© 2000-2023 - Enkey Magazine - Tutti i diritti riservati
ENKEY SNC - P.IVA IT03202450924 / Cod. REA CA253701 - Tel. 078162719
La crisi dell’energia è sempre più stringente, così come il bisogno di trovare soluzioni alternative per creare energia pulita. La nuova frontiera dell’energia elettrica arriva dai vestiti. E se potessimo “ricaricare” i nostri indumenti semplicemente con il movimento del nostro corpo? L’incredibile progetto arriva dallo Sri Lanka, scopriamo meglio di cosa si tratta.
Idea e progetto
Questo incredibile progetto così futuristico e avveniristico arriva dai laboratori dell’Università di Moratuwa, in Sri Lanka, dalla Facoltà di Meccanica, Elettronica ed Ingegneria.
Lì lavora l’ingegner Ishara Dharmasena e il suo team, che ha messo appunto uno speciale tipo di tessuto che incorpora piccolissimi generatori di corrente.
Questi generatori, chiamati Nanogeneratori Triboelettrici (TENG), delle dimensioni del miliardesimo di diametro, funzionano semplicemente con il movimento del nostro corpo.
Perché il movimento del corpo crea energia elettrica
L’effetto triboelettrico è in realtà noto da molto tempo e spesso e in vari modi si è cercato di sfruttarlo per creare e accumulare energia elettrica.
Il suo funzionamento è abbastanza semplice: quando due corpi, uno di materiale isolante e uno di un diverso materiale, vengono a contatto, strofinati tra di loro e poi allontanati, generano delle cariche elettriche.
Possiamo osservare l’effetto triboelettrico quotidianamente e spesso abbiamo “giocato” con esso. Come quando strofiniamo una posata di plastica su un tessuto e poi “attiriamo” con esso i pezzetti di carta, o quando strofiniamo un palloncino sui capelli facendoli “rizzare”. O ancora, “prendiamo la scossa” da un capo sintetico o scivolando da uno scivolo di plastica, ecc.
Tutti questi piccoli esperimenti, tuttavia, non sono in grado di generare abbastanza cariche elettriche da accumulare energia elettrica.
La quantità di cariche elettriche scatenate dipende da molti fattori, come il tipo di materiale, l’ampiezza della superficie sfregata e l’intensità dello sfregamento.
Il tessuto che crea energia elettrica dai vestiti, quindi, non è una cosa poi così semplice da realizzare.
I nanogeneratori triboelettrici e i vestiti che creano energia elettrica
Si è cercato molte volte in passato di creare un tipo di tessuto capace di sfruttare l’effetto triboelettrico per creare energia elettrica. Tuttavia, tutti gli esperimenti si sono rivelati fallimentari, alcuni sono risultati essere troppo costosi, troppo pesanti o troppo rigidi.
Ma il tessuto con i nanogeneratori triboelettrici di Dharmasena sembra essere più promettente degli altri. Infatti, questo “modello” è applicabile praticamente a qualsiasi tipo di tessuto, basta rivestirlo con i nanogeneratori.
Lo strato di nanogeneratori triboelettrici può essere applicato con i metodi già comunemente utilizzati nel settore tessile: rivestimento a filato, rivestimento a immersione o serigrafia.
Un futuro commerciale su larga scala
La semplicità e i bassi costo rendono questo prototipo di vestiti che creano energia elettrica commercializzabili.
Il prototipo di tessuto realizzato in laboratorio è leggero e sottile. Ma la cosa sorprendente è la quantità di energia che è stato in grado di produrre. Si tratta, infatti, di un piccolo lembo di stoffa di appena quattro centimetri per quattro, che ha generato 35 V di tensione, generata dai semplici e lenti movimenti del corpo umano.
Per capirci: il risultato ottenuto è sorprendente, perché già così sarebbe in grado di alimentare piccoli dispositivi, come sensori indossabili, sensori ambientali o dispositivi di comunicazione.
Tutto ciò apre le porte, finalmente, alla possibile commercializzazione di un tessuto per la realizzazione di vestiti che genera energia elettrica.
Il prodotto è semplice da creare, abbastanza economico e altamente efficiente. Inoltre, essendo questo solo un prototipo, i risultati sono sorprendenti, dato che si potrà migliorare ancora molto.