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È passato qualche anno dall’ultimo lavoro cinematografico di Jessica Alba: ormai l’attrice si dedica principalmente alla sua vita privata e alla sua carriera da imprenditrice. Dopo la fondazione della Honest Company, azienda di prodotti sicuri ed ecologici, la Alba sceglie con molta, moltissima, attenzione i progetti a cui partecipare.
Uno di questi eventi è stata l’intervista di luglio di Glamour UK, in cui Jessica Alba parla della mancanza di diversità che secondo lei ancora aleggia intorno alla Marvel. Senza troppi peli sulla lingua spiega che l’azienda è ancora “piuttosto caucasica” nello scegliere gli attori, specialmente se protagonisti.
Ma non era stata lei stessa ad interpretare una supereroina Marvel? Vediamo alcuni punti chiave dell’intervista e confrontiamoli con quelle che sono le uscite Marvel degli ultimi tempi.
Jessica Alba: “una delle poche” nei film Marvel
Effettivamente Jessica Alba ha interpretato proprio una dei protagonisti de I Fantastici 4, non una ma ben due volte. L’attrice ha vestito i panni di Sue Storm, alias la Donna Invisibile, sia nel film del 2005 che in quello del 2007, I fantastici 4 e Silver Surfer.
Vent’anni dopo, questo ruolo non viene rinnegato, ma contestualizzato. La star di origini latine ha infatti dichiarato di essere stata “una delle poche” con un background culturale diverso a recitare in un film Marvel.
“Direi che sono stata una delle poche a quei tempi… Ed era prima che la Marvel fosse venduta alla Disney. Eppure è ancora abbastanza… lo stesso più o meno”.
Quando le viene domandato se ha visto in questi anni un miglioramento, lei ammette che le cose sono migliorate, sì. Ma solo per una questione economica.
La scarsa inclusività nei film di supereroi da Black Panther a Ms. Marvel
Che Hollywood si sia resa conto solo ultimamente di avere un problema di stampini con i suoi protagonisti è palese. Eppure, da qualche anno sembra che i casting si stiano evolvendo, anzi si stiano allargando. Anche in casa Marvel.
La Marvel, che è il franchise cinematografico con il maggior incasso di tutti i tempi nonché punto di riferimento dell’industria, ormai punta moltissimo sulla rappresentazione della diversità. L’inclusione di minorante etniche, religiose e culturali ha avuto il via con Black Panther, nel 2018, e da allora non si è più fermata.
Dopo lo straordinario successo di pubblico per il primo supereroe nero della Marvel, è venuto il momento di una supereroina donna come protagonista, Captain Marvel. Un cast prevalentemente asiatico (finalmente) per la produzione di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, e la prima coppia di supereroi apertamente omosessuali in Eternals. Aggiungiamoci anche il secondo capitolo di Black Panther e la prima supereroina musulmana della storia con Ms. Marvel e davvero ci chiediamo se le cose non siano cambiate.
Non importa come ci si arrivi all’inclusività, purché ci si arrivi
Nonostante tutti questi sforzi, secondo Jessica Alba si tratta comunque di business. L’inclusività sarebbe semplicemente una manovra studiata a tavolino per includere più persone nel mercato e guadagnare di più. Dall’oggi al domani ci si preoccupa delle minoranze solo per battere cassa, insomma
“Ora ti rendi conto che c’è un intero gruppo di persone che hai lasciato fuori dalla conversazione perché non le avevi nemmeno viste. Sono state lì per tutto il tempo.”
Nonostante questo, però, se ne parla e ci si evolve. Che sia per denaro o per vero interesse, poco importa. D’altronde anche il denaro è un vero interesse, molto più sincero di altri. Quindi non importa come ci si arrivi, purché ci si arrivi, finalmente, all’inclusività.
“È importante che [i giovani] vedano il mondo sullo schermo o nelle storie, nei sogni che noi creiamo in quanto intrattenitori; questo riflette il mondo stesso in cui siamo.”