La latimeria è uno dei pesci più affascinanti e misteriosi del pianeta. La sua scoperta risale ai primi anni del 1900, ma le sue origini sono molto più antiche. Infatti i pesci di questo genere, conosciuti anche come celacanti, sono dei veri e propri fossili viventi. Gli antenati dei celacanti abitavano il pianeta già in epoca Paleozoica, ma sono sopravvissuti all’estinzione dei dinosauri.
Ancora oggi è possibile imbattersi in esemplari di questa specie. I celacanti in vita sono però pochissimi e c’è il rischio concreto che la specie possa estinguersi. Da cui l’allarme degli scienziati, che continuano a studiare queste creature così particolari. E a scoprire segreti millenari, che i celacanti nascondo nel proprio codice genetico.
E solo poche settimane fa, l’ultima rivelazione. La latimeria sarebbe infatti molto più longeva di quanto si è comunemente creduto. La notizia arriva da un recente studio dell’Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer; e i risultati hanno spiazzato il mondo accademico. Aprendo nuovi scenari di ricerca sul passato, il presente e il futuro del rarissimo “pesce fossile”.
Il “fossile vivente” che nuotava con i dinosauri
Come abbiamo visto, le origini della latimeria sono antichissime. I primi fossili di questa specie risalgono al periodo Devoniano, oltre quattrocento milioni di anni fa. Furono rinvenuti resti di celacanti in Cina, Australia, Germania, in Marocco e perfino in Africa. Successivamente, nelle ere geologiche successive, di loro si persero completamente le tracce. I paleontologi dell’epoca erano convinti che questi pesci si fossero estinti intorno alla fine del Cretaceo.
Nel 1983, però, si verificò una stranissima scoperta. Da quel momento, tutto ciò che la scienza credeva di sapere sul conto dei celacanti sarebbe stato messo in discussione. Svelando un autentico mistero che da allora incuriosisce e appassiona i ricercatori di tutto il mondo.
Nelle acque del fiume Chalumna, in Sudafrica, la ricercatrice Marjorie Courtenay-Latimer si imbatté in un insolito pesce dalla colorazione blu brillante. L’esemplare era stato catturato da alcuni pescatori a caccia di squali. La dottoressa Latimer capì che il pesce non corrispondeva a nessuna delle specie attualmente note agli scienziati.
Una serie di riscontri sull’esemplare imbalsamato rivelarono che apparteneva alla stessa famiglia dei celacanti. Un pesce che sarebbe dovuto essere estinto da milioni di anni, e che era ricomparso nelle acque sudafricane.
La nuova specie, ribattezzata latimeria in onore della professoressa Latimer, non aveva però finito di stupire. Esemplari di latimeria sopravvivono ancora oggi in Indonesia, nel Mozambico e in Kenya. Al pari del nautilus, questi pesci sono fossili viventi, identici in tutto e per tutto ai loro antenati preistorici.
La latimeria; cento anni e non sentirli
Esistono due specie di latimeria; il celacanto indonesiano e quello delle comore. Entrambe sono di grandi dimensioni e possono pesare fino a 80 kg. A differenza dei loro antenati, i celacanti moderni vivono perlopiù in acque molto profonde. Hanno abitudini prevalentemente notturne, ma possono finire per sbaglio nelle reti dei pescatori.
Proprio come il pesce leone, anche la latimeria non ha predatori naturali. Infatti le scaglie di questo pesce producono una sostanza oleosa dagli effetti lassativi. La mancanza di predatori, però, non deve trarre in inganno. Secondo gli scienziati, i celacanti ancora in vita rischiano l’estinzione. Le cause sono numerose; in primis inquinamento e overfishing. Ma non solo.
La latimeria ha un metabolismo lentissimo. Ciò si traduce in una longevità che ha stupito i ricercatori. Dalla scoperta dei primi celacanti, si pensava che la specie potesse vivere una ventina d’anni. Invece, i recenti studi dell’Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer raccontano una realtà molto diversa.
Gli scienziati hanno analizzato al microscopio le scaglie di numerosi esemplari imbalsamati, giovani e adulti. Scoprendo, così, che la latimeria può vivere fino a cento anni. La specie impiegherebbe “solo” cinque anni a dare alla luce i piccoli; solo al termine di questo periodo l’embrione è ormai completamente formato e pronto a nascere.
Inoltre i celacanti adulti diventano sessualmente attivi solamente intorno ai cinquant’anni. La lentezza dello sviluppo, insieme alla scarsa fertilità, hanno portato la latimeria sull’orlo dell’estinzione. Dopo quattrocento milioni di anni, adesso spetta all’uomo impedire che queste creature, gli ultimi “dinosauri” che nuotano nei nostri mari, spariscano per sempre.