Abbiamo visto, nel corso dell’ultimo periodo, un brusco rallentamento del settore elettronico, a causa della crisi dei chip in tempo di pandemia. Tuttavia, il settore dei chip ha reagito alla crisi, rivoluzionandosi e ritornando più in forma di prima. Tanto che sembra proprio che essi siano il prodotto più innovativo del 2021.
La crisi dei chip: 2020 pandemia
Tutto è cominciato nel 2020. Anche se il vero anno nero dei chip è stato, come racconta chi è del settore, il 2021.
La pandemia ha portato a una consequenziale richiesta spropositata di apparecchi elettronici. Computer per fare videoconferenze e videolezioni. Console per passare il tempo in quarantena. Tablet per parlare con chi era lontano. Ma non solo.
La crisi non ha colpito solo le telecomunicazioni, ma ogni settore che ne richiedeva in una qualsiasi parte del processo produttivo ed esecutivo.
Tuttavia, la pandemia non è l’unica colpevole della crisi. Sembrerebbe che anche il processo tecnologico legato al 5G ha avuto la sua parte in quella che è diventata una vera e propria guerra all’ultimo chip.
2021: l’anno più nero
Il 2021 è iniziato come l’anno più nero nella storia dei microchip. Tsmc, produttore mondiale e leader nella produzione dei chip ha aumentato i prezzi tra il 10% e il 20%, per affrontare la sempre crescente domanda a fronte di un’offerta molto più bassa.
Nel 2021 si è verificato anche un altro fenomeno che ha portato il settore ad addentrarsi sempre più a fondo in quella che era una crisi senza precedenti. Il settore automobilistico ha ridotto drasticamente la sua domanda di chip, in quanto riteneva che anche la domanda di autovetture sarebbe crollata, a seguito della pandemia e della conseguente crisi economica.
Ma così non è stato. Il settore automobilistico ha registrato un incremento delle vendite, anziché una riduzione. Ma gli stabilimenti erano bloccati. Senza chip precedentemente ordinati i nuovi ordini potevano ritardare anche 18 mesi!
Le auto elettriche e i chip
Rimanendo nel settore automobilistico dobbiamo aprire una parantesi sulle auto elettriche. Il settore richiede sempre più chip, i quali sono sempre meno e i prezzi aumentano sempre più. Vista la situazione, attualmente il costo dei soli microchip grava del 30% sul costo di produzione dell’intero veicolo.
In poche parole ci sono una serie di settori che hanno sempre più fame di chip che gli attuali produttori non sono in grado di far fronte alla richiesta. Eppure il 2021 è stato considerato l’anno più innovativo per i chip, oltre che l’anno più nero.
Chip e innovazione: 2021 l’anno d’oro
Sembra davvero una contraddizione, ma è così: in piena crisi dei chip il settore ha saputo dare il suo massimo in fatto di innovazione, tanto che i microchip sono stati considerati il prodotto più innovativo del 2021.
Quelli che stanno arrivando sul mercato ora sono i chip più innovativi, tecnologici e performanti di sempre, nonostante tutto.
Nel corso del 2020 Apple aveva presentato il suo primo chip. Sono uno strumento innovativo e interessante che hanno trovato spazio sui nuovi modelli di Mac. Richiedono molto meno dispendio di energia e offrono migliori prestazioni. I Soc (System on a Chip) di Apple sono prodotti completamente dall’azienda di Cupertino, non si appoggiano a terzi per nulla e sono gli unici licenziatari del prodotto.
Apple sognava da tempo di mettersi in proprio. E non era l’unica. Anche Google ha iniziato a produrre i propri processori in proprio. Il nome di questo nuovo prodotto è Google Tensor e al suo interno vi sono il TPu, il chip neurale per le operazioni di intelligenza artificiale e il Titan M2, per la sicurezza.
Qualcomm rimane comunque leader nel settore e anch’essa si appresta ad innovarsi completamente. Essa ha, infatti, annunciato di voler iniziare a realizzare Soc basati su architettura ARM, ovvero la tecnologia utilizzata da Apple.