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Microrganismi extraterrestri: esistono davvero? Gli scienziati sono stati in Oman per studiare un particolare fenomeno roccioso che lo dimostrerebbe. In questo articolo trovate le risposta a questa domanda.
Microrganismi extraterrestri: esistono davvero?
Oggi vi raccontiamo di una delle news scientifiche più interessanti degli ultimi giorni sul web. La notizia riguarda un team di scienziati che si è recato in Oman, il sultanato arabo situato a sud-ovest dello Yemen. Per fare cosa? Lo scopriamo nei prossimi paragrafi.
In Oman ci sono alcune rocce particolari affette da un fenomeno che prende il nome di “serpentinizzazione”. Perché è così interessante? Perché comprenderlo a pieno potrebbe darci la possibilità di capire anche l’attività microbica sugli altri pianeti dell’Universo.
Cos’è la serpentinizzazione?
Si tratta di un processo geologico unico nel suo genere. I ricercatori del progetto in questione hanno analizzato alcune rocce, suddivise in gruppi ben specifici, prese da una grossa lastra di un antico fondale marino – situato appunto in Oman.
Tra queste particolari rocce ce ne sono alcune ultramafiche che provengono dal mantello superiore del nostro pianeta. Queste rocce vengono denominate ofioliti semail. La loro particolarità sta nell’essere soggette ad un processo unico di reazione all’acqua: quando l’acqua le attraversa, essa reagisce con la superficie calcarea e silicia di queste rocce e crea gas idrogeno.
Forte no? Questo gas aiuta i microrganismi extraterrestri (e non) ad ossidare e produrre energia per riprodursi.
Fenomeno universale dei microrganismi extraterrestri
Come abbiamo accennato sopra, questo fenomeno riguarderebbe tutti i microrganismi extraterrestri oltre che quelli presenti sul nostro pianeta.
Comprendere a pieno il fenomeno della serpentinizzazione sarebbe utile per capire come creare nuovi strumenti per lo studio di rocce simili nello spazio. Rocce su cui, appunto, questi organismi potrebbero riprodursi.
Sapere che anche nel resto dell’Universo ci sono organismi unicellulari che hanno la capacità di creare reazioni chimiche con gli elementi a loro disposizione per prosperare su un determinato pianeta aiuterebbe gli scienziati a capire se c’è possibilità di vivere su altri pianeti oltre la Terra.
Microrganismi extraterrestri e batteri
Ora parliamo anche di un’altra analisi fatta dai ricercatori dell’Oman: quella dei batteri metanogeni, ovvero quelli che emettono metano ossidando idrogeno, insieme all’anidride carbonica.
Questi batteri sembrerebbero essersi evoluti precocemente, agli albori della nascita del pianeta Terra e sarebbero la riprova che su alcuni pianeti la serpentinizzazione è possibile, mentre su altri non lo è.
In alcuni ambienti esistono altri tipi di microrganismi extraterrestri, che per ottenere l’energia necessaria alla loro sopravvivenza riducono il solfato anziché creare idrogeno.
Questa tipologia di batteri organici è difficile da individuare, perché non producono metano. Per studiare questa categoria di microrganismi servirebbero nuovi strumenti, più specifici.
Conclusioni sullo studio in Oman
Cosa possiamo dedurre da questo nuovo studio partito in Oman sulle rocce ofioliti semail? Che l’uomo non si è ancora arreso non solo a cercare nuove forme di vita nell’Universo, ma che sta anche cercando di trovare soluzioni alternative alla vita sulla Terra.
Dimostrare che esistono dei microrganismi extraterrestri vorrebbe dire dimostrare che, in un modo o nell’altro, prima o poi, anche l’uomo riuscirà a vivere sugli altri pianeti.
Quando e se la Terra dovesse diventare un posto sempre meno ospitale per il genere umano, ci saranno alcuni che proveranno a vivere oltre i confini del nostro Universo.