Ormai è sulla bocca di tutti: Elon Musk vuole comprare Twitter a tutti i costi. La notizia aveva fatto capolino verso la fine dell’aprile scorso, quando Musk aveva presentato un’offerta di 44 miliardi di dollari. Dopo un’esitazione iniziale, il consiglio d’amministrazione di Twitter aveva dato il consenso ma… lo scambio Elon Musk Twitter doveva ancora cominciare!
Musk vs Twitter: una questione di account falsi
Agli inizi di giugno il cofondatore e capo di Tesla aveva accusato ufficialmente Twitter di nascondere delle informazioni necessarie alla vendita. In una lettera del suo avvocato si può leggere “Musk ritiene che la società stia attivamente resistendo e contrastando i suoi diritti di informazione”. Ma quale è il pomo della discordia? Gli account falsi.
Un account falso, o bot, è un account che non è fisicamente legato ad una persona. Dietro il profilo si cela un software in grado di tweettare o retweettare automaticamente dei contenuti. Alcuni postano notizie meteo, ma molti altri profili ovetto (chiamati così su Twitter per via dell’assenza dell’avatar) servono solo a falsare i dati di engagement. Esistono, infatti, delle vere e proprie agenzie che vendono pacchetti di profili automatici con lo scopo di aumentare i follower in pochissimo tempo.
Ovviamente un account finto non ha lo stesso valore di un account usato da una persona reale. E questo lo sa bene l’imprenditore sudafricano. Musk richiede di “avere una comprensione completa e accurata del nucleo stesso del modello di business di Twitter: la sua base di utenti attivi.”
Account falsi: 5% secondo Twitter, 20% secondo Elon Musk
Che Twitter, come tutti i social media in circolazione, avesse degli account falsi non è una novità. Già nel 2014 Twitter stesso aveva stimato che questi bot si aggirassero tra il 5% e l’8,5% degli utenti totali. Peccato che secondo un successivo studio dell’Università del South Carolina, già nel 2017 erano il 15%. E parliamo di circa 48 milioni di account.
Nel 2018 la maggior parte dei social ha intrapreso un’azione per contrastare questi software ed effettivamente Twitter ha bloccato più di 70 milioni di account. Chiunque avesse ricevuto il blocco doveva fornire delle prove di buona fede, oppure avrebbe visto il proprio profilo cancellato.
Alla richiesta di informazioni da parte di Musk, infatti, ha stimato che solo il 5% (ancora) degli utenti siano bot. Il milionario, invece, stima attorno al 20%, e non solo. Senza mezzi termini Musk ha dichiarato di non fidarsi delle metodologie di test di Twitter, in quanto troppo permissive.
Elon Musk vuole davvero comprare ancora Twitter?
A fronte di tutto questo la domanda sorge spontanea: Musk vuole fare dietrofront per l’acquisizione di Twitter? Se anche volesse, fermarsi a questo punto non sarebbe poi così semplice. Quando offrì a Twitter la somma di 54,20$ per ogni azione sul mercato, si impegnò anche con la SEC, la Security adn Exchange Commission. La “Commissione per i titoli e gli scambi”, in italiano, è l’ente federale degli Stati Uniti per il controllo dei mercati finanziari e ora sta tenendo nel mirino la situazione. Sì, perché ogni volta che Musk twitta qualcosa sulla trattativa, il valore delle azioni sale o precipita drasticamente. Un ripensamento ora si ripercuoterebbe inesorabilmente sui piccoli investitori di Twitter.
Che Musk stia cercando di addossare la colpa di una non acquisizione a Twitter? Che il miliardario sia alla ricerca di uno sconto sulle azioni? Non è dato saperlo, anche perché ad uno degli ultimi tweet del CEO di Twitter, Parag Agrawal, riguardo la situazione, Musk ha risposto con un’emoji. Quella della cacca.