team.
Lo potete provare su Nintendo Switch. Si tratta di un videogioco interessante che però ha qualche sbavatura non da poco. Purtroppo infatti, ci sono alcuni accorgimenti da fare che stonano con gli ambiziosi obiettivi che si è data la casa di sviluppo.
“Diventeremo i migliori al mondo”, questa è la scritta che campeggia sul sito ufficiale. Hanno sicuramente delle ottime idee, ma di strada da fare ce n’è ancora molta. Del resto sono una start up e come tale devo continuare a lavorare sui loro progetti, sognando in grande.
A Day Without Me: come una particella di sodio
A Day Without Me è un adventure puzzle game in cui impersoniamo un bambino, senza alcuna espressione facciale.
Il personaggio principale, infatti, non ha occhi, né bocca, né naso. Sappiamo solo che è di sesso maschile.
Al suo risveglio inizia un viaggio in un mondo in rovina, dove caos e solitudine regnano sovrani. L’esplorazione e la risoluzione di enigmi fanno da architrave al gameplay.
Dovrete inserire password, spostare oggetti e indovinare meccanismi per risolvere gli schemi di gioco che porteranno avanti nel tempo il giovane amico senza tratti.
Queste sono solo alcune delle dinamiche che rendono decisamente stimolante l’esperienza di gioco.
Se è vero che A Day Without Me non ci offre una trama troppo originale, d’altra parte ci ha davvero convinto il forte contrasto di fondo.
Mentre camminiamo nel nostro quartiere, neppure la distruzione che ci circonda riesce a infonderci inquietudine. Un pò come se ci trovassimo in un incubo famigliare, dal quale siamo certi di risvegliarci presto.
Infatti, anche se il mondo post-apocalittico e la solitudine sono tematiche affrontate in tantissimi videogiochi, mentre camminiamo alla ricerca degli enigmi da risolvere, la curiosità ci dà la spinta per rispondere alle richieste di gioco e portare a termine le missioni.
Paura del paranormale?
Il personaggio che interpretiamo giocando, non svela neanche un’emozione. Potrai farlo saltellare sui tappeti elastici o farlo esplorare nei luoghi vicini al quartiere per scoprire cose nuove. In ogni occasione però non mostrerà mai né gioia né tristezza.
Sembra quasi un fantasma alla ricerca del proprio posto nel gioco. Infatti, già nei primi minuti di gameplay è evidente che il nostro amico si scontrerà con situazioni legate al paranormale. Sangue che zampilla dal pavimento e altre stregonerie varie che farebbero gelare il sangue anche in mezzo ad una piazza affollata.
Problemi di traduzione
Eccoci arrivati a parlare dei problemi di questo nuovo software della solitudine. La traduzione in inglese andrebbe curata e i dialoghi dovrebbero essere decisamente più brevi.
Alcune parti del gioco infatti si dilungano molto rispetto ad altre, il che rende l’insieme della storia squilibrato.
In alto sullo schermo trovate il titolo del capitolo, che funziona da lista degli obiettivi, ma non ci sono mappe attraverso cui il giocatore può orientarsi.
Per di più, la traduzione di scarsa qualità mette chi gioca in difficoltà di comprensione. Un esempio? Iniziate a giocare e l’obiettivo è la ricerca di indizi nel quartiere Neighborhood. Peccato che invece avreste dovuto rivolgervi all’ambiente vicino casa, ovvero Neighbor.
In molti sono andati a cercare le soluzioni su internet e non possiamo certo dargli torto.
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