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Lo spazio, l’universo e il cosmo sono soggetti vasti e misteriosi, non sono ancora stati esplorati e scoperti nella loro completezza. Ci sono ancora molti loro aspetti che rimangono sconosciuti alla conoscenza umana. Poco alla volta però, con ricerche e studi sempre più approfonditi, le loro parti inesplorate vengono alla luce. In questo articolo ad esempio parleremo di una nuova ipotesi: la presenza di muri invisibili nello spazio.
L’osservazione iniziale sul modello Lambda
La teoria dell’esistenza dei muri invisibili nello spazio è stata proposta dopo che gli studiosi hanno osservato un fenomeno molto particolare. Hanno scoperto infatti che il modello della materia oscura fredda Lambda in un caso non è applicabile. Il modello Lambda è quello utilizzato fino a poco fa per comprendere l’universo
Secondo il modello Lambda infatti le galassie più piccole nell’universo sono distribuite attorno alle galassie più grandi in orbite che sembrano casuali e disordinate ma questo è stato dimostrato non vero.
Recentemente infatti alcuni ricercatori hanno scoperto che le galassie più piccole in realtà, complice l’attrazione gravitazionale delle galassie più grandi, sono disposte come a formare dei dischi sottili attorno ad esse. Questa scoperta ha rivoluzionato il modo di vedere alcuni aspetti dello spazio e anche a proporre nuove teorie tra cui quella che stiamo per analizzare.
L’ipotesi sull’esistenza dei muri invisibili nello spazio
Gli scienziati hanno incominciato a studiare l’argomento per capire il perché di questo fatto. Una delle teorie possibili che hanno formulato coinvolge proprio la presenza di muri invisibili.
Secondo questa teoria le galassie più piccole, grazie a una misteriosa quinta forza, sono disposte a forma di disco attorno alle galassie più grandi. Attorno a loro poi ci sarebbero dei muri invisibili creati da una nuova classe di particelle.
Queste particelle sono chiamate simmetroni e sono in grado di creare dei muri, delle pareti invisibili nello spazio intorno alle galassie. Gli studiosi hanno rinominato queste pareti anche come muri di confine o pareti di campo.
Lo studioso che ha proposto la teoria
Promulgatore della teoria appena citata è un ricercatore dell’Università di Nottingham di nome Aneesh Naik. L’autore ha affermato che questi simmetroni possono essere candidati ad essere particelle nuove come l’energia oscura e la materia oscura -altre particelle misteriose e di cui si sa poco presenti nello spazio-.
Naik infatti, annunciando lo studio che deve ancora essere pubblicato, ha affermato: “Questo è il contesto in cui le persone studiano teorie come quella del simmetrone: è una nuova particella candidata per l’energia oscura e/o la materia oscura”.
Il futuro della ricerca sui muri invisibili nello spazio
La teoria che prevede la presenza di questi muri invisibili è stata solo proposta. Non è stato ancora dimostrato se effettivamente ci sono questi muri e queste particelle. Quello che è ancora sconosciuto poi è anche come queste particelle funzionano e se possono rivoluzionare il mondo per come lo conosciamo.
Quello che è certo invece è che gli scienziati continueranno a studiare i muri invisibili nello spazio e le nuove particelle tramite delle simulazioni più dettagliate e strumenti all’avanguardia. Tra questi in particolare spicca il James Webb Space Telescope della NASA.
Il tutto con lo scopo di riuscire a dimostrare l’effettiva presenza di questi muri invisibili nello spazio e dei simmetrioni e anche con l’obiettivo di scoprire più informazioni possibili su questi fenomeni molto particolari.