Al Google I/O di maggio, durante la conferenza annuale per gli sviluppatori Google, sono state annunciate diverse novità. Il nuovo sistema operativo Android 13, i nuovi telefoni, gli accessori… e tantissimi aggiornamenti per Google Wallet.
Il wallet di Google era nato già nel 2011 come strumento per archiviare e gestire i metodi di pagamento, prevalentemente carte di credito, di debito o ricaricabili, in digitale. Che Google ci stia lavorando sopra tutt’ora, procedendo con gli aggiornamenti e le nuove funzionalità, è un indice importante.
Sempre più persone in tutto il mondo, infatti, trovano nei pagamenti digitali la loro dimensione. Ma proprio per questo hanno bisogno di un sistema che sia affidabile e li tuteli dai furti. Insomma, un vero e proprio portafoglio digitale da tenere al sicuro in tasca.
Come funziona di preciso Google Wallet
Inizialmente utilizzare Google Wallet era davvero complicato. Per prima cosa, funzionava solo su determinati tipi di telefoni, e poi aveva bisogno di un account MasterCard oppure di una carta prepagata Google. Dulcis in fundo, dovevi scaricare anche un’app specifica. Non stupisce, quindi, che in breve tempo Google Wallet sia stato sostituito da Android Pay.
Android Pay era più facile: integrato nel telefono, non richiedeva il download di altre app per funzionare, e si potevano collegare tutte le carte. Bastava sbloccare lo schermo, inserire un pin e avvicinare il telefono al terminale per pagare.
Ma questo valeva solo per i pagamenti fisici. Il Wallet non era stato del tutto accantonato: cercava la sua strada come metodo di scambio denaro peer-to-peer. Insomma, provava a far concorrenza a PayPal, probabilmente senza i risultati sperati, almeno non in tutto il mondo.
Come è nato Google Pay
Mentre Google faceva diversi tentativi sui suoi dispositivi, Apple aveva lanciato Apple Pay, un sistema funzionale e abbastanza sfruttato dagli utenti della mela morsicata. Per tenere il passo, però, non era possibile mantenere due applicazioni distinte che un po’ si sovrapponevano, creando confusione.
Di tutta risposta, quindi, è stata lanciata l’app Google Pay. Si trattava di una fusione tra Google Wallet e Android Pay che permetteva all’utente di pagare beni e servizi tramite delle carte collegate. Al tempo stesso, doveva tener traccia delle varie carte collegate, anche quelle fedeltà.
Ma gli esperimenti di Google non erano assolutamente finiti qui e il rebranding era proprio dietro l’angolo.
Google Wallet vs Google Pay
Quindi abbiamo due app distinte: Google Wallet, per tenere traccia del saldo del conto e scambiare denaro tra privati, e Google Pay per pagare fisicamente tramite la tecnologia fnc del cellulare nei negozi affiliati e riscuotere gift cards, offerte e promozioni.
Di nuovo, Google ha deciso di unire i due servizi, creando un unico grande portafoglio, il Google Wallet, appunto. Ma solo in alcuni paesi. Google Wallet, infatti, dal suo debutto, sostituirà del tutto Google Pay solo in 38 paesi.
Tutta l’Europa (tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Svizzera…), Canada, Brasile, Australia avranno un’unica app per il pagamento Google. A breve ci sarà solo GWallet anche in Giappone, nuova entrata in questa schiera. Praticamente solo Singapore e gli Stati Uniti manterranno sia Wallet che GPay.
Google Wallet, definitive edition?
Il nuovo e rivisto Wallet si configura come vero e proprio portafoglio: non solo carte di pagamento, ma anche certificati vaccinali, carte d’imbarco per aerei e treni, biglietti per il trasporto o il cinema, carte fedeltà… Insomma, manca la fototessera dimenticata e sarà proprio come un portafoglio fisico!
Ad un primo impatto sembra molto simile all’Apple Wallet, ma la sua integrazione con Google Maps e Calendar sono ad un altro livello. La gestione delle carte fedeltà, anche quelle della metro, per esempio, è davvero interessante, come è utile avere sempre a portata di mano la prova delle avvenute vaccinazioni, ancora adesso.
Probabilmente, però, la cosa più importante è la sicurezza di questo servizio e la personalizzazione delle scelte a riguardo. L’utente può scegliere se collegare e scollegare le carte da Google e se attivare o meno l’NFC.