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La tecnologia sta compiendo passi da gigante negli ultimi anni, arrivando a risultati sempre più inimmaginabili in poco tempo. Ciò è vero soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale, applicata ormai a numerosi ambiti della vita, anche quotidiana. Ultimamente ha fatto scalpore una specifica notizia che conferma l’entrata dei meccanismi del machine learning anche nel campo dell’arte.
La novità riguarda uno dei simboli dell’arte italiana nel mondo, forse la scultura più importante del rinascimento fiorentino: il David di Michelangelo. Scopriamo dunque di cosa si tratta e in che modo l’Intelligenza artificiale David possa essere una buona occasione per la diffusione della storia artistica italiana.
Da chi è partita l’iniziativa
Da alcuni anni il mondo dell’arte sta cercando di attirare visitatori nei musei incuriosendoli con pratiche moderne e tecnologiche. In Italia questo argomento è particolarmente sentito: siamo uno dei paesi con il valore artistico più alto al mondo ed è giusto invogliare sempre più persone a interessarsi alle nostre opere.
Dai templi greci in Sicilia alle rovine romane nel capoluogo laziale, dall’arte medievale milanese alle opere rinascimentali fiorentine, l’Italia si conferma come un paese ricchissimo di risorse di ogni epoca tutte da scoprire. Tenendo conto dell’incredibile patrimonio a disposizione dei musei oggi, è naturale che siano stati avviati progetti innovativi e coinvolgenti. Vi ricordate quando Chiara Ferragni ha visitato gli Uffizi per una campagna di moda? Il museo ha registrato il 27% di entrate in più nei giorni successivi.
Non è dunque un caso che anche la Galleria dell’Accademia di Firenze abbia voluto utilizzare modalità più moderne per avvicinarsi soprattutto ai giovani d’oggi. Stavolta non attraverso l’immagine di un’influencer, ma facendo propri i progressi tecnologici finora raggiunti. La direttrice Cecilie Hollberg ha infatti deciso di dare voce alla scultura più famosa della galleria: il David di Michelangelo. Il progetto è sostenuto dal Ministero della Cultura che crede nell’utilizzo del digitale per promuovere il patrimonio culturale italiano.
Intelligenza artificiale David: di cosa si tratta
Creato appositamente per la Galleria, il software permette di dialogare con l’opera: i visitatori scrivono e il David interagisce rispondendo. Si tratta di un chatbot, ovvero un sistema di deep learning che permette di creare un dialogo in chat tramite risposte automatiche. Tale software è progettato per migliorare progressivamente in base all’esperienza, dunque quanti più visitatori lo utilizzeranno, tanto più migliorerà comprensione ed elaborazione di risposte.
Per ora siamo ancora al primo stadio, quello della versione base, ma grazie alla collaborazione degli utenti il chatbot potrà arrivare a sviluppare competenze incredibili, riproducendo fedelmente un dialogo spontaneo e naturale. Il principio su cui si basa il deep learning è un po’ quello che troviamo oggi sulle piattaforme social, che riescono a indovinare i nostri gusti suggerendoci contenuti sempre più specifici e adatti a noi. L’obiettivo è proprio simulare il comportamento della mente umana, immagazzinando una quantità di dati enorme su cui basarsi di volta in volta nell’affrontare nuove situazioni.
Il chatbot è una delle tante applicazioni di deep learning, utile a simulare una conversazione via messaggio scritto. Spesso usato dalle aziende sui propri siti web come assistente dei clienti, oggi sta scoprendo ambiti di intervento nuovi e inaspettati. Infatti si è scoperto che tra gli effetti di tale software c’è quello di generare divertimento e curiosità, fondamentali per far sì che i più giovani si interessino all’arte.
Intelligenza artificiale David: la realizzazione
La direttrice della Galleria Cecilie Hollberg ha affidato la creazione del software a un’azienda statunitense, Querlo, con l’obiettivo esplicito di coinvolgere soprattutto i giovani in un approccio divertente alla cultura. Dopo la prima fase di costruzioni si è passati al testare le abilità dell’AI. Per farlo sono stati coinvolti alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che hanno potuto simulare le domande dei turisti. Infine, una volta terminato il progetto, il 15 dicembre è stato lanciato sul sito ufficiale della Galleria.
Ecco le prime parole della scultura: “Benvenuto nel mio chatbot. Sono l’alter ego virtuale del David, scultura di Michelangelo, considerata una delle opere d’arte più belle nella storia dell’umanità. Vuoi chiedermi qualcosa?”. Ecco che una statua cinquecentesca viene catapultata nella modernità per parlare anche con chi non è solito avvicinarsi all’arte. Il software riuscirà nel suo intento? Per fare i primi bilanci è necessario aspettare qualche mese.