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Cos’ha l’Ucraina che la Russia vuole? L’Ucraina è una nazione ricca. Di seguito una breve review sulle risorse di cui dispone, ovvero uno dei motivi per la Russia gli ha dichiarato guerra.
Ucraina: terra di risorse naturali
Per un attimo lasciamo in disparte le questioni internazionali, la guerra, Putin, Biden e l’Unione Europea. Per un attimo concentriamoci solo sulla nazione di cui non si fa altro che parlare sul web in questi giorni.
L’Ucraina sta affrontando una crisi che ha fatto salire i prezzi di ogni cosa: petrolio, gas, metalli… tutto (vi ricorda nulla?).
Nonostante i prezzi che aumentano, le risorse ucraine sono tante e il territorio del paese è ricco di materie prime. Ecco perché – tra le altre cose – è scoppiata la guerra Russia-Ucraina: i russi vedono le risorse dell’Ucraina come un fattore strategico per l’approvvigionamento energetico (e bellico).
Ma andiamo per gradi e vediamo insieme cosa rende così strategicamente interessante il paese di confine per la Russia e perché ha deciso di dichiarargli guerra.
Ucraina strategica
Tra le ragioni strategiche per cui la Russia ha dichiarato guerra a Kiev ci sono anzitutto delle motivazioni economiche.
Un territorio grande oltre 603mila km quadrati (il doppio dell’Italia insomma), che possiede, tra le altre cose, uranio (è il primo paese in Europa) e titanio.
Diciamo che i minerali sono la maggior risorsa del paese. Potremmo elencarli tutti per vedere che il paese li possiede tutti in grande quantità. Ferro, manganese, mercurio, tutte riserve che mettono l’Ucraina ai primi posti nel mondo.
Non sono però solo i minerali a renderlo un paese ricco: anche le risorse naturali di gas e carbone, e ancora la sua agricoltura intensiva, rendono l’Ucraina un paese “appetitoso” per i vicini russi che alla fine, dopo anni, hanno deciso di occuparla.
In realtà Putin ha parlato di peacekeeping missions. La realtà è che Kiev soddisfa il fabbisogno alimentare di circa 600 milioni di persone e alla Russia questo fa gola.
Parliamo di agricoltura
A proposito di agricoltura, eccovi alcuni dati relativi al paese delle brame (di Putin). Tanto per cominciare è il quinto produttore di segale al mondo e il quarto in linea di successione tra quelli che producono ed esportano patate.
Il 25% del volume mondiale di suolo nero, ovvero un particolare tipo di suolo della classificazione di suoli di steppa particolarmente fertile, è in Ucraina. Questo permette al paese di essere anche il primo in Europa come superficie a scopo seminativo.
Non male no? Ma non è finita qui: è il terzo paese al mondo a produrre ed esportare il mais ed è all’incirca all’ottavo posto per le esportazioni di grano. Tra le altre peculiarità la produzione di api, con una produzione di circa 75mila tonnellate. Vi immaginate quanto miele?
Guerra e conseguenze… naturali
Abbiamo visto cosa vuole guadagnare Mosca da Kiev. Ma cosa ha da perdere dichiarando ufficialmente guerra al suo paese di confine? Beh, a dire il vero parecchio, ma al momento le cose che stiamo per elencarvi non sembrano essere state prese in considerazione da Putin.
Prima di tutto non si sta valutando l’impatto sull’immagine del paese russo e sui prezzi che andranno via via ad essere sempre più cari per la Russia, visto che tutti i paesi del mondo stanno già pensando a pensanti sanzioni e restrizioni.
Secondo poi c’è l’impatto sulle risorse naturali. Mosca – al momento – detiene il 30% del petrolio europeo e il 35% del gas naturale. Ovviamente, nel caso in cui lo stato di guerra si prolungasse tali risorse verrebbero interrotte e questo porterebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Conseguenze industriali e non
Passiamo in ultima analisi a vedere quali sarebbero (o forse dovremmo dire saranno, visto come stanno andando le cose) le conseguenze nell’ambito dell’agricoltura e dell’industria.
Punto primo: con una vera guerra tra Russia e Ucraina potrebbero interrompersi gli approvvigionamenti mondiali di grano, orzo, mais e di molte altre colture intensive. Questo perché appunto, la Russia detiene il primato come coltivatore mondiale di mais e l’Ucraina – come abbiamo visto – è al 5° posto.
Qualche paese potrebbe farcela, ma altri potrebbero avere dei seri problemi, senza contare che chiudere i ponti con la Russia vorrebbe dire trovarsi di fronte ad un altro problema legato all’agricoltura: la mancanza di fertilizzanti.
Visto che la Cina ha deciso di non commercializzare ammoniaca, potassio, urea e fosfati, il secondo paese al mondo a produrli è proprio la Russia. Chiudendo i traffici internazionali a causa della guerra, gli altri paesi che acquistano da loro i fertilizzanti si ritroverebbero al perso.
Passando all’industria…
Concludiamo con l’industria. Con una vera guerra tra Russia e Ucraina anche tutto il processo di approvvigionamento legato al settore manifatturiero andrebbe in malora.
Questo perché la Russia detiene la maggiore quota sulle esportazioni mondiali di materiali come il nichel. Immaginatevi cosa vorrebbe dire privare i produttori di utensili da cucina, telefoni cellulari e chi più ne ha più ne metta del nichel.
Si scatenerebbe una vera e propria guerra dei prezzi e l’economia andrebbe in malora per ogni singolo paese del globo.
In sostanza, Putin desidera Kiev per le sue risorse naturali. Con una guerra vera e propria però, tutto il sistema internazionale si troverà ai ferri corti. Forse, al di là di come andranno le cose, Putin ha già vinto, perché per quanto non si possa essere d’accordo, per salvare l’economia, tutti stanno ricorrendo alle armi.