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Se ancora non l’avete vista vi consigliamo di rimediare. Aprite Netflix e guardatevi la nuova serie Strappare lungo i bordi di (e con) Zerocalcare.
Strappare lungo i bordi da record
Ad oggi è la serie Netflix del momento: la più vista in assoluto, quella che si guarda tutta d’un fiato. Strappare lungo i bordi di Zerocalcare sta veramente riscuotendo un successo da record.
L’hanno definita struggente e chirurgica nell’inchiodare alla sedia lo spettatore con uno spaccato di vita che riguarda soprattutto i Millennial. I temi trattati però fanno parte di ognuno di noi e per questo i memes realizzati con le frasi e i dialoghi ormai cult della serie sono dovunque sul web e sono tantissimi.
Il fulcro della serie è infatti l’insieme di aneddoti e storie che fanno parte della vita del protagonista (Zerocalcare) che come sempre combatte e si confronta con la sua coscienza alter ego, ovvero l’Armadillo (interpretato nel doppiaggio da Valerio Mastandrea).
Sei episodi da paura
Sono solo sei gli episodi dalla narrativa articolata e avvincente. Fanno paura le grandi verità narrate in ognuno di essi.
Cosa possiamo dire? Un prodotto unico, avvincente ed emotivamente disarmante. In pratica con Strappare lungo i bordi Zerocalcare più che raccontare sé stesso con episodi di vita vissuta, ci aiuta a ricordare chi siamo e come dovremmo comportarci al di là delle convenzioni sociali.
Un uragano mediatico che ci aiuta a vedere le cose da un punto di vista tagliente ed oggettivo. Ci voleva e ci dispiace che ogni episodio duri così poco.
Parliamo di Zerocalcare
I veri nerd lo conoscono già. Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha debuttato nel 2011 con La profezia dell’Armadillo; un albo a fumetti divenuto per alcuni leggenda.
Quel prodotto è molto più di un semplice fumetto: è una storia a colori, dirompente e sarcastica, che aiuta con autoironia a leggere fuori dagli schemi della vita di ogni giorno.
Dopo 10 anni ecco che arriva la sua prima serie animata – Strappare lungo i bordi, appunto – prodotta in collaborazione con Bao Publishing, Netflix e lo studio d’animazione Movimenti.
Per i fan un momento tanto atteso, per chi invece non conosceva l’opera del fumettista una vera scoperta.
Zerocalcare in 10 anni ha sicuramente avuto una sua evoluzione personale: uno stile sempre più coeso e graffiante, che lo contraddistingue e lo fa amare anche da chi non segue i fumetti.
L’animazione di Strappare lungo i bordi
La serie è già un cult. I riferimenti alla pop culture e tutta la critica velata all’inadeguatezza sociale che prova Zero (e che proviamo tutti noi) esasperano la percezione della nostra vita di tutti i giorni.
L’animazione è stata tutta creata e basata sullo stile di Zerocalcare, arricchendosi però di colori brillanti, fluidi e vibranti che rendono la narrazione scorrevole e meno frammentata come di solito sono le serie tratte dai fumetti che ne riprendono lo stile per scene in toto.
Cosa fa Zerocalcare con la sua serie?
Strappare lungo i bordi ha un obiettivo: mostrare le paure più profonde di ognuno di noi, estrapolandovi qualcosa di buffo e sincero.
L’autore vuole che innescare una lotta contro i canoni imposti dalla società – nello specifico legata alla vita romana, rebibbiana soprattutto.
La serie ci mostra amarezza, cinismo e sarcasmo. Un mix di situazioni in cui lo spettatore può ritrovarsi e riflettere andando a capire dove lavorare – su sé stesso – per raggiungere quella cosa che alla fine cerchiamo tutti: l’equilibrio. Sarà possibile? Una cosa che si capisce è che possiamo eliminare il superfluo e sentirci comunque appagati.
Cosa ci proporrà in futuro Zerocalcare? Aspettiamo con ansia la sua prossima serie sul senso della vita per continuare a sorridere delle nostre stranezze quotidiane.