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Lunar Data Center: un database sulla Luna

È possibile conservare la memoria dell'umanità sulla Luna?

Lunar Data Center

La cosa più importane per la razza umana è la conservazione della propria conoscenza. Alcuni scienziati stanno studiando uno tra i metodi più sicuri per conservare i dati più importanti accumulati dall’umanità: un database sulla luna. È il Lunar Data Center, scopriamolo insieme.

La memoria dell’umanità

La memoria dell’umanità può essere spazzata via in un secondo. Specie animali e vegetali possono estinguersi. I server possono essere distrutti. Così come le opere d’arte, i libri, gli studi fatti dagli scienziati più facoltosi o le invenzioni più mirabolanti.

Basta pochissimo: un terremoto, un tornado, una guerra. E allora dove potremmo conservare le cose più importanti dell’umanità?

Esistono già banche dati e bunker dove conservare il retaggio della razza umana. Pensavamo fossero sicuri e inespugnabili. Tuttavia, recentemente, abbiamo scoperto che ci sbagliavamo.

Il problema è sorto soprattutto dopo “un’incidente” che ha interessato Svalbard Global Seed Vault, la banca per la conservazione della biodiversità terrestre. Si credeva fosse uno tra i luoghi più sicuri del pianeta Terra. Tuttavia, si è allagato a seguito di problemi derivanti dal riscaldamento globale.

La conservazione dei dati digitali

Tutto o quasi può essere conservato in versione digitale. Non la biodiversità che si cerca di preservare nella Svalbard Global Seed Vault, ma tante altre cose sì.

Datacenter
Data center. Qual è il posto più sicuro per conservare la memoria dell’umanità?

Digitalmente si può archiviare tutta la conoscenza del genere umano. Quella di trovare un posto sicuro sembra essere una vera e propria necessità. Sembra non esserci più un posto sicuro sul pianeta Terra. La Luna potrebbe essere una vera opportunità per archiviare nel modo più sicuro possibile i nostri dati sensibili.

Il Lunar Data Center è un progetto che potrebbe essere realizzato quanto prima. La NASA lo sta già studiando, ma non solo. La Lonestar vuole inserirsi nel progetto, rendendo il database lunare commerciale.

Lunar Data Center: il posto più sicuro sono i tunnel lunari

Davvero la Luna è più sicura della Terra? Guerre, cyber attacchi, minacce nucleari, cambiamenti climatici sembrano minare la sicurezza anche dei luoghi più inespugnabili del pianeta.

Tuttavia, la Luna non è un luogo così ospitale, senza un’atmosfera a proteggerla dalle radiazioni cosmiche e con temperature che oscillano dai 106° C ai -183° C.

La superficie lunare non sembra il luogo migliore per conservare i dati più importanti dell’umanità, ma il sottosuolo sì. Il sottosuolo lunare è ricco di tunnel scavati dalla lava dalle dimensioni incredibili. Enormi tunnel che raggiungono il chilometro di diametro e che sono oggetto di numerosi progetti e “sogni”.

Sarebbero, infatti, perfetti per ospitare intere città. Ma per il momento ci limiteremo a utilizzarli per realizzare i primi server lunari.

Lunar Data Center: i primi passi verso il database lunare

La NASA ha in programma di tornare sulla Luna nei prossimi anni, con il programma Artemis. I primi passi per la realizzazione di un Lunar Data Center ci saranno già entro la fine di quest’anno.

Base lunare
I tunnel sulla Luna potrebbero ospitare intere città. Per ora proveranno con un data center

È prevista una missione privata per la fine del 2022, la Intuitive Machine 1 (IM 1). La missione, che prevede l’allunaggio di un lander lunare, ospiterà anche un piccolo payload virtuale, che proverà a conservare una piccola quantità di dati.

Con una missione successiva, si proverà a mandare sulla Luna un hardware poco più grande, sul quale verranno fatti upload e download.

Entro il 2024 è previsto l’invio sulla Luna di server con una capacità fino a 5 petabyte, mentre entro il 2026 saranno inviati server fino a 50 petabyte.

Stiamo parlando di un database abbastanza grande da contenere tutte le parole mai scritte dall’umanità, in ogni epoca e in ogni lingua.

Il progetto proseguirà fino ad arrivare ad avere la possibilità di ospitare un traffico dati dalla Terra alla Luna e viceversa, ad una velocità di 15 Gigabyte al secondo.