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Capita sempre più spesso che i bambini entrino in contatto con dispositivi elettronici sin da piccoli. Sono diversi i motivi che possono indurre un genitore a lasciare che questo accada. Principalmente incide la possibilità di essere costantemente in contatto, ma non va poi sottovalutato neanche il discorso legato alla “pressione sociale” (se tutti i miei amici hanno un telefono devo averlo anche io). Inoltre i genitori usano spesso i dispositivi come distrazione, per tenere buoni i figli in momenti di relax.
Dalla diffusione delle nuove tecnologie infatti hanno iniziato a porsi nuove problematiche: a che età è bene affidare un cellulare ai bambini? Qual è il più azzeccato per i più piccoli? Come si può proteggerli dei pericoli della rete? Ecco alcune risposte alle gettonatissime domande.
Cellulare ai bambini: a che età?
Numerosi studi hanno dimostrato che l’età giusta per ricevere uno smartphone è tra gli 11 e i 13 anni. Nonostante ciò, circa il 25% dei bambini sotto i 6 anni ha già accesso ai telefoni. Il loro uso può influire sullo sviluppo cerebrale: gli schermi dei dispositivi sovrastimolano i più piccoli, inducendoli a produrre dopamina e adrenalina.
È assolutamente da evitare fino ai due anni l’utilizzo di dispositivi, che portano al rischio di isolamento. Bisogna però differenziare tra tablet e smartphone: i tablet possono essere usati dai tre anni in su, ma con grande moderazione e con il controllo costante degli adulti. I bambini davanti allo schermo perdono la cognizione del tempo e la fruizione che ne consegue è passiva e dunque deleteria.
Il compito educativo dei genitori è fondamentale e il passaggio a un utilizzo più “ampio” della tecnologia deve essere graduale. Con la crescita, l’approccio cambia. Quando i ragazzi sono in età di scuola media non sono più passivi, ma capaci di cogliere nozioni importanti. Dunque sanno prendersi cura di un telefono comprendendo l’importanza del tempo e le priorità. Inoltre sono più autonomi e hanno bisogno di una piccola sicurezza.
I nativi digitali considerano le tecnologie come elemento naturale del loro ambiente di vita. Fin da piccoli vi si relazionano attraverso il gioco e poi, a scuola, attraverso l’apprendimento. Proibire questi strumenti a prescindere non è mai stata una strategia vincente, quindi il trucco sta nell’uso condiviso tra genitori e ragazzi. Il compito è supervisionare ma rispettando i confini dei figli.
Cellulare ai bambini: quali sono i migliori?
Ora che abbiamo capito quando sarebbe meglio affidare ai ragazzi un telefono, serve concentrarsi sul modello che meglio può rispondere alle loro esigenze. Sicuramente non si tratta di smartphone di ultima generazione, ma di piccoli dispositivi per iniziare ad approcciarsi alla tecnologia. Per questo non è necessario spendere cifre astronomiche. Inoltre un cellulare impermeabile e robusto è la scelta migliore quando un bambino deve ancora abituarsi a tenerlo con cura.
Per quanto riguarda i più piccoli, esistono modelli creati appositamente per loro. Il prodotto nello specifico è da scegliere con attenzione, ma si possono consigliare alcune marche da tenere d’occhio. La prima è Alcatel, perfetta per spendere una cifra contenuta ed essere in contatto con i figli tramite telefonate e messaggi. È un telefono essenziale e resistente. Altra azienda di riferimento è HTC che permette con un centinaio di euro di trovare dispositivi touchscreen con qualche funzionalità in più. Infine Motorola: la marca più costosa tra le tre, mantiene comunque un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Se parliamo invece di grandi aziende come Samsung e Apple, il budget si alza ma si possono trovare ancora offerte vantaggiose. Per quanto riguarda Samsung è bene optare per la famiglia GalaxyJ, la più economica e semplice tra le tre (GalaxyS e GalaxyA). Buona memoria e qualità di fotografia sono le sue caratteristiche principali. Se invece si è appassionati di iPhone, opterei per uno dei modelli vecchi. Il 6 o 7 sono usciti ormai cinque anni fa e si trovano a prezzi ragionevoli.
Alcuni piccoli accorgimenti
Una volta scelto e comprato lo smartphone, manca un solo passaggio: il controllo dei genitori. L’utilizzo dei dispositivi infatti espone i ragazzi ad alcuni rischi, rendendo facile l’accesso a siti inadeguati. A questo si aggiunge il problema del riconoscimento emotivo: mancando uno scambio diretto faccia a faccia, il rischio è quello di sfociare nel cyberbullismo. Per proteggere i propri figli, spesso i genitori ricorrono ad applicazioni apposite. Eccone alcune per dare il cellulare ai bambini in maniera più sicura.
Google Family Link è un’applicazione semplice ed intuitiva targata Google che consente di stabilire regole di base per l’utilizzo del dispositivo. Basta scaricarla e crea un account condiviso tra genitore e figlio, collegando i telefoni di entrambi. Grazie a questo sarà possibile gestire le applicazioni, vedere quanto tempo è stato trascorso davanti allo schermo e impostare i limiti sull’utilizzo.
Qustodio è invece un’applicazione più specifica, progettata per controllare quanto tempo i bambini trascorrono sul telefono. I genitori preoccupati dall’eccessivo uso dei dispositivi possono decidere un limite di tempo per giochi e app. Impostando un termine massimo, è possibile limitare l’utilizzo di piattaforme.
Altre applicazioni molto utilizzate sono SecureKids, TTSPY e uKnowKids, che più o meno svolgono gli stessi compiti delle precedenti, permettendo ai genitori di sapere cosa i figli abbiano fatto e quanto tempo siano stati connessi. Molte includono anche un servizio di geolocalizzazione da utilizzare in caso di bisogno.