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Un computer quantistico che richiederà otto anni di lavoro e progettazione. E’ la nuova sfida di Google, annunciata ufficialmente qualche giorno fa. La casa produttrice di Mountain View si prepara a sfidare sul campo le altre pioniere del quantistico, su tutte la IBM. Il computer quantistico del colosso di Mountain View infatti potrebbe essere il primo passo verso una rivoluzione tecnologica.
Per seguire questo progetto, Google ha inaugurato un nuovo laboratorio di calcolo. Il Quantum AI Campus sarà dedicato interamente allo sviluppo e alla realizzazione del nuovo computer quantistico. Un lavoro colossale, che potrebbe durare fino a otto anni. E’ questa la deadline che si sono imposti gli sviluppatori di Big G.
Nel 2029, quindi, arriverà il computer quantistico firmato Google e il mondo dell’informatica è già in fibrillazione. Se un tempo i qubit sembravano relegati alla fantascienza cyberpunk e alle astrazioni teoriche, oggi i computer quantistici rappresentano il futuro dell’elettronica. Un futuro che è sempre più vicino e a portata di mano.
Così nasce il computer quantistico di Google
Le sfide che l’informatica quantistica sta affrontando sono principalmente due. La prima riguarda la praticità delle infrastrutture. I computer quantistici sono ingombranti, spesso occupano intere stanze.
Inoltre, l’alta precisione richiesta per l’elaborazione dei qubit logici li rende anche particolarmente fragili. L’influenza di una qualsiasi forza esterna può interferire con la capacità di calcolo quantistico, generando errori. Insomma, i computer quantistici non sono (ancora) pronti per il grande pubblico.
Da qui la nuova sfida dei ricercatori Google. Il Quantum AI Campus impiegherà risorse e strumenti per correggere in maniera efficace qualunque margine di errore di calcolo. Un “debug” che si tradurrà in prestazioni estremamente più avanzate. E, quindi, una maggiore potenza di elaborazione dei dati. E’ su questo piano che Google prevede di smarcare la concorrenza di IBM e Honeywell. Il computer quantistico del Quantum AI Campus gestirà calcoli molto complessi nella metà del tempo.
Ma non basta. Tanto più precisi e affidabili saranno i qubit logici, maggiore sarà la possibile di integrarli in dispositivi hardware dalle dimensioni compatte. Come vedremo, la tecnologia sta già muovendo passi da gigante in questa direzione.
L’obiettivo è quello di riuscire a portare i qubit nella vita quotidiana. Rendendo di fatto il computer quantistico uno strumento di uso comune, come è oggi il pc. E che potrebbe rivoluzionare numerosi ambiti di lavoro e ricerca. A cominciare dall’industria farmaceutica. Le tempistiche per sviluppare e testare nuovi medicinali saranno notevolmente ridotte grazie alla straordinaria potenza di calcolo quantistica.
Quando le dimensioni contano
Uno degli scogli su cui l’informatica quantistica si è a lungo arginata è proprio l’immane dispiego di risorse. Sia in termini di elaborazione di calcolo, sia in termini di apparecchiature. Per elaborare poche decine di qubit fisici occorrono attrezzature immense, ingestibili al di fuori del contesto accademico. Ma adesso la situazione promette di cambiare.
L’obiettivo di Google è aumentare la potenza di calcolo del suo computer quantistico, rimuovendo gli errori da ciascun qubit logico. Il Quantum AI Campus avrà quindi bisogno di gestire diversi milioni di qubit fisici. Per fortuna la tecnologia sta evolvendo velocemente e il colosso di Mountain View non resterà certo a guardare.
Già dall’Università di Cambridge sono arrivati segnali positivi in merito. La startup Riverlane avrebbe sviluppato un nuovo chip quantistico, grande come una moneta. Il chip potrebbe funzionare anche su hardware dalle dimensioni contenute. Inoltre il sistema operativo Deltaflow, sviluppato dalla Riverlane, può interfacciarsi con diversi dispositivi quantistici allo stesso tempo.
Si tratta di un risultato senza precedenti, paragonabile alla “rivoluzione” del personal computer. A ben guardare, è il paradigma dell’informatica stessa, che si adatta per confluire nella nostra quotidianità. Un paradigma che abbiamo visto declinato negli ambiti più diversi, dai computer ai telefoni, passando per gli strumenti di archiviazione. Adesso è il momento dei qubit.
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