Dopo lo scoppio della Guerra in Ucraina il web è cambiato. Putin sta di fatto trasformando la rete in una Splinternet. Cosa significa? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Putin e il web
Forse potrà sembrarvi strano, ma tra le conseguenze della Guerra in Ucraina avviata da Putin c’è anche una rottura della rete Internet.
La Russia potrebbe diventare una Splinternet e questo sarebbe un problema per tutti, perché al di là del dramma umano, l’invasione sta portando conseguenze economiche che si riversano necessariamente sul web, luogo di vendita per eccellenza per i maggiori settori economici.
Tutta colpa delle sanzioni
L’occidente ha imposto forti dazi alla Russia. Queste sanzioni ha imposto anche un forte censura sui mezzi di comunicazione. Una censura imposta proprio da Putin in risposta alla chiusura che il mondo ha posto nei confronti del suo paese.
Molti sono i digital brand che hanno deciso di interrompere la loro attività in Russia e le aziende si ritrovano a dover interrompere i loro business con l’Europa e il resto del globo.
Ma cos’è il rischio di Splinternet di cui si parla? Lo scopriamo nei prossimi paragrafi.
Splinternet: Separazione di rete
In realtà la parole è l’unione di Split (dividere, separare, in inglese) e Internet. Quindi Splinternet significa letteralmente che la “rete viene divisa”. La Russia, visto come si stanno comportando i Big del web, potrebbe essere costretta a creare una rete separata, una Splinternet, appunto.
Una versione in miniatura del web come lo conosciamo, limitata al territorio russo. Va da sè che in un contesto come questo, le aziende e i loro siti, se creati in Russia, non sarebbero visibili nel mondo e quindi la loro possibilità di vendita e divulgazione diminuirebbe tantissimo.
Immaginatevi se accadesse ad un paese come il nostro. Se in Italia non avessimo accesso ad Internet e fossimo costretti a mostrare i nostri prodotti solo nel nostro paese, quali sarebbero le possibilità di vendita del nostro tanto amato MADE IN ITALY?
Detto questo, è ovvio che si tratta di una presa di posizione, in primis da parte del governo russo, che vuole creare una sorta di proibizionismo 4.0 in cui i prodotti che vengono da fuori non sono come quelli prodotti in Russia. In seconda battuta da parte del mondo intero che visto il male che Putin sta creando vuole isolarlo.
Mossa astuta? Vediamo i precedenti
Facciamo un passo indietro. Una Splinternet esiste già. Da questo “caso di studio” possiamo capire se si tratti o meno di una mossa astuta.
Il caso in questione è quello dell’Iran. L’Iran in realtà non è realmente connesso al web mondiale. Ha una rete interna, utilizzata solo dagli abitanti del paese. Di fatto, l’Iran è una Splinternet.
Anche la Cina, ad esempio, è connessa ad Internet, ma il traffico è controllato costantemente dalle autorità, perciò anche la Cina può essere considerata una Splinternet.
Questi due paesi con le loro linee Internet interne fatturano e smerciano prodotti realizzati in Iran e Cina. Questi fatturati sono importanti, ma comunque i loro mercati sono aperti anche al resto del globo. Diciamo che con questo sistema differenziano le entrate ed accrescono le loro produzioni interne.
Quindi? Sono un pericolo?
Vivere in un contesto come quello descritto, significa vivere in una bolla. La produzione del proprio prodotto interno aumenta. Le persone sono costrette ad acquistare da internet le cose prodotte nel loro paese d’origine a prezzi spesso poco vantaggiosi.
C’è poi la questione delle informazioni e dei servizi. Tutto è limitato a ciò che succede e si fa nel paese di appartenenza e questo in un mondo globalizzato e 4.0 è inaccettabile.
Quindi, si: le Splinternet possono essere potenzialmente pericolose anche perché si va ad accrescere il potere del Dark Web e quindi del mercato nero web.
Come andrà a finire per la Russia, lo scopriremo con il tempo.