Sapevate che esiste un parametro (fallace) della pandemia? Stiamo parlando del cosiddetto Fattore R, considerato da alcuni l’oracolo che rilascia le previsioni della pandemia.
Fattore R: fattore fallace
Molti ormai lo considerano il parametro che può dirci come stanno andando le stime della pandemia. In realtà il Fattore R è solo un numero, per certi aspetti calcolato in maniera approssimativa.
Le cose da considerare sono molte e basarsi solo su questo parametro è sbagliato perché porta ad una stima imprecisa.
Lo si legge un pò ovunque: anche se fino ad ora è stato utilizzato come metro di paragone, il Fattore R è via via sempre meno affidabile, soprattutto se si considera una stima fatta su popolazioni grandi, come quelle di una nazione.
Anche per questo motivo molti esperti continuano a dire che non accettano questo parametro per calcolare stime in materia epidemiologica. Si continua costantemente a lavorare sulle statistiche legate al Coronavirus, ma guardando la pandemia da molti altri punti di vista.
L’evoluzione del Fattore R
Durante la pandemia, il Fattore R è diventato il numero che determina le condizioni della malattia.
In cosa consiste? Un valore di R superiore a 1 significa che l’epidemia sta crescendo e un valore inferiore a 1 significa che la situazione sta migliorando.
Anche ai telegiornali, questo indice viene spesso citato e sui siti dei governi di tutta Europa è reso pubblico di settimana in settimana.
Secondo gli esperti, però politici e mezzi di comunicazione stanno esagerando, lasciando che le persone si limitino a ridurre gli effetti della pandemia ad un solo numero, come stima unica e sola dell’andamento della malattia.
Come abbiamo detto, il Fattore R è un valore fallace, utile a calcolare stime reali solo insieme alla valutazione di altri fattori, come ad esempio le statistiche sulla salute della popolazione media presa in considerazione, l’area geografica di appartenenza, etc.
Le variazioni locali nascoste
Infatti, se lo si calcola su larga scala il numero tende a variare rispetto al calcolo su scala locale. Prestare troppa attenzione al Fattore R su una media calcolata su una popolazione piccola, piuttosto che grande, porterebbe a nascondere altri parametri fondamentali.
Bisogna quindi tenere conto anche e soprattutto di come vanno i contagi giorno per giorno nei piccoli centri, per poi fare una stima più ampia per regione e nazione. O ancora controllare il numero effettivo dei morti e dei ricoveri ospedalieri.
Il Fattore R è di per sé soltanto un numero su un grafico a torta, cha varia costantemente di settimana in settimana e che può dirci se la nostra situazione migliora o meno. Si tratta di statistica, non necessariamente di realtà.
A cosa fare attenzione?
Come sempre stare attenti a noi stessi e al mantenimento delle norme di distanziamento e sicurezza.
Anche se la situazione attuale ci permette di prendere un sospiro di sollievo, non dobbiamo abbassare la guardia. Inoltre, è bene credere nella campagna vaccinale che progredisce e migliora giorno per giorno le nostre speranze di vita.
Alcuni Paesi europei contano molto sul Fattore R, ne è un esempio il Regno Unito, ma l’importante non sono tanto le statistiche quanto quello che possiamo fare giornalmente ognuno di noi nel nostro piccolo.
Effettuare test completi, tracciare coloro che sono stati contagiati ed aiutarli ad uscirne. Il punto è che la scienza deve sempre essere accompagnata dal buon senso e dalla logica.
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