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Come i sogni normali, anche la maggior parte dei sogni lucidi viene sperimentato nella fase REM del sonno. Per capire meglio, però, facciamo un passo indietro e vediamo cosa sono la fase REM e la fase non-REM. Grazie agli studi di elettroencefalografia (la scienza che registra e legge l’attività elettrica delle onde celebrali) gli scienziati hanno individuato due fasi del sonno. Queste due fasi si alternano durante tutta la notte e si ripetono 5 o 6 volte per una durata totale di 100 minuti.
La prima viene chiamata “sonno non-REM(NREM)” o “sonno ad onde lente” e riempie fino all’80% del tempo di sonno medio di un adulto. Durante questo stadio il cervello emette onde elettriche a bassa frequenza: il tono muscolare, la pressione sanguigna, la temperatura corporea e il battito cardiaco si abbassano. In questo momento si fanno dei sogni, ma sono molto vaghi e poco dettagliati.
La seconda fase viene chiamata “sonno REM” ovvero “rapid eye movement” (movimento veloce dell’occhio) perché è distinta proprio da un’alta attività degli occhi. Questo stadio occupa circa il 20% del tempo di sonno ed è in questo momento che si fanno i veri sogni, quelli meno logici e più profondi.
I sogni lucidi hanno inizio proprio nella fase REM e partono da sogni non lucidi.
Perché si verificano i sogni lucidi
Una delle teorie più accreditate è quella che lega i sogni lucidi alla metacognizione. La metacognizione, letteralmente “oltre la cognizione”, è quel pensiero razionale che controlla i pensieri e l’apprendimento. È, in poche parole, la capacità di distaccarsi dai propri pensieri e ragionarci sopra senza essere travolti da questi.
Questa teoria si basa sullo studio dei neuroscienziati del Max Planck Institute che hanno messo a confronto le strutture celebrali di diversi soggetti, sognatori lucidi e non. I ricercatori hanno notato che negli onironauti (chi fa frequentemente sogni lucidi) la corteccia prefrontale anteriore è più ampia. Questa zona del cervello è quella che controlla tutti i processi cognitivi coscienti ed entra in campo quando si tratta di autoriflessione.
“I nostri risultati indicano che l’autoriflessione nella vita di tutti i giorni è più pronunciata nelle persone che possono più facilmente controllare i propri sogni” è la conclusone di Elisa Filevich, del Max Planck Institute.
Sogni lucidi: tecniche per indurli
Secondo gli studi fino circa il 50% degli adulti ha fatto almeno un sogno lucido nella propria vita. Questo significa che non si tratta di un fenomeno così raro come si può pensare. Tuttavia, coloro che fanno sogni lucidi almeno una volta al mese sono solo il 20% del totale.
E se la scienza sta ancora cercando un metodo preciso per indurre i sogni lucidi, alcuni esperti ed onironauti condividono consigli e trucchi. Il metodo più accreditato è quello del reality check. Il test di realtà (RC) risponde alla domanda “sto sognando?” ed è un metodo per farti rendere conto di essere in un sogno e quindi di controllarlo. Prova a leggere un giornale o un orologio, se non ci riesci perché le scritte sono sfumate o illeggibili, probabilmente o non hai gli occhiali o sei in un sogno. Non hai a disposizione un libro? Guardati le mani, se hai più o meno di cinque dita molto probabilmente sei in un sogno.
Trattandosi di un’azione da fare nel sonno, il reality check non è così facile da fare. Se però i sogni lucidi sono legati alla metacognizione, usa l’autoconsapevolezza per scegliere di fare un sogno lucido. Addormentati con quell’obiettivo in mente e concentrati sul risultato!
Se ancora non ci riesci non ti preoccupare: gli scienziati sono sulla buona strada. Più di un prototipo di dispositivo per indurre i sogni lucidi è in fase di test: si tratta di occhiali o mascherine che sfruttano delle luci per richiamare l’attenzione del sognatore sulla realtà. Il suo funzionamento non è ancora al 100%, ma chissà che non arrivi presto la versione definitiva!