Li chiamano videoterminalisti, e in Italia se ne trovano tantissimi. Si fa riferimento a quella categoria di lavoratori che passa almeno 20 ore a settimana di fronte ad un monitor e, con il boom del digitale, la Penisola ne ospita davvero molti.
Purtroppo, questo stile di vita, se non accompagnato da una serie di accorgimenti, può portare a pesanti conseguenze, non ultimi lo stress e i danni fisici.
Quante pause dovrebbero prendersi i videoterminalisti
C’è un decreto legislativo, per i dipendenti videoterminalisti, che spiega quanto segue: il lavoratore ha il diritto di prendersi una pausa dal computer di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro continuativo trascorso davanti al monitor di un computer.
Essendo un decreto-legge, il datore di lavoro non può in alcun modo proibire al dipendente di usufruire di questo diritto, pena una multa di svariate migliaia di euro e in certi casi anche la reclusione. Proprio in questi giorni si sta parlando molto di smart working, con il protocollo varato dal Governo per il settore privato.
È bene specificare che la legge in questione fa riferimento esclusivamente alla categoria dei già citati videoterminalisti, dunque coloro che trascorrono almeno 20 ore a settimana al pc.
In secondo luogo, è il caso di sottolineare che non si parla soltanto dei computer, ma anche dei registratori di cassa, dei tablet e ovviamente dei portatili. È chiaro poi che la legge in questione dev’essere approfondita: nello specifico, ci sono alcune “clausole” che il dipendente dovrebbe conoscere, per avere una panoramica completa della definizione di pausa.
Nella fattispecie, per pausa s’intende anche l’assegnazione di un’altra attività non avente a che fare con il computer, dunque un altro genere di mansioni, che servono per spezzare la continuità di fronte al monitor.
La legge interviene per preservare la salute dei videoterminalisti, dato che un’attività prolungata al computer senza pause può causare conseguenze negative a livello di postura, di stress e alla vista.
Proprio lo stress richiede di essere trattato in un capitolo a parte, considerando che in Italia sono numerosi i lavoratori che raggiungono un livello elevato di tensione nervosa a causa delle tante ore di lavoro al pc.
Lo stress derivante dal computer sul lavoro e non solo
Si chiama sindrome di burnout ed è un problema che riguarda moltissimi lavoratori che passano molte ore al computer, senza pause e lavorando ad un ritmo forsennato. Lo stress rappresenta uno dei principali sintomi di questa sindrome, insieme alla spossatezza fisica, al nervosismo e alla perdita di concentrazione.
Le aziende dovrebbero aiutare i propri dipendenti fornendo il giusto supporto, iniziando a concedere i giusti momenti di pausa durante la giornata lavorativa, fino ad arrivare ad altre soluzioni. Si parla ad esempio dell’acquisto di palline antistress personalizzate su alcuni siti specializzati.
In questo modo il videoterminalista avrà un oggetto che lo aiuterà a smorzare un po’ le tensioni, e che potrebbe anche farlo sentire emotivamente più attaccato al proprio lavoro.
Ci sono i numeri che spiegano l’urgenza di un intervento da questo punto di vista: in base alle ultime ricerche di settore, infatti, nella Penisola il 51% dei casi nel mondo delle aziende ha a che fare con il contesto lavorativo: dati importanti che includono anche l’utilizzo eccessivo e senza pause di un terminale.
Ci sono poi altri consigli utili per evitare il burnout e lo stress, come uno stile di vita sano e attivo, con lo sport grande protagonista e una dieta salutare ed equilibrata. Si suggerisce poi di imparare a gestire le critiche senza “scoppiare”, aiutandosi ad esempio con discipline come lo yoga e la meditazione.
In secondo luogo, è opportuno avere sempre chiari gli obiettivi richiesti dall’azienda, ed evitare di strafare, godendosi i momenti di successo e imparando a staccare la spina, quando se ne ha la possibilità.