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È di pochi giorni fa la notizia che la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha comunicato ufficialmente la decisione di avviare il progetto dell’Euro digitale. Si tratta di uno dei piani economici e finanziari più rivoluzionari dell’UE. L’idea segue una precisa tendenza delle grandi aziende: l’esplosione delle Criptovalute negli investimenti.
In pochi mesi la BCE ha svolto analisi, chiesto spunti a cittadini e professionisti e condotto alcune sperimentazioni. L’obiettivo è garantire che, nell’era digitale, le imprese continuino ad avere accesso alla forma di denaro più sicura: la moneta della banca centrale. Ora inizierà un’ulteriore fase di indagine della durata di circa due anni. Dopo di essi, se i risultati sono positivi, seguirà il vero e proprio sviluppo, di tre anni.
Il progetto futuro dell’Euro digitale
Nei prossimi tempi la BCE si occuperà di progettazione e distribuzione: la nuova valuta infatti dovrà da una parte soddisfare le esigenze degli europei e dall’altra prevenire attività illecite. Fondamentale è inoltre evitare impatti indesiderati sulla politica monetaria, così come tutelare la privacy degli utenti.
L’Euro digitale non vuole sostituire la moneta fisica, ma integrarla. E nei prossimi mesi si concentrerà sulle esigenze degli utenti coinvolgendo focus group, prototipazione e lavoro concettuale. Tali progetti si sommano a quelli precedenti riguardanti l’antiriciclaggio e l’accesso senza Internet.
La Banca Centrale Europea è al lavoro ormai da tempo, ma il debutto della moneta è ancora lontano. Ora però inizia una nuova fase del progetto, l’investigation phase. Si cerca così di assicurare che nell’era digitale i cittadini e le imprese possano disporre di un accesso alla forma più sicura di moneta. Il riferimento negativo ai Bitcoin e alle Criptovalute è palese.
La lotta alle Criptovalute
La posizione della BCE nei confronti di altre Criptovalute è nota: tali servizi di pagamento digitale offrono comodità, rapidità ed efficienza, ma generano spesso rischi sotto il profilo della privacy non essendo garantite da un’istituzione pubblica. La digitalizzazione in atto potrebbe rivoluzionare il mercato dei pagamenti, e persino l’intero sistema finanziario.
I potenziali vantaggi dell’Euro digitale sono molti. Si tratta di un mezzo di pagamento privo di costi, dove i rischi sono quasi assenti e la privacy è del tutto tutelata (i dati sono resi accessibili solo alle autorità per il contrasto di attività illecite). Inoltre, non dimentichiamoci della sostenibilità. L’Euro digitale, a differenza di Bitcoin e criptovalute, non assorbe enormi quantitativi di energia e rappresenta dunque un’alternativa ecocompatibile.
Eppure superpotenze come la Cina o giganti società come Facebook rischiano di anticipare le mosse europee conquistando la supremazia nella distribuzione di mezzi digitali di pagamento in tutto il mondo. Lo yuan digitale di Pechino e la Diem di Zuckerberg sono canali di pagamento già avviati.
Le conseguenze per i cittadini
Dunque cosa significa tutto questo? Probabilmente entro la fine del decennio i singoli cittadini europei potranno disporre di un piccolo conto direttamente presso la BCE per compiere acquisti attraverso lo smartphone o con un mezzo simile a una carta di credito. Il tutto gratuitamente e in modo sicuro.
Le criptovalute non sono ancora abbastanza grandi da rappresentare un rischio per la stabilità finanziaria, ma tutti si stanno muovendo per occupare lo spazio prima che esse vi si inseriscano. Stiamo entrando nell’era della moneta digitale ed è giusto che anche l’Eurosistema ne faccia parte. La definizione delle caratteristiche funzionali della moneta è un grande passo avanti per il progetto.
Euro digitale: il processo di dematerializzazione
Quali sono i fattori da considerare in vista dell’affiancamento di una valuta digitale all’attuale moneta circolante? Lo scorso 2 ottobre la BCE ha pubblicato il Report sull’Euro digitale con lo scopo di disegnare i possibili scenari futuri. Dematerializzazione e digitalizzazione sono processi legati ormai a tutti gli ambiti della vita sociale.
A livello finanziario finora l’emissione di valuta è stata basata sulla stampa fisica, effettuata dalle banche centrali nazionali (come la Banca d’Italia). Ultimamente però la circolazione di monete e banconote si sta riducendo grazie ai sistemi di pagamento elettronici introdotti dagli intermediari finanziari. Va da sé, dunque, che si introduca una moneta elettronica fin dal principio della filiera.
Un futuro vedrebbe quindi l’assenza di banconote stampate, sostituite da Euro digitali immessi nei circuiti finanziari allo stesso modo dei contanti cartacei. Certo, è necessario costruire un’infrastruttura tecnologica che permetta una circolazione sicura e affidabile, per evitare contraffazioni e garantire la proprietà del denaro. Ma la UE ci sta lavorando.